venerdì 23 maggio 2014
Per Giorgio Paladin (nella foto l'ad di Uomo e Impresa) alla base devono esserci «pragmatismo, creatività e discontinuità».
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Il Forum, che si è svolto lunedì 19 e martedì 20 maggio a Roma, è stato incentrato sulla gestione delle Risorse Umane all’interno delle banche, in un momento attuale caratterizzato da complessità, cambiamenti e necessarie riorganizzazione dell’organico aziendale. E proprio a questo proposito è intervenuto Giorgio Paladin, amministratore delegato di Uomo e Impresa, tra i pionieri dell’outplacement in Italia.“Negli anni ’80, quando iniziai ad interessarmi di supporto alla ricollocazione professionale - spiega Paladin - percepivo una notevole resistenza al cambiamento professionale nel mondo delle banche, sia interno che verso l'esterno. Questo era dovuto al luogo comune, che vedeva chi ha lavorato in banca come 'impossibilitato' a lavorare in altri contesti. Nel tempo le cose sono cambiate, soprattutto per la diffusione dell’outplacement, che interpreta il cambiamento come positiva evoluzione verso attività innovative e diverse dal passato”Uomo e Impresa offre i servizi di outplacement sia individuale che collettivo, operando su tutto il territorio nazionale sia attraverso sedi proprie che in collaborazione con le filiali di Umana. Nel 2013, ha assistito diverse centinaia di candidati, con un tempo medio di ricollocazione sceso a 4,9 mesi. E spesso, il lavoro trovato attraverso la ricollocazione si è rivelato tutt’altro che un ripiego: nell’86% dei casi, infatti, la nuova retribuzione è stata pari o superiore alla precedente.“L’outplacement è uno strumento prezioso per tutte le aziende che si trovino in fase di ristrutturazione - continua Paladin - ma è necessario che il candidato si approcci ad esso con pragmatismo e creatività, accettando il cambiamento. In sintesi, è necessario accettare la fine di un percorso lavorativo e convertire tutte le proprie energie nella ricerca di una nuova occasione, con il supporto ed il sostegno del consulente di outplacement”. I candidati di Uomo e Impresa sono stati in maggioranza uomini (68%, contro un 32% di donne), di età compresa tra i 32 ed i 58 anni, di profilo medio-alto (45% impiegati, 19% quadri, 32% dirigenti)."Dal 2009 a oggi - conclude l'ad - il 67% dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato dei candidati in outplacement da noi seguiti (diverse centinaia di persone) sono maturati partendo da contratti a tempo determinato e  da contratti di somministrazione, uno strumento sempre più utilizzato anche per rientrare in azienda. Non ci piace dare illusorie previsioni alle persone: preferiamo metterle di fronte alla dura realtà di un mondo del lavoro fatto di evoluzione e di competizione, nel quale le buone opportunità di lavoro si raggiungono con l’umiltà (riconoscimento del bisogno di studiare e riqualificarsi), con la fatica (trovare lavoro è, in sostanza, un lavoro) e con la fiducia in se stessi (volere è potere). Umiltà, fatica e fiducia alle quali, naturalmente, ci associamo anche noi, con sempre maggiore impegno. Il nostro successo consiste nell’aiutare gli altri ad avere successo”.
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