giovedì 7 gennaio 2021
Clia ricorda l'efficienza dei protocolli di sicurezza e l'importanza economica del comparto
Ripartire prima possibile
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Le crociere non ripartono. Ma fino a quando? Msc indica il 24 gennaio, Costa il 31. Il settore cerca di essere ottimista, non per nulla CLIA – l’associazione internazionale delle navi da crociera – torna a sottolineare che il comparto costituisce un unicum grazie al protocollo sanitario adottato ad agosto e che ha dimostrato di funzionare bene, riuscendo a far viaggiare fino ad oggi oltre 60mila crocieristi, inserendoli in una sorta di bolla di protettiva anche a tutela delle comunità locali.

CLIA ricorda che ora sono le stesse comunità ed i porti che hanno beneficiato del turismo crocieristico fino alla pausa natalizia ad auspicare che si rimetta in moto il settore che, solo in Italia, genera un fatturato di 14 miliardi l’anno, assicurando circa 120mila posti di lavoro (tra diretti e indiretti) e stipendi per 3,9 miliardi. Gli stessi auspici sono condivisi dagli equipaggi delle navi, tra cui molte migliaia di marittimi italiani, tornati a bordo tra Natale e Capodanno per osservare il periodo di quarantena necessario a riprendere la navigazione.

Il protocollo adottato in Italia dalle navi da crociera ha richiesto ingenti investimenti da parte delle compagnie, sia per la messa a punto sia per la sua implementazione a bordo ed a terra. Esso rappresenta, inoltre, un caso unico al mondo, nel settore crocieristico come in quello del turismo e dell’ospitalità. Va ricordato che tra le misure vi sono lo screening sanitario degli ospiti e dei membri dell’equipaggio prima dell'imbarco con i tamponi Covid-19 (antigene e Pcr se necessario anche durante la crociera) oltre al controllo della temperatura, la compilazione di un questionario sanitario, le procedure di igienizzazione e pulizia degli ambienti.

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