martedì 4 ottobre 2016
Secondo le stime della Fondazione Cariplo dai lasciti testamentari il sociale può incassare fino a 130 miliardi nei prossimi quindici anni.
Quando l’erede è il non profit
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Nei prossimi quindici anni una buona fetta della ricchezza delle famiglie italiane, circa 2mila miliardi di euro, verrà trasferita mortis causa, cioè lasciata in eredità. Ma in tante situazioni mancheranno gli eredi. C’è dunque la possibilità concreta che una parte non marginale di questa ricchezza possa andare a beneficiare organizzazioni del Terzo settore, attraverso i lasciti testamentari. Si stima così un potenziale di risorse da destinare ad attività finalizzate al bene comune che oscilla, al 2030, tra i 100 e i 129 miliardi di euro a livello nazionale, tra gli 11 e i 12 miliardi di euro nella sola Lombardia.

Con tutta evidenza, si tratta di un flusso di risorse che potrebbe destabilizzare l’intero universo del non profit italiano, ma in positivo, favorendone cioè come forse mai prima lo sviluppo, la strutturazione, l’efficientamento e quant’altro. Per fare un confronto, basti dire che la Fondazione Cariplo, primaria realtà nazionale in termini di sostegno finanziario, e non solo, al non profit, in un quarto di secolo di attività filantropica ha erogato circa 2,8 miliardi di euro, che sono andati a sostenere oltre 30mila progetti a elevato impatto sociale.

A fare tutti questi calcoli è stata proprio la Fondazione Cariplo, nello studio di recente pubblicazione Il 'mercato' dei lasciti testamentari (collana Quaderni del-l’Osservatorio), che ha fatto il punto sul potenziale dei lasciti testamentari per il bene comune, a sette anni di distanza dalla precedente indagine simile. Uno studio fondato ad esempio su dati come quello legato alla speranza di vita degli italiani, che dallo studio del 2009 a oggi è aumentata in media di quasi un anno (un po’ di più in Lombardia, 1,2 anni), e sulla fotografia della ricchezza complessiva delle famiglie del nostro Paese, che nonostante la crisi è aumentata nello stesso periodo di circa il 20% (molto meno in Lombardia, l’1,5%). 

 Per richiamare l’attenzione sulle grandi opportunità di cui il non profit potrebbe beneficiare all’interno dell’epocale trasferimento di ricchezza alle viste, le quindici Fondazioni di Comunità che in questi anni la Fondazione Cariplo ha fatto nascere e accompagnato, hanno lanciato una campagna sui lasciti testamentari. E le celebrazioni in corso per la Giornata del Dono, che culminano proprio oggi a Roma, sono state l’occasione ideale per farlo. «Lanciamo la campagna per i lasciti testamentari – ha dichiarato Filippo Petrolati, responsabile del progetto Fondazioni di comunità di Fondazione Cariplo – certi che le Fondazioni di Comunità locali possano costituire un ponte tra generazioni, per la loro capacità di interpretare e garantire nel tempo le volontà e i sogni di chi intende continuare a vivere grazie alla possibilità di costituire fondi filantropici permanenti». 

 La campagna intende anche far conoscere le piccole, grandi, ma soprattutto belle, storie dei filantropi di casa nostra. Che la dicono lunga sulla storica propensione al dono delle famiglie italiane. «Quelle dei piccoli Bill Gates, come li chiamiamo noi – ha commentato l’avvocato Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo–, sono storie che vanno raccontate. Per far vedere quanto bene e solidarietà siamo ancora capaci di dimostrare. Anche questa è filantropia».

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