martedì 27 novembre 2012
​Il reddito reale delle famiglie italiane subirà quest'anno "una diminuzione anche più marcata di quella, del 2,5%, avutasi in occasione della recessione del 2009". L'allarme è del vice direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi. Siamo al quinto anno di riduzione.
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Il reddito reale delle famiglie italiane subirà quest'anno "una diminuzione anche più marcata di quella, del 2,5%, avutasi in occasione della recessione del 2009". L'allarme è del vice direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, che, intervenendo a un convegno Abi-Assofin, ha sottolineato come "per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5%.Le difficoltà economiche e la maggiore selettività delle banche nella valutazione della clientela stanno avendo effetti anche sul credito alle famiglie che, osserva Rossi, "dopo un periodo di forte espansione, mostra segni di affanno. I prestiti in essere", rileva l'alto dirigente di via Nazionale, "si stanno, pur lentamente, contraendo, le nuove erogazioni sono molto più contenute che negli scorsi anni". La decelerazione dei prestiti alle famiglie italiane si è via via accentuata e la dinamica è infine divenuta negativa nel terzo trimestre di quest'anno, allorchè il totale dei prestiti, sofferenze escluse, è risultato più basso dell'1% rispetto a un anno prima.Rossi si sofferma anche sulla vulnerabilità finanziaria delle famiglie italiane. "Abbiamo calcolato, in base ai dati della nostra Indagine biennale sui bilanci delle famiglie", sottolinea, "che nel 2010 il 3,6% delle famiglie italiane (poco meno di 900 mila nuclei) era gravata da un servizio del debito superiore al 30% del loro reddito. Tra queste, le famiglie che definiamo 'vulnerabilì, cioè quelle del primo e del secondo quartile di reddito, erano pari all'1,4% del totale delle famiglie, le prime, e all'1 per cento, le seconde (circa 350 mila e 250 mila nuclei, rispettivamente). Vi faceva capo nell'insieme il 16% del debito delle famiglie (6% per le sole famiglie del quartile più basso)".
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