sabato 12 dicembre 2020
Per Vincent Bolloré e Arnaud De Puyfontaine le accuse sono di «manipolazione del mercato» e «ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza»
Vincent Bolloré e Arnaud De Puyfontaine, presidente del consiglio di sorveglianza e presidente del comitato di gestione di Vivendi.

Vincent Bolloré e Arnaud De Puyfontaine, presidente del consiglio di sorveglianza e presidente del comitato di gestione di Vivendi. - Ansa

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La Procura di Milano ha chiuso le indagini preliminari sul caso Mediaset-Vivendi nei confronti di Vincent Bolloré e Arnaud De Puyfontaine, in qualità di presidente del consiglio di sorveglianza e Presidente del comitato di gestione di Vivendi. Le ipotesi di reato contestate sono «manipolazione del mercato» e «ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza». Nel dettaglio, spiega una nota della Guardia di Finanza, le indagini «hanno riguardato la scalata condotta da Vivendi sul titolo Mediaset, successiva al mancato adempimento degli accordi siglati tra i due gruppi» per l'acquisto della pay tv Mediaset Premium.

Le indagini erano iniziate nel 2016, dopo la denuncia dei legali della famiglia Berlusconi, proprietaria di Mediaset, per l'inadempimento dell'accordo sottoscritto con Vivendi, che prevedeva, appunto, l'acquisto di Premium. Secondo la Procura milanese, il passo indietro dei francesi sarebbe stato orchestrato per comprare in Borsa una partecipazione rilevante del capitale di Mediaset (circa il 25%) alterando i prezzi delle azioni, scese del 30% tra luglio e novembre 2016.

L'ostacolo alla Consob risulterebbe dalla mancata comunicazione dei rilevanti acquisti sul mercato di azioni Mediaset. Nell'ambito delle attività investigative della Procura di Milano sul caso Mediaset-Vivendi, «è stata acclarata un'ulteriore condotta manipolativa posta in essere» dallo stesso Vincenti Bolloré sul titolo Premafin.

Nessun commento per il momento da Mediaset in attesa delle carte e degli atti ufficiali.

L’inchiesta che vede indagati Bolloré e Puyfontaine è solo un pezzo di un complesso puzzle che vede contrapposti i due colossi delle telecomunicazioni e che si intreccia con quella della telefonia perché Vivendi è il primo azionista di Tim e il secondo in Mediaset.

La decisione definitiva sulla "scalata" ostile potrebbe arrivare nei primi mesi del 2021 dopo tre accordi andati a vuoto. A settembre la Corte Ue ha bocciato la normativa italiana (la legge Gasparri) che ha portato Vivendi a segregare nel trust Simon un 19,19% della sua quota in Mediaset.

Lunedì i legali delle due parti presenteranno a Milano le memorie sulla causa civile per il mancato rispetto del contratto d'acquisto di Premium.

In ballo ci sono oltre 3 miliardi di euro di risarcimento chiesti ai francesi da Mediaset e Fininvest.

Mercoledì 16 dicembre, invece, è fissata l'udienza al Tar del Lazio sul destino della delibera Agcom che ha portato al congelamento delle quote di Vivendi in Mediaset. L'Avvocatura dello Stato ha chiesto di rinviare la decisione. La valutazione è legata alla recente entrata in vigore della cosiddetta norma 'salva Mediaset' resasi necessaria dopo la bocciatura della legge Gasparri e contro la quale Vivendi ha appena presentato un esposto alla Commissione europea.

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