sabato 25 marzo 2023
Mobilitazione permanente dopo la fumata nera di ieri al Mimit: incatenati ai tornelli e in tenda sul tetto. Un mese fa erano saliti sulla ciminiera. A rischio ci sono quasi 1500 posti di lavoro
Le tende sul tetto degli operai di San Gavino

Le tende sul tetto degli operai di San Gavino - Ansa

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Assemblea permanente alla fonderia di San Gavino con tanto di tende sul tetto, piazzate da quattro operai, mentre altri tre loro colleghi si sono incatenati ai tornelli dell'impianto a Portovesme. Non hanno atteso la riunione convocata dai sindacati per lunedì mattina per far riesplodere la rabbia per la fumata nera di ieri nel vertice al Mimit a Roma, i lavoratori della Portoversme srl nei due siti industriali del Sulcis e del Medio Campidano.

E' passato quasi un mese da quando quattro lavoratori della Portovesme srl decisero di salire a 100 metri di altezza su una ciminiera dell'impianto del Sulcis per sollecitare una soluzione sul costo dell'energia che grava sui due stabilimenti sardi della Glencore a Portovesme e San Gavino. Ad oggi, però, non si è arrivati a un punto fermo e così nella notte è scattata una nuova eclatante protesta. Sarà l'assemblea dei lavoratori - compresi quelli degli appalti metalmeccanici - a stabilire forme e tempi di quella che si preannuncia come una mobilitazione permanente.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy - dove ieri si è tenuto il secondo tavolo nazionale della vertenza conclusosi con una fumata nera - ha messo in campo il credito di imposta per 3 mesi che dovrebbe avere il via libera il 31 nel prossimo consiglio dei ministri. Poi ha chiesto il riavvio degli impianti incalzando l'azienda sulle tariffe energetiche che non sono più quelle elevate registrate lo scorso anno con l'inizio della guerra in Ucraina. Anche la Regione sarda chiede all'azienda di ripartire, ma le produzioni di piombo continuano a restare ferme anche in attesa delle interlocuzioni con i gestori elettrici per un eventuale accordo bilaterale che possa garantire un prezzo adeguato per un lasso di tempo congruo agli investimenti della multinazionale. Che già a maggio dovrebbe far partire uno studio di fattibilità per un revamping che punta a produrre batterie di ultima generazione. Un piano che non dovrebbe interessare la fonderia di San Gavino, il cui futuro è ancora più incerto. Ad oggi le linee produttive sono ferme ed è stata avviata la cassa integrazione: a rischio ci sono 1450 buste paga tra diretti e indiretti.

"La Rsu della Portovesme Srl, stabilimento di San Gavino Monreale, visto l'esito negativo dell'incontro avvenuto al Mimit, la presa di posizione dell'azienda nel non riavvio degli impianti fermi o in manutenzione, la comunicazione pervenuta in questi giorni sull'apertura della Cigs, con conseguenti proposte di cassa a zero ore senza un margine di trattativa per tutti i lavoratori coinvolti e l'imminente cessazione del rapporto di lavoro degli interinali e ditte di appalto dichiara lo stato di agitazione con un'assemblea permanente all'interno dello stabilimento in attesa che l'azienda riveda la propria presa di posizione unilaterale" spiega la rappresentanza sindacale unitaria della fonderia del Medio Campidano.

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