venerdì 24 gennaio 2020
L'aumento medio è di 80 euro. Interessati circa 90 mila lavoratori delle piccole e medie imprese
Rinnovato il contratto del settore tessile, moda e affini
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È stata sottoscritta questa mattina a Roma, tra Uniontessile-Confapi e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, l'intesa sull'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2019-2023, scaduto il 31 marzo 2019. Il rinnovo contrattuale interessa 90mila lavoratori delle piccole e medie imprese del settore tessile, della moda e affini. L'ipotesi di accordo prevede un aumento medio di 80 euro sui minimi (al 3° livello super) distribuito in tre tranche: 30 euro dal 1° febbraio di quest’anno, 25 euro dal 1° gennaio 2021 e i restanti 25 euro dal 1° febbraio 2022. Il montante contrattuale sui minimi è pari a 2.605 euro. Molto importante in questo contratto è l’istituzione, per la prima volta nel settore, dell’istituito dell’elemento perequativo, pari a 110 euro annui, che verrà erogato annualmente a tutti i dipendenti in forza, indipendentemente dalla situazione economica individuale, nelle aziende che non fanno contrattazione per i premi di partecipazione. Nel caso in cui siano accordi aziendali che prevedono erogazioni di importo inferiori ai 110 euro, dovrà essere corrisposta ai lavoratori una integrazione, fino al raggiungimento della cifra concordata. L’elemento perequativo va ad aggiungersi alla garanzia retributiva, già esistente, che prevede 240 euro annui per tutte quelle aziende che non fanno la contrattazione di 2° livello. Inoltre, sul capitolo del "welfare” contrattuale, è previsto l'aumento dello 0,10% del contributo destinato al fondo di previdenza integrativa “Fondapi” a favore di tutti i lavoratori iscritti. Sul fronte della sanità integrativa, viene invece confermato il versamento di 120 euro annue per ogni dipendente al fondo integrativo sanitario “Enfea Salute”, totalmente a carico delle aziende. Le parti hanno inoltre deciso l’avvio, entro il prossimo 30 giugno, delle attività previste dall’Osservatorio Nazionale Tessile. Molto importante l’articolo sul reshoring: le aziende committenti di lavorazioni a terzi, infatti, dovranno inserire nel contratto di commessa una clausola per richiedere alle imprese esecutrici l’applicazione del contratto di lavoro di loro pertinenza e delle leggi sul lavoro. E per contrastare il fenomeno dei contratti pirata è previsto che le aziende committenti impegnino le imprese contoterziste o appaltanti ad applicare i contratti sottoscritti dai sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale. Il testo prevede anche l’aumento del periodo di aspettativa non retribuita per la conservazione del posto di lavoro, nel caso in cui il periodo di malattia abbia superato tale limite. Infine, sarà recepita la normativa per le unioni civili, sono stati introdotti elementi migliorativi per il congedo parentale e per le assenze durante le malattie del figlio, e sarà inviato ad Enfea un avviso comune per le prestazioni di sostegno a favore delle vittime di violenza di genere.

«Gli imprenditori chiedevano un contratto più snello, ma soprattutto meno oneroso, per conciliare la necessità delle imprese di non introdurre nuovi costi, con quella dei lavoratori di migliorare gli standard di welfare aziendale. Questo accordo ha certamente raggiunto il risultato sperato. Un positivo punto di partenza per nuovi ed ulteriori sviluppi del settore», ha commentato con soddisfazione Alberto Russo, Presidente di Uniontessile-Confapi. Soddisfatti anche i sindacati: «Si tratta di un ottimo risultato – dichiarano le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uiltec - arrivato dopo quattro incontri con la delegazione trattante e senza ricorrere ad una sola ora di sciopero. Abbiamo condiviso con la controparte la tutela del salario reale dei lavoratori nei confronti dell'inflazione e del potere di acquisto. L’aumento contrattuale, infatti, risulta superiore a quanto previsto dall’Ipca nel corso del quadriennio, tendendo anche conto di quote di produttività Ora la parola definitiva passa alle assemblee dei lavoratori per approvare l'ipotesi di accordo».

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