mercoledì 15 aprile 2020
Emerge una diffusa preoccupazione su cosa troveremo al rientro dall’emergenza: il 56% immagina chiusure e crisi aziendali e il 52% tassi di disoccupazione elevati
Una riunione in azienda

Una riunione in azienda - Archivio

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Cosa ci attende dopo la fine dell’emergenza coronavirus e la riapertura graduale delle attività economiche? Questa la domanda di fondo che l’Aidp (l’Associazione nazionale dei direttori del personale) si è posta in questi giorni e cha ha posto con una survey agli oltre 3mila associati. Prevale un sentimento marcato di preoccupazione. Il 56% si attende ricadute pesanti in termini di chiusure aziendali e il 52% immagina elevati tassi di disoccupazione. In generale l’92% dei direttore del personale si aspetta ricadute pesanti a causa del blocco delle attività sul sistema Italia.

Gli impatti nell’organizzazione del lavoro. È forte la consapevolezza rispetto alla necessità di futuri modelli di organizzazione del lavoro: per il 62% ci sarà una riprogettazione secondo le norme di tutela della salute e una costante attività di prevenzione dal virus; il 55%, invece, prevede un potenziamento delle attività in smart working, il 22% investimenti nelle infrastrutture informatiche e quasi l’11% di potenziamento dello smart learning. La costante, in questo caso, è nel binomio sicurezza per la salute e nuove tecnologie, che va letta come grande opportunità di preparazione e prevenzione.

Le aspettative nei confronti dello Stato. Il 46% dei direttori del personale si aspetta un allungamento della durata della cassa integrazione in deroga Covid 19 per tutto il 2020. Il 39% l’introduzione di misure di accesso al credito agevolato, il 31% chiede la totale defiscalizzazione degli investimenti e il 22% l’intervento dello Stato nelle aziende in crisi. Infine, il 16% propone l’anno fiscale bianco, ossia nessun pagamento delle tasse per tutto il 2020.

«È evidente a tutti che l’emergenza coronavirus ha almeno due facce, una fondamentale che attiene alla salute pubblica e alle necessarie misure messe in campo per tutelarla; l’altra riguarda gli inevitabili impatti negativi sul piano economico, sociale e occupazionale che il prolungato stop produrrà e che desta molta preoccupazione – spiega Isabella Covili Faggioli, presidente di Aidp -. Consapevoli che il dopo non sarà facile per le aziende e di conseguenza per i lavoratori, la differenza la faranno le misure straordinarie e giuste che verranno messe in campo per rilanciare l’economia e la consapevole capacità di chi questi processi li deve governare in una prospettiva positiva e con nuove forme di organizzazione. Al fine di non vanificare le misure già pensate e in fase di elaborazione, chiediamo a gran voce un’opera radicale di sburocratizzazione generale, di facilitazioni nell’utilizzo delle agevolazioni, di chiarezza nelle norme e di aiuto alle aziende nel consentire maggiore flessibilità e trasparenza in tutti i rapporti, soprattutto quelli di lavoro».

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