venerdì 31 gennaio 2020
L'ex presidente e il figlio avrebbero trasferito su conti personali 5,6 milioni di euro poco prima del commissariamento
Gianluca e Marco Jacobini agli arresti domiciliari per il crac della Popolare di Bari

Gianluca e Marco Jacobini agli arresti domiciliari per il crac della Popolare di Bari - Fotogramma

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Bufera giudiziaria sulla Popolare di Bari, commissariata lo scorso dicembre. Agli arresti domiciliari sono finiti Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, il primo ex presidente del Cda e amministratore di fatto della Banca e il secondo vice direttore generale. Ad entrambi vengono contestati dai pm a vario titolo i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.

L'inchiesta della Procura di Bari riguarda la presunta cattiva gestione della banca, commissariata il 13 dicembre scorso, ed è coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai pm Federico Perrone Capano e Savina Toscani. Agli arresti domiciliari anche Elia Circelli, accusato di un episodio di falso in bilancio e falso in prospetto, tuttora responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione della Direzione Operations della Popolare di Bari. L'interdizione ad esercitare per 12 mesi l'attività di dirigente di istituti bancari e di uffici direttivi di imprese è stata disposta invece per l'ex amministratore delegato Vincenzo De Bustis Figarola.

In mattinata sono state effettuate 17 perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici di Bari, Roma, Milano e Bergamo. Oltre ai quattro destinatari delle misure cautelari sono indagate altre cinque persone, compreso l'altro figlio di Marco Jacobini, Luigi.

Marco e Gianluca Jacobini poche ore prima del commissariamento della banca, secondo le accuse dei pm, avrebbero messo "in atto condotte di occultamento dei profitti illeciti" trasferendo dai loro conti correnti, cointestati alle rispettive mogli, somme per complessivi 5,6 milioni. È questa l'accusa principale che ha motivato le esigenze cautelari. A segnalare le operazioni sospette i commissari straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini. Inoltre Marco Jacobini nel 2018 avrebbe percepito redditi per oltre 3 milioni di euro nonostante la banca si trovasse in condizioni di dissesto. Tra le altre accuse all'ex presidente quella di aver omesso i rischi legati all'acquisizione della banca abruzzese Tercas, gonfiando il prezzo delle azioni e causando, secondo la tesi dei pm, il dissesto finanziario della banca pugliese.

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