giovedì 20 ottobre 2022
Presentata in Italia la prima denuncia penale europea per boosting: nel mirino un'agenzia di broker che commissiona giudizi positivi in cambio di rimborsi sugli acquisti
Amazon denuncia il fenomeno delle false recensioni

Amazon denuncia il fenomeno delle false recensioni - Reuters

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Si chiama boosting (la traduzione letterale è "rafforzamento") ed è un nuovo fenomeno a metà tra la concorrenza sleale e la pubblicità ingannevole che colpisce l’e-commerce. False recensioni positive, pubblicate non da acquirenti reali ma da lavoratori appositamente pagati da agenzie che forniscono questo servizio di "marketing pilotato" alle aziende. L’obiettivo è quello di scalare la classifica e conquistare le ambite stellette: vale a dire il punteggio che il sistema assegna ad ogni prodotto. Va da sé che un punteggio elevato garantisce un aumento delle vendite.

Contro questo fenomeno, già emerso per ristoranti e hotel con prenotazioni e recensioni on-line, oggi è scesa in campo Amazon. Il colosso dell’e-commece ha presentato in Italia la sua prima denuncia penale, a livello europeo, contro le recensioni false in cambio di denaro o prodotti gratuiti. Queste condotte possono integrare reati per i quali sono previste pene detentive e pecuniarie. Il procedimento, insieme alla prima causa civile in Spagna e a 10 nuove azioni legali negli Stati Uniti, mira "a individuare e bloccare operatori che gestiscono più di 11.000 siti web e gruppi social che alimentano il mercato delle false recensioni” ha spiegato il vicepresidente Dharmesh Mehta “Non c’è posto per le recensioni false su Amazon“. La denuncia depositata in Italia prende di mira uno dei principali broker che vendono recensioni false e avrebbe infatti creato una rete di persone disposte a comprare prodotti su Amazon e a pubblicare recensioni a 5 stelle in cambio di un rimborso completo dei loro acquisti. Amazon ha anche presentato la sua prima denuncia civile in Spagna contro un broker di recensioni false, Agencia Reviews, che comunica tramite il servizio di messaggistica istantanea Telegram per non essere rintracciato. “Oltre a queste azioni legali in Europa, Amazon ha incrementato il numero dei casi negli Stati Uniti, già in forte crescita, intentando 10 ulteriori azioni legali contro i broker di recensioni false e altri soggetti che tentano di aggirare i sistemi di controllo di Amazon“. Il colosso dell’e-commerce ha inviato lettere di diffida a cinque siti web con sede in Germania che indirizzavano i visitatori a brokers di false recensioni.

Contro il boosting da tempo si sono mobilitate le associazioni di consumatori che plaudono all'intervento di Amazon. Il Codacons ha presentato nell’ultimo anno decine di esposti ad Antitrust e Procura della Repubblica di Roma chiedendo di intervenire a tutela dei consumatori. «Fa bene la società ad avviare cause contro le recensioni abusive che, ricordiamo, modificano sensibilmente le scelte economiche dei consumatori e dirottano ogni anno miliardi di euro degli utenti, avvantaggiando alcuni operatori e danneggiando altri» spiega l’associazione che ha denunciato anche la condotta scorretta di riviste editoriali specializzate, «che pubblicano e diffondono test comparativi diretti al pubblico sfruttando la propria credibilità per condizionare le scelte dei cittadini. Test, come quello recente sull'olio d'oliva, che hanno già ricevuto la netta bocciatura dell’Antitrust» e che sono stati realizzati anche per acque minerali, riso, gelati e altri prodotti. Altroconsumo ha fatto sapere di aver presentato denunce contro siti e gruppi social che offrono servizi di rimborsi in cambio di false recensioni positive a quattro procure, Bologna, Ivrea, Milano e Roma. L’organizzazione ha inviato anche «una segnalazione ad Antitrust per far emergere questo ampio fenomeno che danneggia i consumatori e il mercato come pratica commerciale scorretta».

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