martedì 3 gennaio 2012
​È questo uno degli aspetti che emerge dalla quarta edizione del Work Monitor Randstad, l'analisi relativa all'andamento del mercato del lavoro svolta dalla multinazionale olandese in 29 nazioni (Nella foto Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia).
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​Sempre più italiani, uno su due, in gran parte insoddisfatti della propria retribuzione, sarebbero disposti a lasciare l'Italia per migliorare la propria condizione lavorativa. È questo uno degli aspetti che emerge dalla quarta edizione del Work Monitor Randstad, l'analisi relativa all'andamento del mercato del lavoro svolta dalla multinazionale olandese in 29 nazioni nel quarto trimestre 2011 e condotta, soprattutto per l'Italia, in un momento storico-politico e finanziario caratterizzato da un'incertezza per il prossimo futuro.«La quarta edizione del Work Monitor, indagine condotta nel periodo antecedente la manovra economica, - commenta Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia - sottolinea ancora un atteggiamento fiducioso verso il 2012. Più coerente e vicina al clima attuale post-manovra è la consapevolezza della problematicità della situazione finanziaria da parte dei lavoratori italiani che rimangono, comunque, caratterizzati da una certa ambizione, intesa anche come volontà di migliorarsi misurandosi con nuove responsabilità e mansioni e disponibili a considerare l'opzione del trasferimento all'estero (il 53% del campione)». E secondo Ceresa «emerge anche il tema dell'innalzamento dell'età pensionabile, ormai una necessità e nonpiù una scelta. Tema che credo sarà uno dei fattori cruciali del futuro scenario occupazionale, soprattutto in termini di Age Diversity». Resta, infatti, da parte dei lavoratori italiani la consapevolezza diffusa della problematicità della situazione finanziaria, confermata anche dalla più spiccata disponibilità a considerare l'opzione del trasferimento all'estero: il 53% del campione, infatti, sarebbe disposto a trasferirsi se guadagnasse di più mentre il 32% sarebbe disposto ad emigrare a parità di salario per un lavoro più in linea con le proprie aspettative. Dati che convalidano quanto già emerso in una fase precedente del Work Monitor, ma con una differenza non secondaria: mentre un semestre fa l'opinione è stata resa in termini teorici e generalisti (penso che in futuro un maggior numero di persone andrà a lavorare all'estero) ora la disponibilità è giocata tutta in soggettiva (sarei disposto a trasferirmi all'estero).
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