giovedì 10 febbraio 2011
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L'impatto delle misure «è limitato». E «per essere onesti non è che la crescita la fai con un Consiglio dei ministri». Confindustria "gela" il governo sulle misure di rilancio dell’economia. Non una stroncatura palese ma una «sospensione del giudizio», che equivale a una nuova dichiarazione di insufficienza. A meno che altri e più incisivi interventi non seguano a breve. È un giudizio condiviso anche dalla Cisl, che ha parlato di «misure utili ma troppo timide», e da Rete Imprese Italia (commercianti e artigiani) secondo la quale la «scossa non basta» e ci vuole un «più alto voltaggio». Insomma rispetto alle intenzioni esposte nei giorni scorso dal premier Silvio Berlusconi, le parti sociali considerano deludente, per quanto vada nella direzione auspicata, il passo compiuto ieri dal Consiglio dei ministri. Per la Cgil poi si tratta solo di «annunci e anche un po’ vecchi, li avevamo sentiti tutti». Se per il governo il giudizio negativo del sindacato di Susanna Camusso poteva essere prevedibile, la freddezza delle altre organizzazioni sociali solitamente più collaborative, ha deluso e può rappresentare un nuovo campanello d’allarme. Tanto che il ministro Raffaele Fitto (Affari regionali) ha definito «ingenerose e affrettate» le dichiarazioni di Confindustria. Già da diversi mesi Emma Marcegalia non aveva nascosto le critiche all’esecutivo e di recente ha giudicato «insufficiente» la sua azione in campo economico. Ieri ha valutato positivamente che «sia stato avviato un percorso, parlando di crescita» ma le misure «non avranno un impatto immediato nel medio termine», ha osservato. L’aumento del Pil dovrebbere restare sotto l’1,5% stimato dal governo. Sul Piano Sud, rispetto a quanto già previsto, non è arrivato in più «nulla di concreto», così come «non ci sono» le misure per le liberalizzazioni sollecitate dagli industriali. Per questo il giudizio «è sospeso» e si attende la concretizzazione «della parte più interessante dei provvedimenti, il cosiddetto pacchetto semplificazioni che abbiamo fortemente chiesto e voluto», ha aggiunto il capo di Confindustria: misure su appalti, edilizia, urbanistica, privacy, documentazione di impresa, che gli imprenditori «auspicano siano approvate nel più breve tempo possibile, entro una settimana, perché è la parte che può effettivamente dare una crescita aggiuntiva».È apprezzabile la volontà del governo di imprimere una scossa all’economia, ma deve esserci «un impegno a più alto voltaggio e a corrente costante», ha commentato il presidente di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini: «La crisi non è passata e il fattore tempo è decisivo per cogliere i primi segnali della ripresa» per questo, aggiunge Guerrini, servono misure immediatamente e concretamente spendibili dalle imprese, altrimenti la riforma resta «una bella cornice vuota». Per la segretaria della Cisl le misure varate «non riescono a determinare la necessaria accelerazione delle risorse disponibili per lo sviluppo» e mancano i «necessari provvedimenti di sostegno all’occupazione».
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