venerdì 20 gennaio 2012
​Secondo Experteer i manager del Nord Europa sono più propensi  a spostarsi per la carriera, a differenza di quelli nostrani che si dimostrano più stanziali; inoltre non solo la retribuzione è una leva al cambiamento.
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​Experteer ha condotto un’indagine per fotografare gli spostamenti dei manager dall’Italia all’estero e viceversa; quali le motivazioni ai trasferimenti, quali le mète privilegiate e ancora quali i Paesi maggiormente esportatori o importatori di alte professionalità.Il paniere coinvolto dalla ricerca ha interessato 71.769 candidati che hanno aggiornato il proprio profilo su Experteer tra il 2010 e il 2011 indicando di aver cambiato lavoro.Il profilo dei candidati coinvolti nella ricerca è caratterizzato dalla multidisciplinarietà delle competenze, da una retribuzione annua lorda (R.A.L.) di almeno 40mila euro, da un alto livello di scolarità.  Il numero, sull’intero panel, di quanti hanno cambiato lavoro a livello internazione è di 11.188 manager; i Paesi coinvolti sono: Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, Scandinavia e infine 25 Paesi che fanno parte dell’Europa centrale e orientale e dell’ex Unione Sovietica.Gli executive che hanno cambiato lavoro e sono emigrati all’estero -sempre tra il 2010 e il 2011- rappresentano l’1,5%, un valore decrescente rispetto al 2009 che registrava l’1,7% di tutto il database candidati di Experteer.

I candidati che hanno ottenuto nuove posizioni lavorative, migrando in diversi Paesi durante il 2010-2011, sono 11.188, pari al 15,6% del panel.

Mentre 60.581 (quindi l’84,4%) degli executive, ha ottenuto una nuova posizione lavorativa nello stesso Paese.

La propensione a riallocarsi all’estero, allo scopo di migliorare la propria dimensione professionale, è variabile: in media, il 12% degli executive europei ha ottenuto un lavoro fuori dal proprio Paese nel 2010-2011. In dettaglio, questa propensione si è dimostrata in aumento al 20% nei Paesi scandinavi e al 47% tra gli executive dell’Europa centrale e orientale. Il trasferimento di questi manager potrebbe essere stato determinato da una serie di possibili variabili tra le quali:- la limitata opportunità di lavoro nei mercati interni, - la disparità di livelli retributivi tra i Paesi,- i conflitti interni di carattere economico, politico e sociale,- le concentrazioni geografiche di particolari attività o di fabbisogno di competenze.
Le propensioni più basse a riallocarsi all’esterno si sono registrate in Germania, Italia e Spagna (al 7-8% ca.). Interessante che l’unico Paese che ha visto un aumento proporzionale degli executive che hanno cambiato lavoro e si sono riallocati Oltremanica nei due anni appena passati, sia il Regno Unito: dal 20% nel 2009 è arrivato al 26% nel 2011, divenendo così il secondo maggiore esportatore di talenti dopo gli stati dell’Europa centrale e orientale.
Sicuramente la conoscenza della lingua autoctona, insieme a quella canonica dell’inglese, e la prossimità al Paese d’origine costituiscono dei fattori determinanti per quanti si spostano per migliorare la propria carriera.Una percentuale significativa di executive spagnoli, francesi e tedeschi, tra il 23% e 33% del panel, ha lasciato l’Unione Europea e si è trasferita altrove nel mondo per assumere posizioni più sfidanti e remunerative. Oltre il 40% di coloro che hanno conquistato una posizione all’estero, ricopriva ruoli da Specialista e da Project Manager, mentre un altro 31% da Team Leader o da Capo di dipartimento.Quasi la metà degli executive che si sono trasferiti all’estero (il 44%) ha dichiarato una R.A.L. tra i 40-60.000 euro l’anno. Dall’analisi sugli aspetti retributivi dei talenti che si spostano per un avanzamento di carriera, emerge che la Svizzera è il Paese che offre il livello più alto di remunerazione: gli executive migrati verso la Svizzera nel 2010-11 stanno guadagnando più di 80.000 euro l’anno. Dall’altra parte invece, l’85% del panel degli executive che ha assunto nuovi incarichi in Spagna nel 2010-11 guadagna meno di 80.000 euro all’anno, seguono l’Italia (80%) e la Francia (79%).I due terzi (68%) di coloro che si spostano a livello internazionale, hanno almeno cinque anni di esperienza professionale.
In generale, la tendenza a trasferirsi in un altro Paese è incrementata rispetto al 2010: in particolare i talenti con più di 5 anni di esperienza manageriale sono aumentati di 2-3 punti percentuali negli ultimi due anni. Storicamente, i servizi di consulenza, commercio e produzione sono i settori che testimoniano spostamenti significativi a livello internazionale, seguono l’information technology, servizi finanziari e produzione dei beni di consumo. Alcune evidenze della ricerca: - le competenze nell’automotive continuano ad essere richieste in Germania e in Francia,- la richiesta di talenti nei settori delle costruzioni e del real estate è stata abbastanza debole in tutto il continente europeo,- Svizzera, Germania, Francia e UK attirano professionalità in servizi bancari e finanziari,- i talenti specializzati in scienze naturali continuano ad essere attratti da Germania e Svizzera.
Le funzioni della consulenza, del general management, delle vendite, del marketing e della ricerca e sviluppo hanno assorbito il maggior numero di talenti che si sono spostati nel 2010-2011.
«Dalla nostra ricerca, rappresentativa degli spostamenti internazionali dei professionisti presenti su Experteer - commenta Raphael Fleischer, regional director Italy & Dach di Experteer - emerge che sicuramente vi è vivacità nel mercato del lavoro a livello internazionale. Inoltre la spinta motivazionale al trasferimento all’estero non è determinata in misura maggiore solo dagli aspetti retributivi ma concorrono una serie di fattori quali anche l’attrattività di settore e di funzione che esercita un Paese rispetto a un altro».
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