lunedì 14 febbraio 2022
Confida, associazione di categoria aderente a Confcommercio: a gennaio perdite superiori al 30%, rivedere il decreto Sostegni ter
Il settore della distribuzione automatica in sofferenza per il ricorso allo smart-working

Il settore della distribuzione automatica in sofferenza per il ricorso allo smart-working - Ansa

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Lo smart working non penalizza soltanto bar e ristoranti, alle prese da due anni con un drastico calo dei clienti durante le giornate lavorative, ma anche un settore come quello della distribuzione automatica. Un po’ per il ricorso massiccio al lavoro agile un po’ per la paura del contagio, la pausa caffè alla macchinetta con i colleghi è diventata per molti un ricordo. Sono infatti crollati i consumi di alimenti e bevande della distribuzione automatica, settore in cui l'Italia è leader a livello internazionale con 800 mila vending machine installate, gestite da oltre 3 mila aziende che danno lavoro a più di 30 mila persone.

«A gennaio gli operatori del vending registrano perdite del 31,55% – spiega Massimo Trapletti, presidente di Confida, associazione di categoria aderente a Confcommercio – dovute principalmente alla ripresa dello smart working che ha svuotato aziende e pubbliche amministrazioni contribuendo al crollo verticale delle consumazioni. Le nostre aziende sono in grave difficoltà e difficilmente potranno resistere fino al 31 marzo, ossia alla fine dello stato di emergenza».

Nella seconda parte del 2021, con i contagi prevalentemente sotto controllo, si era assistito ad una progressiva diminuzione del lavoro agile, come mostrano i dati dell'Osservatorio smart working del Politecnico di Milano: a marzo 2021 gli smart worker in Italia erano 5,37 milioni (di cui 1,95 milioni nelle grandi imprese, 830 mila nelle Pmi, 1,15 milioni nelle microimprese e 1,44 milioni nella pubblica amministrazione), a settembre 2021 erano scesi a 4,07 milioni.Neanche gli aiuti previsti dal governo non hanno aiutato tutte le aziende della distribuzione automatica: i paletti troppo restrittivi del decreto che limita i ristori alle aziende sotto i 2 milioni di euro di fatturato taglia fuori la maggioranza degli operatori del settore.Al governo Confida chiede di tagliare il ricorso allo smrtqorking ma soprattutto di modificare il DL Sostegni Ter alzando la soglia di fatturato almeno a 10 milioni e le perdite minime al 20% in modo da far accedere agli aiuti tutte le aziende che in questo momento sono in difficoltà.

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