giovedì 8 dicembre 2011
Monti vede il segretario al Tesoro Usa, incassa la fiducia, e annuncia: «A gennaio andrò alla Casa Bianca». Il vertice dei leader Ue è chiamato oggi e domani a un accordo sulla revisione dei trattati. Germania e Francia bocciano la proposta, Berlino anche l’ipotesi di una convivenza dei fondi Efsf ed Esm. L'amministratore delegato del fondo salva-Stati ha annunciato intanto l’emissione entro fine anno di bond a tre, sei e dodici mesi.
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Al Consiglio europeo di oggi e domani dovrà trovarsi un accordo sulla crisi dell'Eurozona perché non ci sarà una seconda possibilità. L'avvertimento  arriva dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, intervenuto alla riunione del PPE a Marsiglia, prima del vertice cruciale per i destini dell'Euro. «Il rischio di esplosione dell'Europa non è stato mai così grande», ha detto Sarkozy, aggiungendo che «non ci sarà una seconda chance». «Bisogna decidere subito - ha aggiunto Sarkozy -. Più ritarderemo a prendere una decisione, più ciò sarà costoso e meno efficace. Se venerdì non troveremo un accordo, non avremo una seconda possibilita». Sarkozy ha poi ricordato che Francia e Germania sono favorevoli a un accordo con tutti i 27 Paesi dell'Unione europea, ma sono disponibili, in caso di diffocoltà, a un'intesa con i soli 17 Paesi dell'Eurozona. «Vogliamo che sia a 27 - ha spiegato il presidente francese parlando dell'accordo - ma se a 27 è bloccato, allora andremo a 17». «Abbiamo un paio di settimane per decidere - ha ribadito Sarkozy - perché il tempo lavora contro di noi». Francia e Germania presenteranno oggi ai Paesi membri dell'Unione europea le loro proposte di modifica dei trattati, per rafforzare significativamente la disciplina fiscale.IL VERTICE DELL'UEOrmai è diventato quasi un rito per Berlino. Ridurre le attese, evidenziare le difficoltà alla vigilia di un summit. Questa volta, di fronte a quello che si preannuncia come forse uno dei vertici più cruciali della storia dell’Ue, è stato tramite un alto funzionario governativo che ha chiesto di restare anonimo. «Rispetto a una settimana fa – ha detto senza mezzi termini – sono più pessimista di prima. Ci sono ancora tanti che non hanno compreso la gravità della situazione». «Il rischio di esplosione –  ha poi detto anche il presidente francese Nicolas Sarkozy, secondo quanto riferito da alcuni parlamentari – rimane acuto finché le decisioni prese con Angela Merkel non saranno effettive». Quanto basta per vedere le borse girare in negativo e gli spread risalire. Tanto che in serata è dovuto intervenire il ministro delle Finanze francese François Baroin, «né Angela Merkel, né Nicolas Sarkozy – ha assicurato – lasceranno il tavolo senza che sia firmato un accordo». E il lavoro, in effetti, è già nel vivo, domani, prima della cena di lavoro dei Ventisette, si vedranno i due leader e il presidente della Bce Mario Draghi, con loro anche il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy e quello della Commissione José Manuel Barroso. Fonti diplomatiche riferiscono che Draghi vuole «un impegno pieno, scritto nella pietra, verso un’unione fiscale» prima di poter impegnare l’Eurotower in interventi molto più massicci. Saranno, ha detto il portavoce della Merkel Steffen Seibert, «negoziati complicati e molto difficili». Tanto che varie fonti diplomatiche ribadiscono che ci sono buone probabilità che il vertice, previsto in chiusura per venerdì pomeriggio, potrebbe prolungarsi almeno fino a sabato. Sinistramente, fonti tedesche parlavano di accordo «comunque entro Natale». «Dobbiamo – hanno scritto Merkel e Sarkozy nella lettera a Van Rompuy, resa nota ieri – consolidare in modo significativo le fondamenta dell’Unione Monetaria», creando «un pilastro economico solido». In effetti, con il suo pessimismo della vigilia, la Germania vuole lanciare un messaggio preciso: niente "fiacchi compromessi". Berlino vuole andare dritto per la modifica dei trattati esistenti o la creazione di un nuovo per i 17 stati membri dell’eurozona e chi, dei 10 non euro, che voglia starci. Per questo il povero Van Rompuy ha visto liquidare da parte tedesca come «i soliti trucchetti di Bruxelles» le sue idee di acrobatiche modifiche al trattato, sfruttando protocolli e articoli di testo di Lisbona che consentirebbero, con qualche forzatura, di evitare le ratifiche.Ieri comunque i tedeschi hanno fatto capire che le speranze di arrivare a una modifica del trattato di Lisbona sono minime, soprattutto per le esose richieste di Londra in cambio di un sì. Resta dunque la lunga e difficile via di un nuovo trattato sulla base dei 17 Stati membri dell’euro, ma aperto ad altri (la dicitura è infatti "17 Plus"), fonti tedesche parlavano di almeno quattro-cinque stati non-euro. Berlino ieri ventilava la possibilità di inserire direttamente nello stesso trattato, ancora in fase negoziale, che istituisce l’Esm (il meccanismo permanente che sostituirà l’attuale fondo salva stati Efsf), le ferree norme di bilancio, con rafforzamento dei poteri della Commissione, sanzioni "automatiche" e un ruolo di vigilanza anche della Corte Ue. Principi che andranno scritti ex novo, il che sarà tutt’altro che facile, i francesi restano poco entusiasti su un potenziamento di Bruxelles.Berlino e Parigi nella lettera hanno comunque ribadito la loro volontà di anticipare al 2012 l’avvio dell’Esm. La Germania, però, ieri ha detto tre nein: no a far confluire nell’Esm, dotato di 500 miliardi di euro, i 250 residui nell’Efsf (l’attuale fondo salva Stati); no a consentire a questo di sopravvivere in parallelo all’Esm. E infine no all’idea di dotare l’Esm di una licenza bancaria per accedere alla liquidità della Bce. Ieri comunque l’amministratore delegato dell’Efsf,  Klaus Regling, ha annunciato, come già previsto, l’emissione entro fine anno di bond a tre, sei e dodici mesi per aumentare la flessibilità del Fondo.LA BCE TAGLIA I TASSI DI INTERESSELa Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di un quarto di punto, all'1%, nella riunione di dicembre. Il costo del denaro torna al minimo assoluto raggiunto durante la fase più acuta della crisi finanziaria nel 2009. L'Eurotower ha tagliato i tassi dello 0,25% per il secondo mese consecutivo dopo l'insediamento a novembre come presidente di Mario Draghi.

GEITHNER, APPREZZAMENTO A MONTI E MANOVRAGli Stati Uniti sostengono gli "sforzi dell'Italia e dell'Unione Europea" e, incoraggiati dai progressi delle ultime settimane, guardano con molto interesse al vertice europeo che si apre oggi a Bruxelles. L'incontro fra il segretario al Tesoro Tim Geithner e il premier e ministro dell'economia Mario Monti dura circa un'ora nella sede della prefettura di Milano dove il professore di Varese illustra la Manovra approvata dal cdm e ora sotto l'esame del Parlamento che spera lo "converta presto in legge".Quello di oggi oltre a essere una tappa del viaggio di Geithner in diversi paesi europei e alla Bce per discutere della crisi del debito sovrano, rappresenta un tassello importante del rapporto fra Italia e Stati Uniti che verrà rafforzato con la visita di Monti a gennaio alla Casa Bianca "in una data ancora da definire". Geithner guarda con "estremo interesse" all'esito del vertice Eurosummit di cui discute con Monti i temi salienti: "abbiamo discusso - spiega il premier - dei passi verso una più stretta unione fiscale con eventuale modifica del trattato Ue e della costruzione di firewall per dare conforto alla zona euro" oltre al ruolo di coordinamento che il Fondo monetario "può avere nel far funzionare in modo armonioso l'intero mosaico in questa fase delicata". Per Geithner quelle dell'Europa "sono sfide impegnative, ci vorrà tempo ma siamo confortati dai progressi delle ultime settimane". Quindi il segretario loda la credibilità e il prestigio di Monti e il suo "forte programma di riforme economiche" contenute nel decreto 'Salva Italia', dicendosi sicuro che "l'Italia tornerà a crescere nel futuro non solo in Europa ma anche nel resto del mondo".Il premier Monti poi volerà a Bruxelles. È tutta in salita la strada che il vertice europeo di oggi e domani dovrà percorrere per mettere la moneta unica al riparo da un naufragio che rischia di travolgere non solo il progetto d'integrazione europea ma anche l'economia internazionale. I segnali giunti dalle capitali e dai mercati alla vigilia dell'appuntamento più importante nella storia dell'Ue sui due grandi capitoli al centro del summit - la riforma dei Trattati e il "muro" finanziario da erigere a difesa dell'euro - sono stati tutt'altro che rassicuranti.

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