martedì 4 febbraio 2014
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Conto alla rovescia per il nuovo Riccometro. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 19 del 24 gennaio è pubblicato il Dpcm n. 159/2013 che approva un Regolamento contenente la revisione del campo di applicazione e delle modalità di calcolo di Ise ed Isee. Si tratta dei due principali indicatori della “ricchezza” delle famiglie, il metro mediante il quale gli enti erogano già oggi le prestazioni sociali agevolate (mensa scolastica, scuolabus, tasse universitarie, asili nido, ecc.) ed, eventualmente, fissate pure le misure di compartecipazione alla spesa (cioè quanto devono pagare le famiglie). Il Regolamento entra in vigore l’8 febbraio 2014, fissando l’agenda dei conseguenti provvedimenti per la messa in opera che, presumibilmente ci sarà entro l’estate. La riforma è stata approvata dal Consiglio dei ministri il 3 dicembre. Diverse le novità che nel loro complesso, tuttavia, rendono la procedura molto più complicata rispetto a oggi. Non tanto per i calcoli (ci sono i computer), quanto per l’abbondante e meticolosa serie di dati e informazioni, molti dei quali andranno autocertificati dal dichiarante. L’impianto generale del Riccometro conserva il modello originario, in vigore dal 2008: l’Ise, indicatore di ricchezza del nucleo familiare, è pari alla somma di reddito e patrimoni di ciascun componente il nucleo familiare; l’Isee, indicatore di ricchezza di ogni singolo componente il nucleo familiare, è pari al rapporto tra l’Ise e un coefficiente prefissato dalla legge sulla base della numerosità del nucleo familiare e dell’eventuale ricorrenza di particolari situazioni (per esempio presenza di soggetti disabili, di percettori di reddito da lavoro dipendente, nuclei monofamiliari, ecc.). Nel futuro una particolarità distinguerà i due indicatori: l’Isee la farà da padrone, perché elevato a “strumento di valutazione della situazione economica” ai fini della concessione delle prestazioni. In altre parole sarà sempre e soltanto l’Isee la bilancia attraverso cui gli enti erogatori di prestazioni  valuteranno a chi erogarle e a chi no, nonché se e quanto far pagare ai cittadini a titolo di compartecipazione alla spesa pubblica. Per la messa in opera del nuovo Riccometro, tuttavia, non basta la pubblicazione in gazzetta ufficiale del nuovo Regolamento: ma è il punto di partenza. Ora, infatti, c’è da aspettare l’arrivo degli ulteriori provvedimenti che vede prima di tutto l’approvazione della nuova Dsu (dichiarazione sostitutiva unica: serve, come oggi, per fare richiesta dell’Isee e per fornire i dati utili al calcolo) entro il 9 maggio 2014 (ovvero entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Dpcm) e l’adeguamento delle tariffe da parte degli enti erogatori, operazione che andrà completata nel termine di 30 giorni dall’approvazione della nuova Dsu (in mancanza il rischio è lo stop a tutti i servizi e prestazioni agevolate). Ecco in particolare la cronologia, passata e futura:•    3 dicembre 2013: il Consiglio dei ministri approva il Regolamento di riforma del Riccometro;•    24 gennaio 2014: sulla Gazzetta Ufficiale n. 19/2014 viene pubblicato il Dpcm 3 dicembre 2013, n. 159, contente il Regolamento di riforma del Riccometro;•    8 febbraio 2014: entra in vigore (ma non ancora operativamente) il Regolamento di riforma del Riccometro il quale stabilisce, per la sua piena operatività, l’emanazione di altri provvedimenti;•    9 maggio 2014: è il termine entro cui un apposito decreto interministeriale deve approvare la nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu), cioè il modello di “domanda” dell’Isee;•  30 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto con la nuova Dsu: entro tale termine tutti gli enti che disciplinano prestazioni agevolate devono emanare propri atti per adeguare le tariffe alle nuove regole. Da tale data la riforma diventa pienamente operativa: tutte le prestazioni sociali agevolate devono essere erogate sulla base della nuova disciplina; tutte le vecchie Dsu cessano di avere efficacia ai fini della richiesta di nuove prestazioni.Si ricorda, infine, che la riforma del riccometro ha rideterminato anche i limiti economici per avere diritto agli assegni familiari (in presenza di almeno tre figli minori) e all’assegno di maternità, entrambi erogati dai Comuni. Anche questi nuovi limiti entreranno in vigore dopo 30 giorni dall’approvazione della nuova Dsu.
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