lunedì 19 settembre 2016
Per quanto riguarda le misure, 1.480 prevedono un piano di partecipazione e 2.626  welfare aziendale. A livello geografico è la Lombardia al primo posto (4.249),  seguita da Emilia Romagna (2.579) e Veneto (2.114).
Premi di produttività, oltre 15mila contratti depositati
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A seguito di quanto previsto dal decreto interministeriale 25 marzo 2016 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 maggio 2016), relativo alla tassazione agevolata dei premi di produttività e delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili di impresa, il ministero del Lavoro ha reso disponibile la procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali. Il 15 luglio 2016 era il termine per effettuare l’invio dei modelli relativi agli accordi sottoscritti nel 2015.Alla data del 14 settembre 2016 sono state compilate 15.078 dichiarazioni di conformità, redatte secondo l’articolo 5 del Dm 25 marzo 2016, di cui 11.003 si riferiscono a contratti sottoscritti nel 2015. Dei 15.078 contratti depositati, 11.813 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 8.700 di redditività, 6.721 di qualità.Passando alle misure previste dagli accordi depositati: 1.480 prevedono un piano di partecipazione e 2.626 prevedono misure di welfare aziendale.A livello geografico è la Lombardia al primo posto per numero di contratti con 4.249, di cui 3.150 riferiti al 2015. Al secondo posto l'Emilia Romagna con 2.579, quindi il Veneto con 2.114. Pochi diffusi nel Mezzogiorno con un totale di circa 900 contratti di cui 321 in Campania e 149 in Puglia.Il decreto attua la norma, contenuta nella legge di stabilità 2016 (art.1, commi da 182 a 191, della legge 28 dicembre 2015 n. 208), che prevede una tassazione agevolata, con imposta sostitutiva del 10%, per i premi di risultato e per le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, entro il limite di 2mila euro lordi (che sale a 2.500 euro per le aziende che "coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro") in favore di lavoratori con redditi da lavoro dipendente fino a 50mila euro.Il decreto disciplina i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione ai quali i contratti aziendali o territoriali legano la corresponsione di premi di risultato di ammontare variabile nonché i criteri di individuazione delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Il decreto disciplina, inoltre, gli strumenti e le modalità attraverso cui le aziende realizzano il coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro e l’erogazione, tramite voucher, di beni, prestazioni e servizi di welfare aziendale (come, per esempio, servizi di educazione e istruzione per i figli, o di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti eccetera). Questi ultimi benefit sono esclusi dal reddito di lavoro dipendente. Per questo, l’eventuale scelta del lavoratore di convertire i premi di risultato agevolati nei benefit ricompresi nel welfare aziendale consente di detassare completamente il loro valore, non più soggetto neppure all’imposta sostitutiva del 10%.
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