mercoledì 23 febbraio 2022
Il caro energia frena la domanda (-140mila) rispetto a gennaio. Ma resta positiva in confronto allo stesso mese del 2021: +102mila, +47%. Le Academy per ridurre il divario di competenze
Il divario di competenze può essere ridotto con le Academy

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Sono 318mila le entrate programmate dalle imprese nel mese di febbraio, in diminuzione di circa 140mila unità rispetto a inizio d’anno ma, grazie alla riapertura di tutte le attività economiche, in marcato aumento rispetto a febbraio 2021 (+102mila unità; +47%). Lo scenario evidenziato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, mostra che a frenare la domanda di lavoro sono le prospettive meno incoraggianti legate ai rialzi dei costi energetici e alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, nonché la persistente difficoltà a reperire manodopera. Le maggiori incertezze si riflettono su tutti i comparti del manifatturiero con una flessione pari a -29,5% su base mensile, pur conservando una tendenza positiva rispetto a un anno fa (+27,4%). Negativa anche la congiuntura per le costruzioni (-20,7%) che mantiene comunque una tendenza positiva (+16,7%) rispetto a febbraio 2021. Ancora più accentuata la diminuzione dei contratti programmati dai servizi (-32,5% su base mensile ma +33,8% su base annuale) e in particolare dal commercio (-43,7% su gennaio ma +37,6% rispetto allo scorso anno) sul quale si riflette la maggiore cautela nei consumi delle famiglie per i rincari dei prezzi, a cominciare da quelli energetici.

L’industria ha in programma di attivare 110mila contratti, di cui 36mila nelle costruzioni. Per il manifatturiero, che programma complessivamente 74mila entrate, sono alla ricerca di personale soprattutto le imprese della meccatronica con 20mila entrate e quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo che prevedono 17mila entrate, anche se crescono le difficoltà per la filiera dell’automotive che sta affrontando la carenza di materie prime per la componentistica e le sfide della transizione energetica. Più contenute le previsioni delle industrie dei beni di consumo: il sistema moda e le altre manifatturiere con rispettivamente 6mila e 5mila entrate. A trainare la domanda di lavoro del terziario, che nel complesso prevede oltre 207mila contratti, è il turismo che tiene rispetto a gennaio (+400 unità) e incrementa le entrate rispetto a un anno fa (+32mila entrate) quando i flussi turistici a causa dell’emergenza sanitaria e delle limitazioni agli spostamenti erano molto più contenuti. Seguono i servizi alle persone con 38mila entrate, il commercio (35mila) e i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (25mila).

I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta con 167mila unità, pari al 52,7% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (72mila unità, 22,6%), quelli in somministrazione (31mila, circa il 10%), gli altri contratti non alle dipendenze (poco meno di 20mila, 6,2%); l’apprendistato è offerto a 13mila posizioni pari al 4,3%.

Continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, che riguarda oltre il 40% delle entrate programmate, in aumento di un ulteriore punto percentuale rispetto a gennaio. La mancanza di candidati è la causa principale del mismatch (22,9%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,9%) e da altri motivi (3,5%). A livello settoriale le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo segnalano una maggiore difficoltà a reperire il personale ricercato pari al 54,6%, seguite dalle costruzioni (51,7%) e dalla meccatronica (49,4%); per il comparto terziario si evidenziano informatica e telecomunicazioni e i servizi alle persone con una quota di difficoltà a reperire i profili ricercati pari rispettivamente a 43,8% e 43,3%. Tra le professioni più difficili da reperire emergono i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (68,4%), i tecnici della salute (59,6%, i tecnici in campo ingegneristico (59,1%) e gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (55,9%); tra le figure operaie le imprese segnalano le maggiori difficoltà per gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (65,1%) e per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (64,1%).

Sale a febbraio la domanda delle imprese rivolta ai giovani. In questo mese riguarda circa 85mila contratti, pari al 27% del totale, in crescita di 2 punti percentuali rispetto a gennaio. Cresce anche la difficoltà di reperimento che si attesta, nel complesso, al 43,4% e riguarda in particolare i progettisti, ingegneri e professioni assimilate (63,6%), gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (56,6%) e gli operai nelle attività meccaniche ed elettroniche (55,6%). A livello territoriale, circa 1/3 delle assunzioni è programmato dalle imprese del Nord Ovest (101mila entrate), seguono le imprese del Sud e Isole con 82mila contratti e le imprese del Nord Est (78mila) e le imprese del Centro (56mila).

Continua a crescere la richiesta nel settore informatico e in quello sanitario

Il mercato del lavoro risulta molto dinamico nonostante alcune incognite che permangono a livello economico, come l’aumento del costo dell’energia, la difficoltà nel reperire alcuni componenti fondamentali alla produzione o la necessità di competenze sempre più specifiche e costantemente aggiornate. «Crediamo – spiega Tomaso Mainini, Senior Managing Director Italia & Turchia di PageGroup – che il mercato del lavoro per il 2022 sarà segnato da tre elementi chiave: l’innovazione tecnologica, la transizione ecologica e lo sviluppo di modelli organizzativi ibridi. In particolare, i lavoratori con spiccate competenze negli ambiti digital e tech avranno notevoli opportunità di trovare (o cambiare) lavoro. Allo stesso tempo, anche la sostenibilità giocherà un ruolo fondamentale e porterà a rivoluzionare intere filiere produttive, con conseguente richiesta, da parte delle aziende, di una serie di profili altamente qualificati». La maggior parte delle richieste si concentrerà in tre settori ben specifici: Information Technology, Digital e Salute & Healthcare. «In ambito Information Technology – aggiunge Mainini – i dati rappresentano un patrimonio inestimabile per ogni azienda e saperli leggere per trasformarli in informazioni utili per il business è fondamentale». Per questo motivo i data analyst, i data engineer e i big data developer saranno tra i professionisti più richiesti nei prossimi mesi. Data la centralità del ruolo, le aziende sono disposte a riconoscere retribuzioni piuttosto competitive anche per i profili più junior».

Gli sviluppatori software e i profili in ambito Erp (Enterprise Resource Planning) che si occupano di implementare software gestionali aziendali continuano ad avere notevoli opportunità, ma rispetto all’inizio pandemia cresce in particolare la richiesta di profili in ambito Cyber Security. Le loro competenze restano tra le più rare e difficili da reperire sul mercato. Questa forte richiesta influenza ovviamente le retribuzioni, sia per attrarre e assumere i talenti, sia per trattenerli in azienda. Per tutti i profili in ambito Ict il lavoro agile diventa rilevante anche per attirare i migliori professionisti sul mercato. Per quanto riguarda il digitale, le professioni più richieste saranno legate allo sviluppo di canali di vendita on line delle aziende. In particolare: E-commerce manager, Crm manager e digital marketing manager. «Il motivo di questa crescita esponenziale – continua Mainini – risiede nella rivoluzione dei modelli di consumo che, causa pandemia, si è spostata in maniera preponderante (e in alcuni casi esclusiva) verso l’online. Le aziende, quindi, non potranno far altro che dotarsi di competenze evolute nella creazione e gestione degli store digitali e nelle attività di customer engagement. A livello più alto, invece, la maggior parte delle imprese sarà chiamata a colmare il gap di competenze indispensabili per guidare la transizione digitale».

Un altro settore che, a causa della pandemia, avrà notevole sviluppo è quello Healthcare. Nei prossimi mesi, saranno tre le figure che avranno maggiori opportunità: il regulatory affair specialist, il medical science liaison (Msl) e il key account manager. Nel dettaglio, il regulatory affair specialist rappresenta il ponte tra l’azienda farmaceutica e il mercato perché gestisce le richieste di autorizzazioni per la messa in vendita di un prodotto. Si occupa di redigere e curare dossier tecnici relativi ai prodotti e alla successiva mediazione con le autorità nell’iter di approvazione. Alle competenze tecniche di chimica farmaceutica, affianca una solida preparazione sulle normative nazionali e internazionali. Il Msl, invece, è la figura che fornisce informazioni scientifiche e dati rilevanti provenienti da sperimentazioni farmacologiche, in modo che si possano prendere decisioni sull’applicazione di un determinato farmaco. Inoltre, raccoglie tutte le informazioni e le trasmette ai team marketing e vendite per aiutarli a sviluppare le strategie commerciali e di comunicazione. Talvolta organizza anche corsi di formazione scientifica ai propri colleghi. «Diverse aziende leader di mercato – conclude Mainini - molto spesso decidono di puntare esclusivamente su medici per ricoprire questo ruolo, ma la scarsità di figure disponibili ha portato ad una maggiore apertura nei confronti di altri percorsi come per esempio Biologia o Farmacia, spesso accompagnati da un dottorato e/o un post dottorato. Le aree terapeutiche dove si concentra la maggior parte delle richieste sono: ematologia, immunologia, neuroscienza e oncologia». Il key account manager, infine, si occupa di gestire le relazioni tra cliente e azienda. Si tratta di un professionista estremamente cercato dalle aziende poiché segue una serie di attività strategiche che partono dall’informazione medico scientifica presso i medici ospedalieri, fino ad arrivare alla gestione di chi è coinvolto nella catena di acquisto dei farmaci (farmacisti, provveditori, responsabili gare e acquisti ospedalieri e regionali).

La formazione che riduce il divario delle competenze

La formazione corporate in Italia è mediamente di alta qualità, con circa il 90% delle aziende che si ritiene soddisfatta di quanto viene organizzato al proprio interno in chiave di aggiornamento. È la trasformazione digitale la regina delle tematiche di formazione su cui investire nel prossimo trimestre, con una media ponderata del 2,6 (su scala 1-4 del grado di utilizzo) e il 93% di aziende che la ritengono un tema rilevante. Tra le altre tematiche di formazione su cui punteranno le aziende entro il 2024 seguono la metodologia lean / agile (2,2 di media ponderata e 80% di preferenza tra le aziende), lo smart working (2,2 di media ponderata e 75% di preferenza) e la diversity&inclusion (2,2 di media ponderata e 77,4% di preferenza). Sono solo alcuni dei dati raccolti dal Mip Politecnico di Milano, la business school dell’ateneo milanese, attraverso un'indagine realizzata su un campione di imprese composto per il 71% di grandi aziende e per il 29% di pmi) nell’ambito delle attività svolte dalla Corporate Education Community sull’evoluzione della formazione aziendale. Una comunità di imprese rappresentanti diversi settori e operanti in tutta Italia: commercio, consulenza, elettronica, energia / rifiuti, servizi finanziari / assicurazioni, automotive, informatica, tessile, alimentare, Tlc, pharma, ristorazione, sanità, editoria, Pa, raffinerie.

DiaSorin e Politecnico di Torino hanno sottoscritto un accordo di collaborazione finalizzato a promuovere nuovi progetti di ricerca, innovazione e formazione. Con questo accordo, la società che nel campo della diagnostica e nel settore Life Science conferma il suo impegno a supportare la formazione di giovani talenti in ambito scientifico e tecnologico e a favorire una collaborazione continuativa con il mondo accademico. Le sinergie che verranno attivate tra il Politecnico di Torino e DiaSorin si concentreranno nella realizzazione di progetti che consentano di generare eccellenze nelle aree di ricerca e formazione, strettamente legati al contesto economico e produttivo territoriale locale. La collaborazione prevede inoltre la partecipazione congiunta a bandi di ricerca nazionali, regionali, europei e internazionali, volti all’obiettivo comune di favorire ricerca e innovazione, promuovere la diffusione della cultura scientifica e tecnologica all’interno del tessuto sociale, anche attraverso iniziative di divulgazione, quali convegni e altre forme di comunicazione. Per maggiori informazioni su www.diasoringroup.com.

Mentre l’Agenzia per il lavoro Umana e SolidWorld Group – gruppo di aziende che sviluppa tecnologie 3D per l'intero processo digitale delle imprese che aiutano a progettare, sviluppare e fabbricare prodotti in modo più efficiente e sostenibile - lanciano Insight4Works, l’Academy dedicata allo sviluppo di competenze digitali necessarie per l’inserimento di diplomati e laureati nel mondo del lavoro, in particolare nelle “fabbriche digitali”, l’evoluzione della fabbrica tradizionale caratterizzata da un alto tasso di innovazione tecnologica e interconnessa. L’Academy di Alta Formazione nasce con l’obiettivo di individuare giovani talenti su tutto il territorio nazionale da formare come esperti di prodotto in area Cad e 3D, Manufacturing Consultant, progettisti e preventivatori, ERP Integrator, MES Specialist e Digital Enabler in generale. Tutte professioni molto richieste dalle imprese produttive che stanno effettuando il passaggio alla “Industry 4.0” finalizzato all’ammodernamento e alla competitività internazionale. Il processo di selezione è aperto a diplomati e laureati in tutta Italia, con curriculum studiorum di tipo tecnico. Per quanto riguarda i titoli di studio, a titolo esemplificativo sono suggeriti percorsi di laurea in: Ingegneria Gestionale, Ingegneria Meccanica, Statistica, Matematica, Fisica, Economia e/o Facoltà che permettano un efficace inserimento nell’Academy. Le persone più interessanti per l’Academy sono dotate di spirito di iniziativa e passione per il mondo della tecnologia al servizio delle imprese. L’Academy partirà il 21 marzo e prevede un percorso strutturato in 248 ore in modalità ibrida con moduli specifici sulle soft skill che hanno l'obiettivo di formare i candidati nelle abilità più in linea con la professione. I talenti selezionati saranno valutati anche per la loro capacità relazionale, la creatività e la propensione al lavoro in team. Le selezioni per partecipare all’Academy sono aperte. Per maggiori informazioni: academy@umana.it.

Wash Out, società italiana di Car Care a domicilio ed ecosostenibile, controllata del Gruppo Telepass, continua nel suo processo di innovazione lanciando Wash Out Academy, un centro di formazione all’interno della sede nel cuore di Milano: l’obiettivo è di formare, nei prossimi mesi, cento nuovi washer, i professionisti specializzati che si occupano del servizio di pulizia e cura dei veicoli, rispondendo così alla crescita della domanda da parte del mercato. Gli aspiranti washer, riuniti in piccoli gruppi, trascorrono una prima giornata di formazione con un trainer specializzato che illustra loro le tecniche di lavaggio e cura del veicolo tipiche di Wash Out, toccando con mano gli strumenti necessari (fisici e digitali) e ricevendo nozioni su metodologia e prodotti. A questo seguono poi una prova pratica, con cui si entra nel vivo del lavaggio di diverse tipologie di veicoli, ed un primo giorno “sul campo” in affiancamento. I Washer idonei possono iniziare fin da subito, con la possibilità di comunicare le proprie disponibilità orarie e giornaliere su un'app dedicata, la stessa che viene impiegata per gestire le attività lavorative. Al termine del training, completamente gratuito, ai partecipanti che entrano a far parte del Team viene rilasciato un certificato di completamento. La ricerca punta a selezionare un centinaio di figure nell’arco di un anno ed è attualmente attiva su Milano e comuni limitrofi. I requisiti richiesti sono un buon livello di italiano, il possesso di uno smartphone, un mezzo di trasporto personale (bici o scooter) e la passione per il mondo dei motori come valore aggiunto. Per candidarsi è possibile visitare la pagina del sito dedicata: https://www.washout-app.com/wash-out-academy/.

La Scala Società tra avvocati annuncia la nascita di La Scala Formazione, nuova società del Gruppo, sotto forma di “impresa sociale”, nata con l’obiettivo di fornire formazione scientifica e culturale e aggiornamento professionale. La Scala Formazione può contare sul know-how e sulla trentennale esperienza dei professionisti del Gruppo La Scala, che garantiscono conoscenza approfondita e professionalità. La formazione scientifica e culturale e l’informazione professionale sono al centro degli interessi dello studio, come testimoniano altre attività formative come IusLetter, il portale di informazione di La Scala che attraverso approfondimenti, podcast, articoli, flash news e video aggiorna su novità normative e pronunce giurisprudenziali; le attività della Toogood Society, progetto formativo dedicato alla preparazione professionale e iniziative culturali; e La Scala Youth Programme, iniziativa rivolta a giovani neolaureati in Giurisprudenza interessati a un percorso di approfondimento che conduce i più meritevoli tra loro a un inserimento nello studio. In occasione del lancio de La Scala Formazione, lo studio, in collaborazione con il Gruppo 24 Ore, ha organizzato il webinar Le fideiussioni bancarie dopo le Sezioni Unite: i nuovi scenari, che si terrà venerdì 25 febbraio ore 11. Per maggiori informazioni e per iscriversi: https://register.gotowebinar.com/register/3255682938113897741.

Intanto BonelliErede lancia il bando di gara per la VI edizione delle borse di studio istituite per onorare la memoria di uno dei sui fondatori: Franco Bonelli. L’iniziativa intende premiare due studenti di giurisprudenza particolarmente meritevoli contribuendo con due borse di studio rispettivamente per un Master e per un dottorato di ricerca. Le due borse di studio sono destinate a studenti cittadini dell’Unione Europea che desiderano perfezionare, in uno Stato diverso da quello di provenienza (in Europa o Stati Uniti), gli studi in quei campi tematici che erano oggetto degli scritti di Franco Bonelli: dal diritto societario e il governo delle imprese, alla prevenzione della corruzione nelle società, fino alla disciplina del danno ambientale. A coordinare questo progetto sin dalla sua prima edizione il partner Alberto Saravalle, che quest’anno avrà il piacere di conferire le borse di studio a due studenti appartenenti alla generazione Z che si sta rivelando una nuova, determinata e brillante generazione di avvocati. Le candidature possono essere presentate entro il 10 aprile 2022 allo Studio Legale BonelliErede (Via Michele Barozzi 1, 2021 Milano, all’attenzione di Marco Sinopoli) o inviando una mail (a marco.sinopoli@belex.com). Le borse di studio saranno conferite entro il 15 maggio 2022 su decisione della Commissione presieduta dal professore Sabino Cassese e composta dai professori Giovanni Domenichini e Piergaetano Marchetti. Il bando completo è disponibile a questo link.

Iwg e le dieci tendenze del mondo del lavoro nel 2022

Iwg - presente in Italia con più di 80 business center e coworking a marchio Regus, Signature, Spaces e Copernico - ha stilato le dieci tendenze del mondo del lavoro per il 2022 (e per gli anni a venire). Un insieme di fenomeni accelerati dalla pandemia e dall’affermarsi del lavoro ibrido, realtà che sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Anche nel nostro Paese, sono sempre di più le aziende che optano per una organizzazione del lavoro che non richieda una presenza continuativa in ufficio, innescando una vera e propria rivoluzione che porta con sé cambiamenti per il mondo del business e la vita delle persone.

Sempre più aziende investiranno per favorire il benessere dei dipendenti, fornire supporto psicologico e migliorare le dinamiche di comunicazione interna. Secondo l'American Institute of stress, ogni anno le aziende statunitensi perdono 300 miliardi di dollari per assenze dovute allo stress. Con l'avvento del lavoro da remoto e il fenomeno delle dimissioni, le imprese sembrano essersi rese conto che la felicità è uno dei migliori stimoli per la produttività.

D'ora in poi ci si aspetterà flessibilità nell'organizzazione del lavoro. Le aziende che non sapranno garantirla rischiano di perdere i propri talenti.

Con l'affermarsi del lavoro da remoto, non sarà più necessario reclutare forza lavoro che risiede in prossimità o nell'area di riferimento dell'azienda. Si apre la possibilità di ampliare i processi di recruitment al perimetro nazionale o addirittura internazionale. Uno stimolo importante per le imprese impegnate a individuare il giusto talento per una data posizione o nei processi di costruzione della
diversità.

Il lavoro ibrido sta contribuendo a vivacizzare le aree suburbane e periferiche. Non dovendosi recare in ufficio giornalmente, le persone passano più tempo anche nelle aree di residenza fuori dal centro città,
sostenendo i consumi e incentivando la nascita di nuovi servizi.


Secondo i dati Iwg, in Italia, la tendenza è di concentrare i giorni di presenza in ufficio nel cuore della settimana. Martedì è il giorno in assoluto più gettonato. Ci sono sempre più pendolari parti time, tanto che il gigante dell'hospitality Accor, già lo scorso novembre, ha lanciato dei pacchetti Commute and stay per fornire una base per la notte ai pendolari del lavoro ibrido.

L'ufficio fisico continuerà a giocare un ruolo centrale quale luogo della collaborazione, del confronto e della creatività. Gli uffici del futuro integreranno aree ristoro e relax, ospiteranno ampi tavoli per il lavoro in comune e spazi simili ai salotti residenziali. Le aziende, inoltre, tenderanno a investire nella creazione di spazi verdi o forniranno il proprio contributo per la gestione e il miglioramento di parchi e giardini esistenti.


Non solo aumenteranno le piattaforme di collaborazione virtuale a disposizione, ma si svilupperanno nuovi sistemi che faranno leva su realtà virtuale a realtà aumentata. In breve, passeremo da "davanti" a "dentro" lo schermo.

La nuova organizzazione del lavoro fornirà alle aziende una leva importante per il raggiungimento della sostenibilità. L'adozione del lavoro da remoto e/o del lavoro ibrido gioca un ruolo in termini di riduzione delle emissioni, ma non solo. Contribuisce, tra le altre cose, al miglioramento del benessere personale o a favorire l'uguaglianza di genere (grazie alla condivisione delle responsabilità domestiche e della cura dei figli quando adottato da tutti i membri della famiglia).

Con l'adozione del lavoro ibrido e la progressiva tendenza alla riduzione degli spostamenti, le aziende tenderanno a ridimensionare gli uffici di rappresentanza in centro città, magari abbinandoli a sedi distribuite sul territorio, con una conseguente riduzione dei costi. Si calcola che per ogni dipendente che lavora da remoto per metà della settimana, il datore di lavoro risparmi 11mila dollari l'anno.

Con dipendenti lontani per la maggior parte del tempo dagli uffici, verranno introdotti nuovi strumenti di gestione dei flussi di lavoro basati su cloud, utili a monitorare l'avanzamento lavori e i tempi di completamento.




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