lunedì 8 dicembre 2014
Questo il messaggio emerso a Torino, in occasione del convegno La formazione professionale per il lavoro buono.
«Promuovere l'istruzione e la formazione professionale»
COMMENTA E CONDIVIDI
"Sostenere il valore dell'istruzione e formazione professionale". Questo il messaggio emerso a Torino, in occasione del convegno La formazione professionale per il lavoro buono. "Nell'ultimo decennio l'istruzione e formazione professionale - sostiene Mario Tonini, direttore generale Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane-formazione aggiornamento professionale) - ha compiuto grandi sforzi per adattare l'offerta formativa agli standard europei e per qualificare al meglio i giovani nei percorsi triennali e quadriennali. Non sempre a questo lavoro è corrisposto un impegno altrettanto intenso da parte delle Regioni, soprattutto in quelle aree del Paese che ne avrebbero particolarmente bisogno, sia rispetto ai livelli di disoccupazione sia di dispersione scolastica. Sarebbe una perdita per il Paese nel suo complesso se gli enti governativi e regionali non dessero un assetto stabile e continuativo ai finanziamenti all'Iefp, che sono lungi dall'essere commisurati alla crescente richiesta di iscrizioni". "In un Paese con tassi di disoccupazione giovanile altissimi - spiega Paola Vacchina, presidente nazionale Forma (Associazione nazionale enti di formazione professionale) - e con una storica e profonda divaricazione tra scuola e lavoro, i dati dimostrano il valore dell'istruzione e formazione professionale. I percorsi sconfiggono la dispersione scolastica, includono dal punto di vista sociale giovani con diverse forme di svantaggio e realizzano l'alternanza scuola-lavoro. È un percorso di studio breve, tre o quattro anni, di stile europeo che con alti tassi di successo apre le porte dell'occupazione ai giovani e consente a chi lo desidera di proseguire gli studi. Un sistema più che sperimentato, almeno in alcune regioni italiane, che arricchisce e rende davvero plurale l'offerta formativa nel nostro Paese. Eppure, a fronte di tutto ciò, i tagli ai finanziamenti, da una parte, la rincorsa acritica a modelli stranieri, dall'altra, rischiano di mettere in pericolo questo patrimonio vivo e promettente"."Bisogna guardare in faccia le cose: la formazione professionale deve avere un ruolo maggiore - chiarisce Pier Luigi Petteni, segretario confederale Cisl - perché è l'elemento che meglio risponde alle problematiche del mondo del lavoro. E va sostenuta economicamente. Non è pensabile continuare con fondi che provengono solo dal ministero del Lavoro e non da quello dell'Istruzione. E dalle Regioni, soggette a tagli continui. Bisogna capire che la formazione professionale è il nuovo articolo 18: essere capaci di stare aggiornati e al passo con il lavoro che cambia, il lavoro del futuro".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: