sabato 18 marzo 2023
Sono 198mila i percettori di Rdc che nell’ambito del Programma Gol-Garanzia occupazione lavoro sono stati instradati verso percorsi di inserimento lavorativo
Percettori del Rdc individuati per attività formative

Percettori del Rdc individuati per attività formative - Ansa

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Con il reddito di cittadinanza destinato a cambiare nome e modalità, è possibile comunque tracciare un primo bilancio sui corsi di formazione. Sono 198mila i percettori di Rdc che nell’ambito del programma Gol-Garanzia occupazione lavoro sono stati instradati verso i percorsi di inserimento lavorativo e di aggiornamento o riqualificazione delle competenze. Si tratta di circa due terzi del totale dei percettori convocati e che hanno aderito al programma Gol. Sono oltre 47mila, invece, i fruitori del Rdc per cui è stata individuata e concordata un’attività formativa da svolgere. Lo rende noto il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a proposito della previsione della legge di Bilancio per il 2023 che prevede per i beneficiari del Rdc il coinvolgimento obbligatorio in iniziative di aggiornamento o di riqualificazione formative. Queste ultime cresceranno rapidamente grazie a una spinta che il governo ha voluto dare alla previsione della legge 4 del 2019: oltre 161mila beneficiari, cioè l’81%, infatti, potranno iniziare l’attività formativa con gli enti accreditati dalle Regioni. Inoltre il ministero estenderà l’attività obbligatoria prevista per i percettori a tutti gli interventi di inclusione lavorativa e di rafforzamento dell’occupabilità stabiliti dalla legge e proseguirà il lavoro di un tavolo di monitoraggio e valutazione con le amministrazioni regionali per raggiungere il target previsto dal Pnrr, dando la prevalenza ai beneficiari del reddito di cittadinanza nella presa in carico e nell’avvio a formazione o a percorsi di occupabilità. «L'occupabile non avrà un sussidio, ma una politica attiva definita anche da un'indennità di partecipazione. La vecchia logica del reddito di cittadinanza non c'è più. E la nuova non è punitiva, non è questo l'obiettivo del governo. Anzi le famiglie numerose in difficoltà riceveranno un sostegno più alto dell'attuale perché i minori vanno protetti». Così la ministra del Lavoro Marina Calderone, parla della nuova misura che sostituirà il Rdc. C'è da ridefinire la platea e gli importi saranno variabili: stop all'«assistenza permanente che ci è costata 25 miliardi di euro in tre anni, senza diminuire la povertà né aumentare l'occupazione. Chi può lavorare deve essere messo in condizione di farlo e uscire quanto prima dalla misura». Calderone afferma che «andiamo a correggere una delle storture del Rdc, segnalate anche dalla commissione Saraceno: uno strumento che dava troppo al singolo e troppo poco ai nuclei con figli. La relazione tecnica alla manovra individua 404mila occupabili, ma ben 300mila - il 75% - sono singoli. Questa platea va messa subito in grado di attivarsi. E lo faremo intervenendo sul punto debole del Rdc: la presa in carico. Ben 600mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l'impiego». Si punta a rendere operativa quanto prima la "piattaforma digitale": «Chi richiede il nuovo sussidio dovrà necessariamente iscriversi e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale: il primo passaggio non l'ultimo per ottenere il sostegno economico. In quel momento avviene la presa in carico. Poi il sistema, in automatico, invia il soggetto al Centro per l'impiego oppure all'assistenza sociale dei Comuni e del Terzo settore. Ma i vasi sono comunicanti e le destinazioni invertibili: un giovane padre di famiglia con figli piccoli potrà essere avviato al lavoro, dopo un periodo di sostegno, e un single non in grado di lavorare indirizzato all'assistenza».

Garanzia di occupabilità dei lavoratori, i dati del monitoraggio al 31 gennaio 2023

Dopo aver concluso l’annualità 2022 con il conseguimento sia del target concordato con la Commissione europea nell’ambito del Pnrr (300 mila beneficiari presi in carico), sia del target più ambizioso concordato con le Regioni a livello nazionale (pari al doppio, 600mila) il programma Gol ha raggiunto al 31 gennaio scorso 827mila persone. Si tratta di individui che hanno presentato una Did-Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e alle misure di politica attiva, si sono recati presso i Centri per l’impiego, hanno ricevuto un assessment quali-quantitativo e un orientamento di base, sottoscrivendo poi il patto di servizio personalizzato, con l’individuazione di uno tra i quattro percorsi previsti nel programma. In particolare, oltre la metà dei beneficiari è inserita nel percorso relativo al reinserimento lavorativo delle persone più vicine al mercato del lavoro. Il resto si distribuisce sostanzialmente tra il percorso di aggiornamento (26,2%) e di riqualificazione (18,7%), mentre è pari al 3,5% la quota di coloro che necessitano di percorsi complessi di lavoro e inclusione. Quanto alle caratteristiche dei beneficiari, nella media nazionale, la componente femminile rappresenta il 55,6% dei presi in carico. Quella giovanile è pari al 26,2% e quella più adulta (55+) al 18,1%. Gli stranieri sono il 14,3%. Al momento dell’ingresso nel programma il 42,3% dei beneficiari risultata disoccupato da sei mesi e oltre e il 35,1% da 12 mesi e oltre. Sono dati che presentano comunque una significativa variabilità regionale. La platea del programma è rappresentata prioritariamente da persone in cerca di occupazione soggette alla cosiddetta condizionalità: il 56,4% dei presi in carico sono disoccupati che hanno fatto domanda di Naspi o DisColl, il 23,6% sono beneficiari di Rdc (di cui il 3,7% sono anche beneficiari di Naspi o DisColl). Il restante 20,1% rientra in altre categorie di disoccupati non soggetti a condizionalità. La distribuzione dei target prioritari per regione presenta una quota di percettori di Rdc più elevata nel Mezzogiorno (oltre al Lazio), con incidenza che in Sicilia arriva al 54,6%. Se si analizzano i percorsi in cui sono state indirizzate le diverse tipologie di beneficiari, emerge chiaramente come i percettori di Rdc privi di Naspi risultano maggiormente lontani dal mercato del lavoro (solo il 12,7% nel percorso 1) e quindi indirizzati, con quote decisamente più elevate di quanto rilevato per tutti gli altri target del programma, soprattutto ai percorsi di reskilling (54,3%) e di lavoro e inclusione (9,1%). Per quel che riguarda gli inserimenti occupazionali, il monitoraggio si è concentrato sul sottoinsieme di chi è entrato in Gol da almeno tre mesi (441 mila): i beneficiari che a 90 giorni dalla presa in carico hanno avuto almeno un rapporto di lavoro alle dipendenze sono 122 mila (27,7%), mentre al netto delle cessazioni 102 mila risultavano ancora occupati al 31 gennaio, cioè poco meno di uno su quattro dell’intera platea considerata (23,3%). Tra gli occupati, 25 mila (5,7%) lo erano già prima dell’ingresso nel programma (working poor), mentre per 77 mila (17,6%) si tratta di rapporti di lavoro attivati dopo la presa in carico da parte dei servizi. Relativamente alla nuova occupazione i valori minimi, attorno o al di sotto del 12%, si registrano in alcune regioni del Mezzogiorno, quali Sicilia, Basilicata e Calabria, e valori superiori al 30% in Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Bolzano. Tassi più elevati si osservano all’interno del primo percorso Gol, pari al 23,9%, mentre per i percorsi 3 e 4 le percentuali appaiono più basse, pari rispettivamente al 6,5% e 6,7%. Quanto ai target, percentuali più alte si rilevano per chi ha richiesto il beneficio della Naspi (22,5%), nonché per i beneficiari non soggetti a condizionalità (18,4%).

Un master gratuito di Autostrade per l'Italia

Prosegue nel segno della sinergia con le Università, il percorso avviato da Aspi-Autostrade per l’Italia per formare “nuove leve”, valore aggiunto nel segno di una mobilità sempre più innovativa e sostenibile. Parole d’ordine: completare il percorso di formazione in azienda e assumere nuovo personale specializzato. Con questi obiettivi Aspi ha pubblicato il bando per le iscrizioni al master universitario di II livello in Ingegneria e gestione integrata delle Reti Autostradali, giunto alla sua III edizione. Aspi punta sulle eccellenze del sistema universitario offrendo formazione e nuovi posti di lavoro per chi si è specializzato nelle discipline Stem, rispondendo al fabbisogno del mercato. Il master, infatti, è progettato ed erogato in partnership con il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino e il Polimi Graduate School of Management (ex Mip), e prevede un contratto di apprendistato di alta formazione della durata di 24 mesi. Un percorso formativo che darà la possibilità a 20 giovani laureati di entrare a far parte del Gruppo. Il master mira a rafforzare diverse competenze. Nel settore Engineering saranno formate risorse specializzate nel presidio delle attività di project management, cost controlling, assistenza tecnica e specialistica nella realizzazione e manutenzione dell’infrastruttura; nel settore Operations la formazione prevede l’entrata nel mercato del lavoro di personale dedicato al presidio della viabilità per garantire la fluidità di esercizio della rete, monitoraggio e manutenzione delle infrastrutture. Il Master, nel settore Digital & Ict, formerà esperti nella progettazione dei sistemi di digitalizzazione dei processi di operations e manutenzione dell’infrastruttura. Il termine ultimo per le candidature è previsto per il 3 aprile. I candidati devono avere un’età inferiore a 30 anni ed essere in possesso di una laurea magistrale (o titolo equivalente), conseguita con una votazione minima di 105/110, in uno dei seguenti corsi di laurea: Ingegneria civile; Ingegneria edile, Ingegneria gestionale, Ingegneria meccanica, Ingegneria per l’ambiente e il territorio, Ingegneria delle telecomunicazioni, Ingegneria elettrica, Ingegneria elettronica, Ingegneria energetica, Ingegneria informatica. Per tutti i dettagli visitare la pagina www.masterinfrastruttureautostrade.it.

Oltre 140 figure da inserire in strutture turistiche della Sardegna

Oltre 140 nuove opportunità lavorative, tra cui posizioni annuali, nel turismo in Sardegna: sono questi i numeri delle assunzioni in corso per Delphina hotels & resorts, catena alberghiera sarda da 30 anni specialista delle vacanze nel Nord Sardegna con 12 hotel a cinque e quattro stelle, prestigiose ville e residence affacciati sul mare tra la Costa Smeralda, l'Arcipelago di La Maddalena e il Golfo dell’Asinara, nelle località di Cannigione, Palau, Santa Teresa Gallura, Isola Rossa e Badesi. Delphina punta a far crescere la sede centrale di Palau con la ricerca, per l’area commerciale e gestionale, di un operation manager, di un direttore area tecnica, di un revenue manager, di un assistente per il controllo di gestione, di un web marketing manager, grafici e travel consultant per il reparto prenotazioni, mentre nelle strutture proseguono le selezioni per guide turistiche, comandante di imbarcazioni, biologi, responsabile ufficio escursioni, oltre che guest relation, maître, capi partita di cucina, commis di cucina e di sala, chef de rang, barman, baristi, addetti al front desk e cameriere ai piani. Le descrizioni dei profili ricercati e le informazioni di contatto sono pubblicati sul sito www.delphina.it all’interno della sezione Lavora con noi.

Segnali positivi dal mercato del lavoro

Nel 2021 gli occupati aumentano di 128mila unità rispetto al 2020, rimanendo tuttavia di circa 600mila unità al di sotto del valore pre-pandemia (2019). Il tasso di occupazione raggiunge il 58,2% (+0,7% rispetto al 2020), con aumenti maggiori nei primi due quinti di reddito equivalente (rispettivamente +1,8% e +1,7%). È quanto emerge dal focus dell'Istat sul mercato del lavoro e sui redditi. Il periodo della pandemia, rileva l'Istat, è caratterizzato da eccezionali cambiamenti che hanno coinvolto la sfera sociale ed economica. Considerando il mercato del lavoro, nell'anno di inizio della pandemia si è registrata, tra i 15-64enni, una forte contrazione dell'occupazione (-722mila individui) rispetto all'anno precedente. Nel 2021, invece, gli occupati aumentano di 128mila rispetto al 2020, rimanendo tuttavia ancora di circa 600mila unità al di sotto del valore pre-pandemia. In particolare, nel 2021 si è manifestato un miglioramento del tasso di occupazione della popolazione 15-64 anni rispetto al 2020 (dal 57,5% al 58,2%), accompagnato da un lieve aumento del tasso di disoccupazione (dal 9,5% al 9,7%) e da una contrazione del tasso di inattività (dal 36,5% al 35,5%). Le misure esistenti e quelle introdotte nel corso del 2020 hanno attenuato significativamente l'impatto della crisi economica. Nel complesso circa 11,5 mln di famiglie (poco meno della metà del totale) hanno ottenuto almeno un trasferimento nel 2020 mentre nel 2021 sono state sostenute 6,9 mln di famiglie (il 26,8% del totale). Tra le famiglie beneficiarie il 69,7% ha percepito esclusivamente sussidi legati all'attività lavorativa (indennità per lavoratori autonomi e atipici, Cig-Cassa integrazione guadagni, Naspi-Nuova assicurazione sociale per l'impiego e bonus baby-sitting, il 23,8% unicamente sussidi di contrasto alla povertà (Rdc, Rem-Reddito di emergenza) e il 6,5% entrambe le tipologie. Analizzando le misure principali si stima che nel 2021 il 19% dei lavoratori dipendenti del settore privato extra-agricolo abbia utilizzato la Cig, in diminuzione rispetto al 46,2% del 2020, ma circa cinque volte il valore pre-pandemia (2019). Forti concentrazioni si osservano nei settori degli Alberghi e ristoranti (oltre il 50% nel 2021), dei Servizi alla persona e delle Costruzioni (circa un terzo). Nel 2021 e rispetto alla distribuzione del reddito, la percentuale di percettori di Cig è leggermente maggiore nei due quinti più poveri (oltre il 20%). Nel 2021 il 6,8% degli individui di 15-64 anni ha percepito la Naspi. L'incidenza dei percettori di Naspi è decisamente più marcata in settori tipicamente stagionali come gli Alberghi e la ristorazione (21%), e in altri settori come i Servizi alla persona (13,6%), la Sanità e l'Istruzione (10,5%). Analogamente si registra una maggiore incidenza dei percettori di Naspi nei quinti di reddito medi e medio-bassi (in particolare nel secondo (9,1%) e terzo quinto (8,6%). Il quinto più povero, caratterizzato da un più basso tasso di occupazione, ha una incidenza inferiore (7,2%). Le donne percepiscono la Naspi più degli uomini (7,5 rispetto a 6,1%), e il divario di genere, è particolarmente ampio per gli stranieri provenienti da Paesi Ue: le donne percettrici sono circa il doppio (16%) rispetto agli uomini (8,8%). Nel 2021 i beneficiari dell'indennità per i lavoratori atipici sono il 2,3% degli individui di 15-64 anni e sono presenti soprattutto nell'Agricoltura (26,6% degli occupati del settore).



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