giovedì 15 dicembre 2022
Con un aumento di 27 miliardi in un mese il passivo delle amministrazioni pubbliche raggiunge i nuovi massimi storici. Nel 2023 pagheremo interessi per quasi 82 miliardi, nel 2025 anche di più
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti - Fotogramma

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A ottobre il debito pubblico italiano ha raggiunto il suo nuovo massimo storico, a 2.771 miliardi di euro (precisamente 2.770.789 milioni). I dati pubblicati questa mattina dalla Banca d’Italia mostrano che c’è stato un aumento del debito di oltre 27 miliardi di euro rispetto a settembre, un balzo in avanti non comune in questo momento dell’anno: sia nel 2020 che nel 2021 tra settembre e ottobre il debito era salito di meno di 4 miliardi. Il nuovo record è di poco superiore a quello di luglio, quando per la prima volta il debito pubblico complessivo aveva superato i 2.770 miliardi (a 2.770.558 milioni).

Sono molto aumentate, in particolare, le disponibilità liquide del Tesoro, salite da 48 a 62,6 miliardi di euro.

Più di un quarto del debito pubblico (724 miliardi di euro) è dovuto alla stessa Banca d’Italia, a cui sono affidati i titoli di Stato italiani comprati negli anni dalla Banca centrale europea nell’ambito delle operazioni di allentamento quantitativo. Il debito verso entità straniere a settembre (il dato deve ancora essere aggiornato) era di 746,5 miliardi di euro.

L’aumento del debito pubblico è particolarmente preoccupante in questa fase in cui le banche centrali stanno aumentando i tassi di interesse. Il rendimento che gli investitori chiedono per prestare denaro all’Italia per 10 anni, espresso dai tassi dei Btp decennali scambiati sui mercati, tra gennaio e oggi è salito dall’1,3 al 3,9% (e aveva superato anche il 4,8% a ottobre). Nella

nota di aggiornamento al Def

, il governo ha previsto che il costo per gli interessi sul debito publbico salirà dai 77,2 miliardi di euro del 2022 a 81,6 miliardi nel 2023, per calare a 80,3 miliardi nel 2024 e risalire sopra gli 87 miliardi nel 2025.



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