mercoledì 5 aprile 2023
Il Rapporto Fipe-Confcommercio: la carenza di personale e i costi schizzati alle stelle hanno frenato la ripresa al termine di due anni di incassi a scartamento ridotto
Una cameriera in servizio

Una cameriera in servizio - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Luci e ombre della ristorazione italiana. A dicembre 2022 erano 336mila le imprese operative. Di queste, 9.526 hanno avviato l'attività nel corso dell'anno, mentre sono quasi 20.139 quelle che hanno abbassato le saracinesche con un saldo negativo di oltre 10.600 unità. È uno degli aspetti che emergono dal Rapporto annuale della ristorazione curato da Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, presentato ieri a Roma. Un saldo negativo dietro il quale ci sono diverse concause: dagli strascichi della crisi pandemica al forte incremento dei costi in particolare delle materie prime e dell'energia (+200%) che hanno fortemente eroso i margini operativi delle imprese. Lo studio, tuttavia, sottolinea come la spinta inflattiva del settore sia stata più contenuta di quanto avvenuto a livello generale, con un incremento dei prezzi del 5% rispetto all'8,1% registrato per l'intera economia nel corso del 2022. Un dato che rivela una certa difficoltà delle imprese nel gestire la fase di aggiustamento dei listini, dovuta a valutazioni di contesto, ma anche a scelte conservative, fatte spesso per paura di perdere clientela che per giusta consapevolezza. «Nell'anno appena trascorso – spiega Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio – abbiamo visto rivelarsi l'altra faccia della crisi post-pandemica: dalla crisi della domanda si è passati nel volgere di pochi mesi ad affrontare una crisi di costi. Dunque, pur avendo recuperato, magari non completamente, ma piuttosto solidamente, i livelli dei consumi pre-Covid, l'impatto del forte aumento delle bollette e, seppure meno intenso, delle materie prime, hanno messo a dura prova la tenuta dei conti economici delle aziende. Rimettere al centro il lavoro di qualità e ripensare i modelli organizzativi delle imprese in termini di sostenibilità sono i due assi portanti di una strategia imprenditoriale per i prossimi anni. La ristorazione è, e rimane, intersezione tra filiere essenziali e sostanziali del made in Italy e stile di vita delle comunità; e il suo racconto contribuisce a dare un punto di riferimento più solido all'economia del Paese. Per questo, presentando anche la Giornata della ristorazione che si svolgerà il 28 aprile, uniamo numeri e simboli di un settore che merita grande attenzione». Il 46,1% di bar e ristoranti ha aumentato i prezzi nel corso del 2022, il 38,6% prevede di farlo nel 2023. Il 28,2% delle imprese (22,2% intera economia) è gestito da donne e il 12,3% (8,7% intera economia) da giovani under 35, mentre gli imprenditori stranieri sono oltre 50mila. Quanto all’occupazione «c’è stato un deciso balzo in avanti che l'ha riportata vicino ai livelli pre-pandemia. Le oltre 165mila aziende con almeno un dipendente hanno impiegato nel 2022 una media di oltre 987mila lavoratori, solo 3.700 in meno del 2019. Si tratta però di un aspetto su cui ancora c'è molto da fare, soprattutto rispetto al numero di contratti a tempo indeterminato e a quelli che riguardano donne e giovani impiegati nel settore, che invece restano abbondantemente sotto i livelli pre-Covid. A questi va aggiunta la fetta di occupazione indipendente (titolari, soci, eccetera) che vale oltre 350mila persone e che, invece, appare più lenta a tornare ai livelli del 2019. «Da aprile ad agosto di quest'anno noi imprese della ristorazione dovremmo assumere circa 235mila addetti, tra stagionali e tempo determinato. Ma in quasi il 40% dei casi ci saranno dei problemi di reperimento del personale, per mancanza di candidati e di profili adeguati», precisa Luciano Sbraga, direttore dell'Ufficio studi di Fipe-Confcommercio. In particolare mancano camerieri, cuochi e banconieri. Sono oltre 140mila le figure professionali richieste nella ristorazione nel solo trimestre febbraio-aprile. In pratica oltre la metà dei lavoratori ricercati dall'intero settore turistico, che ammontano complessivamente a 210mila. Sono i numeri elaborati da Fipe-Confcommercio, che sottolinea in una nota come, pur in presenza di una significativa ripresa dei consumi nel corso degli ultimi due anni, i livelli di occupazione non hanno ancora eguagliato quelli pre-pandemia. La Federazione, che ha organizzato la seconda edizione del Fipe Talent Day per far incontrare domanda e offerta, calcola che almeno per il 30% delle figure richieste le imprese hanno difficoltà di reperimento per ridotto numero di candidati, mentre per il 13,8% il motivo principale è l'inadeguatezza dei curricula presentati. Il settore conta oggi circa 800mila dipendenti. Secondo le elaborazioni Fipe, la figura più ricercata è quella del cameriere di sala per il quale le imprese stanno cercando circa 55mila persone. Seguono poi cuochi e aiuto cuochi (circa 30.000), banconieri di bar (15.610), banconieri di gelateria (10.040). Si tratta di figure per cui in almeno sette casi su dieci sono richieste esperienze pregresse nel settore e dunque una buona competenza. «Quella del Talent Day è un'iniziativa che si è resa sempre più necessaria - afferma Aldo Cursano, vice presidente vicario della Fipe e presidente di Confcommercio Toscana -. È fondamentale sviluppare una strategia condivisa con istituzioni, parti sociali e imprese per avvicinare soprattutto le nuove generazioni, superando definitivamente una logica di mero assistenzialismo che ha reso sempre più complicato l'incontro tra domanda e offerta. Avrei bisogno di assumere altre nove persone, almeno tre a tempo indeterminato. È tutto l'inverno che cerco personale qualificato, senza successo». Cursano è titolare di due attività a Firenze: un caffè storico nel centro con otto dipendenti, tutti italiani, e un ristorante con altri nove, il 60% stranieri, tra i quali giapponesi, brasiliani e cingalesi. Per mancanza di personale non riesce a tenere le attività aperte sette giorni su sette ed è stato costretto a chiudere alle 18 perché non riesce a coprire il turno serale. «Ho rinunciato all'aperitivo di sera - aggiunge - perché quando hai attività di un certo tipo non è che tu puoi prendere la prima persona che passa per la strada e fargli fare lo chef, il pasticcere, il barman o metterlo in sala. Al ristorante lavoro dal lunedì al sabato a pranzo e soltanto per due cene il venerdì e il sabato. Non si riesce a organizzare un adeguato servizio di accoglienza, preparazione e somministrazione e molti di noi stanno rinunciando. Abbiamo preferito limitare gli orari perchè non si possono stressare troppo i collaboratori». Il vicepresidente della Fipe Confcommercio e presidente della Fipe Toscana non ha dubbi: «Il decreto flussi è insufficiente e soprattutto poco aderente alle necessità dei vari settori economici. È assurdo sia nella modalità che nella misura. Nella ristorazione, soprattutto nelle città d'arte e nelle città balneari, abbiamo bisogno di 200mila stagionali perché la stagionalità come in agricoltura è l'aria che respiriamo».

La difficoltà a trovare personale

La difficoltà a trovare personale qualificato è confermata anche dalle Agenzie per il lavoro. Il 26,3% delle ricerche di cuochi e camerieri resta inevaso, a fronte di una crescita costante della richiesta di personale nel settore alberghiero e della ristorazione. Sono i dati raccolti da Lavoropiù, che ha vagliato oltre 1.800 ricerche di personale in tutta Italia nell'ultimo anno. A oggi, le posizioni aperte complessivamente sono 39 per i cuochi e 88 per i camerieri di sala e barman, con la maggior parte delle richieste concentrate in Emilia-Romagna e Lombardia. Secondo Lavoropiù, le posizioni più ricercate in ambito alberghiero sono: chef de rang, camerieri di sala, barman e baristi, camerieri ai piani, governanti. Mentre in ambito ristorativo: camerieri di sala, chef, barista, barman, cuochi nella ristorazione collettiva. C'è inoltre carenza di addetti alle prenotazioni, con conoscenza di più lingue straniere e portieri notturni. La retribuzione media lorda annua per queste figure varia da 16.400 a 72mila euro per i cuochi (i valori estremi riguardano aiuto cuochi da un lato ed executive chef dall'altro); da 10mila a 28.500 euro per i camerieri e da 10mila a 23.100 euro per le altre posizioni, come i barman. L'inquadramento è di solito con contratto a tempo determinato, con pochissime eccezioni di tirocini e contratti a chiamata e contratti a tempo indeterminato. Per quanto riguarda le competenze richieste, oltre a quelle tecniche come per esempio la conoscenza dei diversi tipi di servizio e dell'abbinamento piatto-vino per i camerieri o le conoscenze di tecniche di cottura, taglio e trattamento carni per gli chef sono importanti le skill trasversali, come la motivazione, la flessibilità oraria, la mobilità territoriale e la capacità di empatizzare con il pubblico. «Le ragioni principali della carenza di questo tipo di professionalità sono la proposta economica, che in molte aziende del comparto non è adeguata al costo della vita e alla flessibilità richiesta e la riduzione del bacino di lavoratori post-pandemia - precisa Samanta Rossi, national matching manager di Lavoropiù -. Una situazione che per la prima volta sta spingendo le aziende del settore a rivolgersi in modo massiccio alle Agenzie per il lavoro. Ma nonostante un database di quasi 30mila profili e una divisione appositamente dedicata, Horecapiù, anche noi fatichiamo a stare dietro alle richieste. E con l'arrivo della stagione estiva la situazione peggiorerà con ancora più personale mancante. Per questo motivo stiamo percorrendo strade alternative, come l'orientamento nelle scuole alberghiere o la creazione di percorsi formativi professionalizzanti per chi proviene da altri settori». Intanto The Good Burger, catena di hamburger spagnola con il maggior numero di store in Spagna che festeggia il suo decimo anniversario (2013-2023) come leader nel Paese, apre il suo primo flagship store nei pressi della Stazione di Roma Termini, in via Gioberti 19. Con l’apertura del nuovo locale, che dispone di oltre 175 metri quadrati di superficie distribuiti su due piani, l’importante marchio del Gruppo Restalia, ha annunciato l’assunzione di 13 nuovi collaboratori diretti che saranno inseriti proprio all’interno dello store. Per inviare il cv: chiara.bianco@gruporestalia.com.

La ristorazione collettiva in piazza per protesta

Un altro aspetto della ristorazione riguarda le mense pubbliche (nelle scuole o negli ospedali) e quelle aziendali. Nei giorni scorsi si è tenuta a Roma la mobilitazione nazionale del settore della ristorazione collettiva, indetta da Anir Confindustria e dalle aziende del comparto, contro la mancanza di misure del governo per fronteggiare il caro prezzi che sta penalizzando fortemente l'intero mondo delle mense pubbliche. Centinaia di persone in piazza per chiedere un "pasto giusto contro il pasto ridotto". «Chiediamo al governo - sostiene il presidente di Anir Confindustria Lorenzo Mattioli - interventi urgenti e strutturali per poter far fronte a questa crisi di un settore che impiega circa 120mila persone, per l'80% donne. Diverse le interlocuzioni, ma attendiamo risposte concrete e per questo, nelle mense delle aziende aderenti, abbiamo servito un servizio minimo che abbiamo chiamato pasto ridotto, oltre a essere stati costretti a scendere straordinariamente in piazza. Stiamo lavorando in condizioni impossibili, penalizzando i bilanci delle nostre aziende, compromettendo tanti posti di lavoro di donne e famiglie che tutti i giorni servono la comunità con impegno e dedizione attraverso migliaia e migliaia di pasti, il principio è semplice: aumentano i costi a carico delle aziende che sono obbligate dall'amministrazione pubblica a non interrompere e a non variare il servizio. La stessa Pa, però, non riconosce l'aumento dei costi sostenuti, poiché non ha una legge che glielo impone. Questa è una concatenazione di fattori sfavorevoli che sta soffocando definitivamente le aziende». «Il piatto piange. Rischiamo il punto di non ritorno per un settore che eroga quasi 1,5 miliardi di pasti all'anno. A rischio oltre 60mila occupati e 700 milioni di pasti. Quella che può esplodere è una bomba sociale ed economica per le conseguenze sui lavoratori e sull'utenza molto spesso fragile: degenti in ospedale, in Rsa e mense scolastiche», avvertono Confcooperative Lavoro e Servizi e Agci Servizi sulla «complicatissima congiuntura» per le imprese di settore.

Banqueting e catering alle prese con rinnovo e formazione

Lavoro, sostenibilità, formazione e legalità. Sono queste le direttrici emerse durante l’assemblea annuale dell’Anbc-Associazione nazionale banqueting e catering, la realtà associata a Fipe-Confcommercio che rappresenta gli interessi sociali, morali ed economici delle imprese che si occupano dell’organizzazione di ricevimenti e banchetti. L’assemblea, dal titolo Identità sostenibile–Modelli di sviluppo per un’impresa responsabile, ha rappresentato un’occasione di confronto tra esponenti del settore e rappresentanti istituzionali sulle grandi sfide che interessano un comparto che occupa quasi 14mila persone a tempo indeterminato, cifra che arriva a oltre 100mila addetti durante i picchi e l’alta stagione. Tra le sfide più importanti emerse in occasione dell’assemblea c’è quella del rinnovo del contratto di lavoro, un vero e proprio banco di prova per il consolidamento dell’identità non solo del settore, ma anche - e soprattutto - dell’Associazione al fine di rappresentare legittimamente le istanze dei suoi associati. Nelle trattative, ancora nelle fasi iniziali, Anbc punterà all’istituzione di un addendum specifico che riconosca le specificità del comparto. Nel corso dell’iniziativa, grande attenzione è stata posta anche al tema della formazione, cruciale per il banqueting e catering così come per l’intero segmento della ristorazione. Soprattutto, è stato acceso un faro sull’importanza di programmi formativi con lo scopo di garantire una maggiore professionalizzazione degli addetti: un aspetto fondamentale per la valorizzazione e il rispetto delle persone occupate nel settore, accanto all’utilizzo di contratti di lavoro conformi e nel rispetto della legalità, come sempre promosso da Anbc. «Il nostro settore si trova in un momento cruciale per la sua legittimazione, che passerà anche dal rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro - dichiara Paolo Capurro, presidente dell’Anbc -. Il 2022 è stato indubbiamente l’anno della ripresa dopo la grande crisi affrontata nel 2020 e 2021 a causa del Covid. Adesso stiamo pian piano tornando ai numeri pre-pandemia e per il 2023 stimiamo una crescita del +8%, che arriva al 9,5% per quanto riguarda la specifica categoria dei destination wedding».

Un settore che si stima in crescita

Dalla pasta ai tortellini, dalla pizza alla parmigiana, dal tiramisù al babà. Sua eccellenza la cucina italiana è la candidata ufficiale del governo italiano come patrimonio dell'umanità Unesco su proposta dei ministri dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano. E la Commissione nazionale ha approvato all'unanimità. E davanti a una ricchezza e una varietà enogastronomica come quella italiana, un vero monumento che ci invidia buona parte del mondo, stupisce davvero - come sottolinea il ministro Francesco Lollobrigida - che sia accaduto solo nel 2023. Il dossier verrà ora trasmesso dal ministero degli Esteri all'Unesco e inizierà l'iter di valutazione che dovrebbe concludersi, al più tardi, a dicembre 2025. La cucina italiana viene definita, nel dossier di candidatura ufficiale alla lista Unesco dei patrimoni culturali immateriali, come un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano e la connotano. Questo mosaico di tradizioni riflette la diversità bioculturale del Paese e si basa sul comune denominatore di concepire il momento della preparazione e del consumo del pasto come occasione di condivisione e di confronto. «La candidatura della cucina italiana – sottolinea Stoppani - come patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco è un segnale fortissimo dal punto di vista simbolico, riconoscendo il valore universale del patrimonio eno-gastronomico del nostro Paese, sia per la qualità insuperabile nella trasformazione del prodotto agro-alimentare italiano sia per il tessuto di competenze, professionalità e imprese che tale patrimonio incorpora materialmente. La nostra è una tradizione secolare che ha ricadute economiche e implicazioni culturali amplissime, identitarie e rappresentative delle diversità territoriali, delle stratificazioni storiche e delle caratterizzazioni sociali. Ci sentiamo non solo orgogliosi di questa candidatura, ma anche fortemente allineati agli obiettivi che si propone. Dalla realizzazione della Carta dei valori della ristorazione alla Giornata della ristorazione per la cultura dell'ospitalità italiana, programmata per il prossimo 28 aprile e insignita dalla medaglia del presidente della Repubblica, cerchiamo infatti di rilanciare, promuovere e consolidare la cucina italiana, che raccoglie i nostri migliori valori nazionali e li traduce ogni giorno in vita quotidiana, facendone un asset strategico per il futuro del Paese». In occasione della Giornata della ristorazione è possibile devolvere un contributo alla Caritas italiana. Mentre Intesa Sanpaolo effettuerà una raccolta fondi attraverso una piattaforma e tramite gli sportelli bancomat.​ Anche se la flessione indotta dalla pandemia di Covid-19 negli ultimi due anni ha portato il mercato della ristorazione in Europa a contrarsi del – 12,3%, un impatto più sensibile se confrontato all’esperienza di altri Continenti. Tuttavia, ci si attende che la ripresa europea sarà tra le più dinamiche: con un ritmo di crescita pari al +6,8%, si prevede infatti che l’area Europa tornerà ai livelli pre-pandemia già nel 2023. È questo il quadro che emerge dal nuovo studio del Foodservice Market Monitor, dove Deloitte analizza il settore della ristorazione a livello globale, offrendo una panoramica sul dimensionamento, il livello di market share e posizionamento del mercato, con focus sulle prospettive di crescita. Il rimbalzo del settore sarà sospinto da formati più agili di servizi come testimoniano le percentuali di Café e Bar +8,1% e dello Street Food +5,6%, unitamente a formati consolidati come il Full Service Restaurant (ristorante con servizio al tavolo, di qualità) che cresce del 5,7%. Considerando le prospettive di ripresa per singolo settore, il ritorno ai livelli pre-pandemia per il Quick Service Restaurant (Fast food, Delivery) potrebbe avvenire già nel 2022, mentre bisognerà andare al prossimo anno per i Full Service Restaurant e Street Food, e al 2024 per la tipologia di Café e Bar. «La pandemia prima e il conflitto dopo hanno modificato profondamente alcune dinamiche nel settore Foodservice. Oltre a considerare le urgenze dettate dalla situazione contingente, le realtà della ristorazione non possono però dimenticarsi delle grandi trasformazioni in atto, come quella tecnologica - commenta Tommaso Nastasi, Value Creation Services Leader di Deloitte -. Per salvaguardare la sostenibilità del business nel lungo periodo, le aziende del settore devono considerare tre imperativi: investire sulle competenze e l’integrazione di front e back end, potenziare l’engagement sia verso i clienti sia verso il proprio personale, e innovare l’esperienza per il cliente, facendo leva su soluzioni digitali di prossima generazione». Nel generale clima di ripresa si evidenzia anche la performance della cucina italiana nel mondo. Nel 2021 ha sostenuto infatti una crescita a doppia cifra, pari al +25% rispetto all’anno precedente, che ha risollevato il valore fino a raggiungere i 205 miliardi di euro. Dopo una contrazione del -30% registrata nel primo anno di pandemia, lo slancio positivo dello scorso anno ha riavvicinato – seppure non ancora completamente colmato – il valore della cucina italiana nel mondo alle performance pre-Covid, quando si attestava a 236 miliardi di euro. Le aree di maggiore penetrazione si confermano Usa e Brasile con un’incidenza rispettivamente del 33% e del 28% (dopo il mercato italiano, 94% della penetrazione). Cina e Usa continuano a guidare per valore il mercato, pesando congiuntamente per il 60%. «Tra i ristoranti con servizio di qualità a livello internazionale la penetrazione della cucina italiana sfiora il 20% - conclude Nastasi -. Il posizionamento della ristorazione italiana nel mondo, tuttavia, è in prevalenza di “value for money”, con una maggiore concentrazione di ristorazione “premium price” nei Paesi dell’Asia. In Italia, invece, un terzo del mercato si posiziona nel segmento “low cost”».

Assunzioni anche in altri comparti

CashMe - che punta a offrire nuovi servizi per le banche - è alla ricerca sia di profili consulenziali che It e prevede l'assunzione di dieci nuove unità entro la fine del 2023. In particolare:

Consulente commerciale per lo sviluppo commerciale sul territorio delle pmi: figure commerciali con esperienza, responsabili dello sviluppo commerciale sul territorio. Il candidato ideale sarà responsabile di costruire e gestire relazioni di lungo termine con le pmi, oltre a identificare e cogliere le opportunità di business. La posizione è full-remote, tranne un giorno a settimana in sede. I requisiti includono una laurea in materie economiche/finanziarie e una forte predisposizione al lavoro di squadra.

Professionista It per lo sviluppo della piattaforma digitale: professionisti It che abbiano una forte passione per lo sviluppo di tecnologie innovative. Il candidato ideale sarà responsabile della progettazione, sviluppo e implementazione di nuove funzionalità per la piattaforma digitale nonché della manutenzione di quelle esistenti. La posizione è full-remote, tranne un giorno a settimana in sede. Il candidato deve avere esperienza nella gestione di progetti It e una solida formazione in informatica o ingegneria informatica.

Operatore di back office e customer care: operatori di back office e customer care per l'ufficio di Mantova. Il candidato ideale sarà responsabile di supportare i clienti attraverso canali di comunicazione digitali (telefono, chat, email) e di gestire le attività amministrative dell'ufficio. I requisiti includono una laurea in materie economiche/finanziarie, una forte predisposizione al lavoro di squadra. La posizione richiede di lavorare presso la sede di lavoro di Mantova, in cui si offre un ambiente di lavoro stimolante e dinamico. Per tutte le figure è previsto un processo di selezione in due fasi: una primo colloquio in videoconferenza con un esperto Hr, il cui scopo è quello di conoscere meglio il candidato e valutare se si possiedono i requisiti necessari per la posizione ricercata. Successivamente, i candidati selezionati saranno invitati a partecipare a un secondo colloquio in presenza con uno dei dirigenti, durante il quale verranno approfonditi gli aspetti tecnici e professionali della posizione. Qualora il candidato risulti idoneo, verrà formulata una proposta di assunzione. Le tempistiche sono molto veloci, anche meno di 30 giorni dal primo colloquio. In base alla tipologia di profilo richiesto, si prevedono differenti tipologie di contratto. Per le figure senior, si prevede in genere l'assunzione a tempo indeterminato con una serie di benefit e di incentivi legati alle performance. Per quanto riguarda invece figure junior, viene messo a disposizione un percorso di formazione aziendale con eventuali tirocini e stage. L'obiettivo è quello di offrire ai giovani laureati l'opportunità di entrare in contatto con un ambiente di lavoro stimolante, dove poter acquisire le competenze tecniche e le soft skill necessarie per crescere professionalmente. La politica aziendale prevede una particolare attenzione alle persone e al loro sviluppo professionale, con l'obiettivo di creare un ambiente di lavoro sano, motivante e gratificante per tutti i dipendenti. A livello di Gruppo è stata lanciata recentemente la FinAcademy, che consente a tutti i collaboratori di beneficiare di contenuti formativi multidisciplinari trasversali di alto valore aggiunto. Accanto a ciò, ai nuovi dipendenti sono offerti corsi specialistici legati ai temi dell’analisi di bilancio, creditizia e finanziaria. Previsti anche lavoro agile, convenzioni con strutture ricettive, ristoranti, shopping e asilo nido. Gli interessati possono inviare il cv all'email: hr@cashme.it. Mavolo, azienda veneta specializzata nella distribuzione di bevande, liquor e spirit con oltre 60 anni d’esperienza nel settore, punta a inserire altre dieci persone nel 2023 per integrare tutti i dipartimenti: dal commerciale all'amministrativo. Tra i requisiti richiesti: fantasia, immaginazione e creatività, con una spiccata tendenza per il problem solving e la comunicazione. Cerca persone che siano affidabili, professionali e con le giuste competenze sia hard, sia soft per il ruolo a cui decidono di dedicare il loro tempo. I contratti previsti sono a tempo indeterminato. Inoltre sta ricercando anche agenti di commercio e brand ambassador del portfolio (per Mavolo si chiamano drink setter, agenti segreti del vivere bello) e per queste figure di professionisti sono previsti contratti a partita Iva. Le selezioni sono processate tutte internamente, direttamente dal dipartimento di riferimento insieme alle risorse umane. La proprietà partecipa alle fase finale per conoscere le persone e accompagnarle in prima persona nell’inserimento in azienda. Gli interessati possono inviare il cv all'email: info@mavolo.it. Il 2022 si è chiuso all’insegna del successo per 3A, azienda della distribuzione di brand internazionali sportswear e fashion, presente sul territorio dal 1983. Lo scorso anno 3A ha registrato un importante aumento del fatturato, con performance che hanno portato a una crescita dei ricavi del 27% rispetto al 2021. Il fatturato 3A, nel 2022, si attesta a 94 milioni di euro. L’utile netto dell’azienda è di 4,8 milioni di euro. Sono previste assunzioni: 3A intende aumentare l’organico del 10% dei prossimi mesi. È possibile caricare qui il proprio cv: https://3asport.it/lavora-con-noi/.






© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: