lunedì 14 novembre 2016
Il differenziale fra il Btp a dieci anni e il Bund di pari scadenza raggiunge livelli che non si vedevano da agosto del 2014. Rendimenti Btp al 2,2%. E le Borse dopo un buon avvio girano in negativo
Investitori preoccupati per l'andamento delle Borse

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Alcuni dicono che sia il “fattore Donald”, ovvero l’elezione a sorpresa di Trump alla Casa Bianca. Altri, invece, indicano come causa principale l’avvicinarsi del referendum, visto che ormai mancano meno di tre settimane al voto (il cui esito appare a dir poco incerto) sul quesito costituzionale. Infine c’è chi sostiene che la tensione sul mercato obbligazionario sia dovuta a un mix dei due elementi: elezioni Usa choc e appuntamento alle urne in Italia. Al di là di quale sia la ragione scatenante, però, la certezza è che lo spread sta tornando a impennarsi in modo preoccupante. Il differenziale fra il Btp a dieci anni e il Bund di pari scadenza ha sfondato questa mattina la quota 180 punti base, un livello che non veniva violato dall'agosto del 2014. Neanche ai tempi del pericolo di un’uscita della Grecia dall’euro (estate 2015) o dopo il voto nel Regno Unito sulla Brexit (giugno scorso) si era raggiunta una soglia tanto elevata. Così il decennale del governo italiano ha “prezzato” un rendimento del 2,20%. Con il Btp che si è lasciato alle spalle i bonos spagnoli, rimasti a quota 125 punti.

Ripercussioni anche sulle Borse

Il sentore di un ritorno preponente dello spread sopra i livelli di guardia si era avuto già al termine della scorsa settimana, quando aveva sfondato i 170 punti. Dall’ulteriore incremento di oggi è giunta la conferma che le turbolenze non accennano a placarsi. Sulla scia dell’andamento del mercato obbligazionario, anche quello azionario ha girato in negativo dopo un avvio di scambi incoraggiante. Verso le 13, infatti, molte Borse europee hanno bruciato i loro guadagni d’inizio contrattazione. Milano è andata in negativo e a metà seduta sta perdendo lo 0,8%.

Occhi puntati su Fed e Bce

Le attenzioni degli investitori in questa settimana di negoziazioni saranno concentrate soprattutto su giovedì, quando è in programma l’intervento della presidente Fed, Janet Yellen, davanti al comitato economico del Congresso Usa. Ci si aspetta qualche indicazione su un possibile secondo rialzo dei tassi d’interesse della banca centrale americana a dicembre. Lo stesso mese in cui la Bce dovrebbe dare indicazioni su un eventuale prolungamento del Quantitative easing, il cui termine al momento è fissato a marzo 2017.

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