lunedì 30 gennaio 2023
Un tavolo comune tra governo, sindacati, imprese ed enti di controllo per definire una strategia ampia e dare risposte con l'obiettivo di fermare questa scia di sangue
I lavoratori chiedono più sicurezza

I lavoratori chiedono più sicurezza - Jobtech

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Più di tre infortuni mortali sul lavoro al giorno nel 2022. Oltre dieci vittime dall’inizio dell'anno. Numeri che dovrebbero essere un preoccupante campanello d’allarme per accelerare le procedure per un decollo definitivo dell’accordo tra il governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulle azioni che mirano alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Nel documento che punta a rafforzare il coordinamento tra le istituzioni chiamate alla vigilanza e alla prevenzione, sono chiarite le tipologie degli interventi di controllo nelle attività lavorative. Mentre la ministra del Lavoro Marina Calderone ha avviato il
tavolo sulla sicurezza per definire una strategia ampia e dare risposte con l'obiettivo di fermare questa scia di sangue. Ai sindacati e alle imprese ha indicato la via di un “patto” e la necessità di confrontarsi senza partire da posizioni preconcette. Mettendo in campo una “task force” del governo, perché «non è accettabile» che anche una sola persona perda la vita lavorando. Al tavolo erano presenti tutte le sigle sindacali e delle associazioni datoriali, una quarantina, e anche gli altri ministri direttamente interessati dal tema: dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, della Pa Paolo Zangrillo, della Salute Orazio Schillaci. «Su temi come questo dobbiamo agire subito con una progettualità comune, riflettendo sui rischi specifici per settore, implementando la strategia nazionale di prevenzione e protezione - ha spiegato Calderone -. La task force governativa – per specifiche competenze - lavorerà a un patto sociale sulla sicurezza sul lavoro, da raggiungere facendo tesoro delle buone prassi già sperimentate durante il periodo pandemico. Tante le tematiche affrontate, a cominciare dalla necessità di intervenire su una maggiore diffusione della cultura della sicurezza già a partire dall’istruzione scolastica per preparare i futuri lavoratori. Spazio anche alla possibilità di semplificare le procedure, ma senza ridurre l’efficacia dei controlli. La revisione dell’impianto normativo, per renderlo più attuale e connesso al tessuto produttivo odierno, non contempla la depenalizzazione degli illeciti. Semmai il potenziamento dell’attività ispettiva e una formazione più sostanziale che possa meglio tutelare la vita di chi lavora». «In aggiunta a tutto questo - ha sottolineato Susanna Cantoni, presidente della Ciip-Consulta interassociativa italiana della prevenzione - si auspica anche che venga avviato il percorso formativo da parte del ministero della Salute che tenga conto, tra l’altro, di protocolli e linee guida nazionali e regionali. Accanto alla formazione ci sarà un’attività di monitoraggio, sicuramente utile per eventuali modifiche o integrazioni sui vari aspetti. I provvedimenti finora adottati a livello istituzionale hanno rimpolpato gli organici solo dell’Inail. I servizi di prevenzione delle Asl, che svolgono da decenni attività di prevenzione e vigilanza, si sono sempre più assottigliati (nel 2008, 5.060 operatori, nel 2019, 2.248 operatori) e oggi sono ridotti allo stremo. È necessaria una migliore qualificazione delle imprese e la formazione dei datori di lavoro, oggi finalmente prevista, ma ancora tutta da realizzare». Su questo argomento, e più in generale sulla formazione di tutte le figure aziendali impegnate nella prevenzione, Ciip ha da tempo formulato e pubblicizzato alcune proposte. Occorrono investimenti e interventi di risorse e culturali; utili incentivi, per le imprese, facilmente accessibili, controllandone l’utilizzo (rottamazione di attrezzature obsolete, meccanizzazione di operazioni rischiose, formazione), ma anche misure più generali che possano incidere sui modelli di organizzazione delle imprese: per esempio, le misure di sostegno alle imprese, e così pure le misure atte a incentivare le ristrutturazioni con risparmio energetico, dovrebbero prevedere indicazioni e investimenti per la sicurezza del lavoro e disincentivare la nascita di imprese sprovviste di qualificazione professionale. Ciò è particolarmente importante in questo periodo di maggiori investimenti e risorse in attuazione del Pnrr. Anche il sistema degli appalti e dei subappalti deve prevedere misure che premino la sicurezza e la regolarità dei rapporti di lavoro, sia negli appalti pubblici che in quelli privati. Già l'anno scorso, in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, Jobtech aveva chiesto a un campione di italiani in ricerca attiva quale fosse il loro stato psicologico in relazione alla sicurezza sul lavoro, dopo due anni di pandemia. Quel che è certo è che gli incidenti e le morti sul lavoro rappresentano una vera e propria minaccia soprattutto per chi cerca lavoro in settori a rischio più alto: edilizia, trasporti, logistica e agricoltura. Interrogando il campione in merito alle risposte per affrontare questo problema, la soluzione più comune è il controllo dello Stato, evidentemente percepito come insufficiente: per il 51% del campione servono più verifiche dall’esterno. Segue la proposta di migliorare i sistemi di protezione dei lavoratori (35,2%) e una maggiore percezione degli stessi lavoratori e dei datori di lavoro dei rischi che si corrono (31,8%). Altre proposte ricorrenti riguardano la formazione del personale (30,7%) e multe più salate per le aziende che non garantiscono sufficiente sicurezza. Intanto l'Inail ha pubblicato il bando Isi che consente alle aziende di ottenere un contributo a fondo perduto del 65% fino a un massimo di 130mila euro per nuovi investimenti aziendali finalizzati al miglioramento della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L’Inail ha messo a disposizione risorse per complessivi 250 milioni di euro, destinando una apposita linea per gli interventi di bonifica dell’amianto. Una ulteriore novità è rappresentata dall’inserimento di una specifica linea destinata a interventi di miglioramento della salute e sicurezza nell’ambito dei settori della pesca e fabbricazione di mobili.






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