martedì 23 giugno 2015
L'estensione della raccolta dell'umido a tutta la popolazione porterebbe 1.500 posti di lavoro in più. Inoltre, contando che ogni impianto di smaltimento può trattare circa 50mila tonnellate di materiale l'anno, sarebbero necessari 40 nuovi impianti.
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La raccolta differenziata della frazione organica (il rifiuto umido) oggi è estesa a circa 40 milioni di cittadini italiani. Se la estendessimo a tutta la popolazione - circa altri 20 milioni di persone - si raccoglierebbero ogni anno due milioni di tonnellate in più di rifiuti organici. Contando che sono necessari 1,5 lavoratori per ogni 1.000 tonnellate, l'estensione della raccolta dell'umido a tutta la popolazione porterebbe 1.500 posti di lavoro in più. Inoltre, contando che ogni impianto di smaltimento dell'umido può trattare circa 50mila tonnellate di rifiuti l'anno, sarebbero necessari 40 nuovi impianti per la digestione della frazione organica, che porterebbero alla produzione di compost e biometano e permetterebbero un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. "Al netto degli sprechi alimentari, che dovrebbero diminuire soprattutto nelle filiere alimentari - ha spiegato Massimo Centemero, direttore del Consorzio italiano compostatori (Cic) -. raccogliere l'umido e trasformarlo in compost permette di risparmiare 1.1 Mt di CO2 equivalente/anno rispetto all'invio in discarica. Nell'ipotesi di un target europeo di un dimezzamento delle emissioni al 2030 si tradurrebbe per l’Italia una riduzione  di  95  Mt CO2 eq  in 16  anni  a  un  ritmo  di  circa  sei  Mt  in  meno ogni  anno. Il contributo della raccolta e del trattamento dell'organico è quindi molto significativo (18%) in termini emissioni evitate".Inoltre, il passaggio dalle plastiche alle bioplastiche permetterebbe di ridurre la percentuale di contaminazione del rifiuto organico (pezzi di plastica che buttiamo tra gli scarti alimentari, che vanno ad inquinare il compost prodotto) e quindi permetterebbe di avere un compost più pulito, ma soprattutto di abbattere il costo del trattamento del rifiuto (proprio perché più pulito).Attraverso 240 impianti di compostaggio e 43 di digestione anaerobica operativi nel nostro Paese si ottengono 1.033.500 tonnellate/anno di compost (dato Ispra 2013) di cui 266.300 t/a di ammendante compostato verde e 767.200 t/a di ammendante compostato misto. Nel primo caso, con il l’ammendante compostato verde, questo materiale può essere utilizzato nel florovivaismo per sostituire le torbe d’importazione; nel secondo caso, l’ammendante compostato misto, usato in agricoltura di pieno campo in sostituzione di concimi minerali, concimi organici e letami. Come per tutti gli ammendanti, l’impiego del compost ha la funzione di migliorare la qualità del suolo, consentendo di conservarne nel lungo periodo la fertilità, il suo stato strutturale, la capacità di assorbire e rilasciare acqua e di trattenere gli elementi nutritivi in forma facilmente assimilabile da parte della pianta, promuovendo tutte le attività biologiche del suolo. Insomma, un’azione ecologica oltre che agronomica. L'utilizzo del compost, inoltre, permette di evitare l'impiego di altri prodotti, a volte importati dall'estero, con vantaggi anche in termini economici: si stima un minor costo complessivo per l’approvvigionamento di torbe e concimi minerali di circa 25-30 milioni di euro.
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