martedì 19 marzo 2024
Lo chiede un nuovo comitato promosso da Associazione San Giuseppe Imprenditore e dalla Compagnia della Buona Impresa. Oggi messa ad Asti con il vescovo Prastaro
Monsignor Marco Prastaro, vescovo di Asti, celebra la messa per la festa di San Giuseppe, nel santuario di San Giuseppe dei padri Oblati

Monsignor Marco Prastaro, vescovo di Asti, celebra la messa per la festa di San Giuseppe, nel santuario di San Giuseppe dei padri Oblati

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Con la benedizione del vescovo di Asti, monsignor Marco Prastaro, che ha celebrato la messa per la festa di san Giuseppe presso il santuario astigiano dei padri Oblati, è nato il comitato nazionale per istituire la Giornata mondiale dell’imprenditoria cristiana, promosso dall’Asgi - Associazione San Giuseppe Imprenditore e dalla Compagnia della Buona Impresa «allo scopo di valorizzare donne e uomini d’impresa che, nella conduzione aziendale, testimoniano un’esperienza di fede, coniugando i principi della scienza economica con i dettami della dottrina sociale della Chiesa cattolica», ha dichiarato il presidente Asgi, Lorenzo Orsenigo.

Alla guida del comitato figura l’imprenditore Renato Goria, amministratore unico del gruppo Alplast e già presidente della Camera di commercio di Asti, per il quale «in un mondo imprenditoriale spesso diviso e ancorato a logiche individualistiche, un’iniziativa volta a promuovere i principi cristiani, cioè valori universali, della “buona economia” invocata da papa Francesco, può sicuramente favorire una condivisione di progetti e obiettivi su uno sviluppo dell’impresa più rispettoso della persona e dell’ambiente».

Ma cosa significa fare impresa cristianamente? «Nel nostro tempo significa attuare la filosofia del convivere; per un imprenditore, vuol dire mettere al centro della propria impresa i collaboratori, dalle mansioni più basse a quelle dirigenziali, conciliando il conseguimento dei risultati economici con la costruzione del bene collettivo della comunità in cui opera. Quindi, da un lato, progresso e crescita e, dall’altro, risposta ai bisogni personali e alla realizzazione del bene comune», spiega Oreste Bazzichi, docente di sociologia economica alla Pontificia Facoltà San Bonaventura Seraphicum di Roma e studioso di teologia economica francescana. Al termine della funzione religiosa è intervenuto l’economista Stefano Zamagni, che ha sottolineato come «la buona imprenditoria che si ispira alla figura di san Giuseppe, uomo del fare, può affermarsi soltanto se l’impresa, invece di “obbedire” ai criteri della responsabilità sociale, è chiamata ad agire per rispondere a una responsabilità civile, cioè generando azioni che favoriscono il progresso civile e morale della società, ad esempio investendo nella scuola o nelle strutture sanitarie del territorio in cui opera».

Già promotrice del premio Impresa Etica e impegnata nell’ambito della solidarietà con il Telefono Arancione, servizio gratuito di aiuto per partite Iva in difficoltà, l’Asgi intende coinvolgere i diversi mondi imprenditoriali che si riconoscono nella grande famiglia della cristianità, quindi cattolici, protestanti e ortodossi. «Il comitato promotore è già al lavoro per raccogliere le adesioni di imprese, associazioni, istituzioni e privati cittadini, da comunicare alla segreteria (comitatogiornataimprenditoria@gmail.com).

Sarà così predisposto il dossier da sottoporre agli uffici della presidenza della Repubblica per presentare all’Onu la richiesta di istituzione della Giornata mondiale dell’imprenditoria cristiana, individuando nel 19 marzo, festa di san Giuseppe, o nel 1° Maggio, festa del lavoro, le date più adatte per questa iniziativa», conclude Orsenigo.

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