lunedì 28 gennaio 2013
​L’indagine è stata svolta attraverso il network di Gidp (nella foto il presidente Paolo Citterio), composto da imprenditori, direttori e dirigenti delle risorse umane di aziende di medie e grandi dimensioni.
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​Sulla ripresa dell’occupazione arriva un debole segnale di speranza dalle grandi aziende del Nord. Il 77% dei direttori del personale prevede di fare nuove assunzioni entro il primo semestre di quest’anno. Anche se solo il 12% di chi assumerà conta di inserire un numero di lavoratori che superi il 5% dell’organico attuale.È quanto emerge da un’indagine svolta attraverso il network di Gidp, composto da imprenditori, direttori e dirigenti delle risorse umane di aziende di medie e grandi dimensioni. Nello specifico, hanno risposto all’indagine 111 direttori HR di grandi aziende,  prevalentemente multinazionali (48%) e aziende a conduzione familiare (35%), collocate principalmente nel nord ovest (53%) e nel Nord Est (15%) del nostro Paese ma in gran parte dislocate anche su tutto il territorio italiano (17%), nelle quali lavorano di solito più di 500 dipendenti (nel 44% dei casi) o sopra i 250 dipendenti (nel 25% dei casi), appartenenti a tutti i settori industriali, ma con una maggioranza riscontrata nel settore dell’industria meccanica (12%).Esaminando il dettaglio si vede che le previsioni di assunzioni si concentrano sugli impiegati: quasi il 70% dei direttori del personale punta su inserimenti di questi lavoratori. Tuttavia solo poco più della metà (54%) avrà un contratto a tempo indeterminato, tutti gli altri dovranno accontentarsi (nell’ordine) del tempo determinato, dell’apprendistato, della somministrazione e dei contratti a progetto.

Passando ai quadri, la percentuale di chi conta di assumere si dimezza rispetto alle previsioni sugli impiegati: 37% dei rispondenti. Ancora meno sono i capi del personale che inseriranno operai (28%), ma i veri esclusi da questa miniripresa occupazionale sono i dirigenti, per i quali si prevedono assunzioni solo nel 14% dei casi. "Con l’ansia generata dalla crisi di tagliare i costi - spiega il presidente di Gidp Paolo Citterio - le aziende tendono infatti ad affidare ai quadri mansioni di livello dirigenziale e a non sostituire i manager usciti. Basti pensare che, nella sola Lombardia, nel 2012 hanno perso il lavoro 2.500 dirigenti». L’unica consolazione è che, diversamente dagli impiegati, quei pochi che verranno inseriti avranno quasi sempre (86% dei casi) contratti a tempo indeterminato. Per tutti, impiegati, quadri e dirigenti, la maggior parte delle assunzioni avverrà per posizioni della funzione commerciale.Solo poco più di uno su tre direttori del personale (il 37%) vuole poi scommettere sui giovani assumendo neolaureati. «C’è però almeno un dato positivo - commenta Citterio - ed è che, nonostante le difficoltà dell’impianto della legge Fornero, il 33% delle assunzioni di neolaureati avverrà con contratti di apprendistato». Il tipo di laurea, però, conterà molto sulla probabilità di entrare in azienda: i più gettonati (32% delle preferenze) sono gli ingegneri, seguiti dai dottori in economia (18%) e dai laureati in informatica (14%).
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