giovedì 27 maggio 2010
COMMENTA E CONDIVIDI
Diventa un giallo l’abolizione di dieci province. «È una notizia falsa. Nella manovra economica varata dal governo non ci sarà nessuna abolizione» avrebbe detto ieri sera il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ai parlamentari del Pdl che gli hanno chiesto conto del taglio. Una dichiarazione che smentirebbe un documento on-line del ministero dell’Economia apparso in precedenza e poi scomparso. Del resto l’ipotesi, tra conferme e smentite, ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri con un preciso affondo di Umberto Bossi a difesa di Bergamo. Il confine tra lo scampato pericolo e l’incubo imminente dei tagli è a quota 220mila abitanti: sotto questo livello, individuato dalla manovra varata dal governo, si trovano dieci province italiane. A essere colpite dalla scure dell’esecutivo sono le province di Biella, Vercelli, Massa Carrara, Ascoli Piceno, Fermo, Rieti, Isernia, Matera, Crotone e Vibo Valentia. La lista è stata ufficializzata solo nella serata di ieri, quando si è appreso che le modalità di calcolo della popolazione avrebbero fatto riferimento alle statistiche Istat. «Allo stato delle cose ci è impossibile dare una valutazione seria e approfondita riguardo alla manovra finanziaria, né per la parte economica, né tanto meno per le presunte norme ordinamentali che dovrebbe contenere» ha spiegato in giornata il presidente dell’Unione delle province d’Italia, Giuseppe Castiglione, che ha rimandato a oggi la riunione dell’ufficio di presidenza e l’elaborazione di un documento politico ufficiale.Di certo, il segnale di una progressiva abolizione è stato dato ed è possibile che ambienti interni alla maggioranza, a partire dai finiani, vogliano cavalcarlo per arrivare in tempi rapidi all’abrogazione complessiva di questo livello di governo. Prospettiva su cui però è lo stesso Giulio Tremonti a frenare. A chi gli chiedeva se fosse possibile perseverare su questa linea, il ministro dell’Economia ha replicato che prima «bisognerebbe cambiare la Costituzione». Soddisfatto alla fine Umberto Bossi, che ha difeso a spada tratta i territori del Nord cari alla Lega, rimasti non a caso fuori dalla querelle. «Era giusto toccare alcune province inutili, lo abbiamo fatto senza cancellare le altre – ha detto il Senatur –. Alcune province sono intoccabili, se toccano Bergamo è guerra civile».I territori colpiti, nel frattempo, promettono mobilitazioni, mentre si registrano inedite alleanze a livello locale. È il caso della Basilicata: il Consiglio provinciale di Matera ha convocato una riunione straordinaria, riscuotendo l’indiretta solidarietà del presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, che ha parlato di provvedimento «inaccettabile». Curioso anche il caso di Fermo, nelle Marche, la cui provincia è nata dal distacco dalla Provincia di Ascoli solo sei anni fa. Il paradosso è che, mentre si è aperto un contenzioso sulla spartizione dei beni e del personale dei due soggetti amministrativi, ora sia Ascoli che Fermo rischiano, a livello provinciale, di scomparire. «È una cosa kafkiana, forse stiamo su "Scherzi a parte"» ha ironizzato il presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Piero Celani, di centrodestra. A far discutere sono anche le deroghe fissate dalla manovra, che "salvano" le province delle Regioni a statuto speciale e le province confinanti con uno Stato estero. Su quest’ultimo punto, è soprattutto il Pd a incalzare Tremonti. Il deputato democratico Antonio Misiani, membro della commissione bicamerale per il federalismo, ha parlato infatti di «criterio incomprensibile, se non fosse che tra le province al di sotto della soglia critica e non appartenenti ad una regione a statuto speciale vi sarebbe anche quella di Sondrio»: il territorio conta 182mila abitanti ed è tra l’altro terra natia del ministro dell’Economia, ma la vicinanza con la Svizzera è parametro prezioso perché non venga toccato dal provvedimento. Non basta: il Pd attacca anche sul caso di Asti, preservata dal taglio grazie a quei 156 abitanti in più rispetto a quelli della soglia fissata dall’esecutivo. Il presidente della Provincia è Maria Teresa Armosino, già sottosegretario del ministro Tremonti nella legislatura 2001-2006.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: