giovedì 10 febbraio 2011
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Contrordine sui ricorsi per i precari: salta il blocco, si potrà continuare a presentarli anche trascorsi i 60 giorni dalla conclusione di un contratto irregolare. È passato ieri, durante l’esame delle commissioni del Senato al decreto "milleproroghe", un emendamento del Pd che di fatto blocca la "tagliola" prevista nel provvedimento collegato sul lavoro (divenuto legge a novembre 2010) per gli eventuali ricorsi di lavoratori precari. Si viene così incontro a quelle persone che finora non avevano potuto farlo entro due mesi dalla fine del contratto, scadenza prevista dal collegato.Si tratta di una modifica che ha ricevuto il plauso di Cgil, Cisl e Uil. «Per tutto quest’anno – ha spiegato Achille Passoni, senatore del Pd ed ex segretario confederale Cgil – non si applicherà la famigerata norma che fissava i nuovi termini. Finalmente si riesce ad approvare una norma che tutela chi lavora». C’è stato inoltre il disco verde a un emendamento trasversale sulla media conciliazione, in materia cioè di mediazione per la conciliazione delle controversie civili e commerciali (le nuove norme partiranno solo dal marzo 2012). Novità pure su Pompei, con l’arrivo dell’emendamento già annunciato che prevede maggiori fondi per il personale e un programma straordinario di restauri, finanziato anche grazie a potenziali sponsor. Infine un emendamento del relatore Lucio Malan (approvato) potrebbe ridurre i fondi (100 milioni) previsti per i malati di Sla.Quanto ai tempi, l’esame del testo potrebbe però essere "prorogato". Dopo una giornata in cui le commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno lavorato a singhiozzo e soprattutto atteso indicazioni da governo e maggioranza sulle diverse proposte di modifica, si è deciso di sconvocare i lavori per riprenderli ieri sera. Molti senatori hanno riferito che l’ipotesi più probabile è quella di chiedere al presidente del Senato, Renato Schifani, una proroga dei lavori. Anche per evitare di arrivare oggi in aula (così era inizialmente previsto) senza il mandato al relatore. Una decisione è attesa per questa mattina presto dai capigruppo di Palazzo Madama. L’ipotesi sarebbe dunque di arrivare in aula lunedì e di chiedere subito il voto di fiducia per martedì 15.
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