giovedì 16 novembre 2023
Nel mondo lavorano 100mila attuari, in Europa 29mila, in Italia 1.180. Nel nostro Paese ne servono altri 1.000. Rischi demografici, ambientali e tecnologici sono le nuove sfide di questa professione
La necessità di valutare rischi sempre più complessi moltiplica le occasioni professionali per gli attuari. A Milano venerdì si chiude il XIV Congresso Nazionale del Consiglio nazionale degli attuari

La necessità di valutare rischi sempre più complessi moltiplica le occasioni professionali per gli attuari. A Milano venerdì si chiude il XIV Congresso Nazionale del Consiglio nazionale degli attuari - Imagoeconomica

COMMENTA E CONDIVIDI

Nel mondo lavorano 100mila attuari, in Europa 29mila, in Italia 1.180. La professione è da anni una delle più richieste e la domanda cresce più dell’offerta. Questo significa che ne servono di nuovi e che il rischio per un attuario di restare disoccupato è molto basso.

In Italia nei prossimi 10 anni serviranno almeno altri mille attuari. Di quelli che ci sono oggi, metà ha meno di 44 anni, un quarto meno di 34. Le donne sono il 45%: è stata definita una professione giovane “proiettata verso il futuro” dalla presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, Tiziana Tafaro in occasione del XIV Congresso Nazionale.

Va detto che non è troppo conosciuta la professione dell'attuario a chi sta fuori dall'ambito della finanza o della previdenza sociale. Esattamente di cosa si occupano? Un attuario è un consulente finanziario che fa previsioni su andamento e rischi dei mercati finanziari. Costruisce prodotti finanziari, assicurativi e previdenziali, valuta il rischio d'impresa e i margini di guadagno, elabora statistiche, gestisce dati e utilizza software per raccogliere, elaborare e analizzare dati per fornire alle imprese una visione documentata che influenza le scelte aziendali.

Per gli attuari, valutatori di rischi per eccellenza, il futuro è già cominciato: calo demografico, evoluzione tecnologica, cambiamento climatico. E le sfide – ha sottolineato Tafaro – si sono moltiplicate: dai rischi idrogeologici alle guerre e alle migrazioni, dai cambiamenti del lavoro e degli stili di vita al welfare, dalla transizione energetica alla sostenibilità, dai Big Data all’intelligenza artificiale.

Come dipendenti o liberi professionisti gli attuari continuano a lavorare prevalentemente nelle assicurazioni, nella previdenza, nel welfare, nella finanza. Ma con la moltiplicazione e la complessità dei rischi connessi ai cambiamenti focalizzati dal Congresso di Milano la figura dell’attuario esce dal tradizionale ambito professionale e diventa sempre più centrale e determinante in tutte le sedi e le occasioni in cui si prendono decisioni che hanno effetti sul futuro.
La presenza e le competenze degli attuari si sono già allargate e consolidate in nuove attività: risk management, enterprise risk management, fondi sanitari, Cyber risk. Ma dietro l’angolo ci sono le nuove sfide e in tutto il mondo gli attuari si preparano a recitare un ruolo “globale” in collaborazione con le aziende, i governi, i regolatori: nella mitigazione dei nuovi rischi e nella costruzione di sostenibilità ambientali, sociali ed economiche.

Nello specifico, il calo demografico è una delle sfide che impegneranno in futuro maggiormente gli attuari per i contraccolpi sul sistema previdenziale, sanitario e del welfare in generale. In Italia i 65enni e oltre passeranno da poco più di un quinto (22%) di oggi a un terzo nel 2070. Le classi di età attiva (20-65) passeranno dal 60% di oggi a poco più della metà nel 2070. L’invecchiamento della popolazione «trascinerà» la quota degli anziani non autosufficienti, attualmente poco più dell’8%, al 10% nel 2050.
Anche i cosiddetti rischi catastrofali sono materia per le competenze degli attuari. Al Congresso, nel corso di una tavola rotonda, si è affrontato il tema dei recenti provvedimenti contenuti nella legge finanziaria che hanno istituito per la prima volta un sistema che prevede una partnership tra Stato e privati per l’assicurazione di tutte le imprese, entro fine 2024, contro inondazioni, frane e altri eventi naturali. Sono chiamate in causa tutte le compagnie di assicurazione, realizzando una collaborazione tra finanza pubblica e privata.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: