sabato 14 novembre 2020
Interessa circa 15mila lavoratrici e lavoratori delle piccole e medie imprese dei settori Cemento, Laterizi e Manufatti in cemento, lapidei
Contratto unico per il settore delle costruzioni

Contratto unico per il settore delle costruzioni - Archivio

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Dopo un anno di trattativa e studio Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Confapi Aniem hanno sottoscritto l’ipotesi di accordo per il contratto unico delle Piccole e Medie Imprese dei settori Cemento, Laterizi e Manufatti in cemento, lapidei che interessa circa 15mila lavoratrici e lavoratori. «L’accorpamento dei tre contratti ha richiesto un lungo lavoro di analisi e armonizzazione che ci ha visti impegnati, insieme alla parte datoriale, in una difficile ma proficua trattativa, che ha dato ottimi frutti - spiegano le segreterie nazionali dei sindacati -. Abbiamo raggiunto un risultato storico e di grande peso. Il nostro obiettivo era quello di ridurre il numero dei contratti per renderli più forti con un saldo impianto normativo e creando sinergie tra i settori che producono e lavorano i materiali per il settore dell’edilizia in ottica di filiera”, proseguono i sindacati, auspicando che “anche Confindustria accolga questo modello. Chiaramente il percorso di armonizzazione continuerà e sarà al centro del lavoro, di una Commissione paritetica intersettoriale (Cbmc) che governerà gli aspetti più complessi, portando a sintesi le specificità e le esperienze migliori».

Centrale anche per questo contratto la lotta al dumping sui costi contrattuali, su cui «pur riconoscendo i costi della bilateralità in capo alle pmi, siamo riusciti a rimanere in linea con i costi dei Ccnl dell’industria e garantire aumenti retributivi complessivamente migliori delle ultime tornate contrattuali».

«Gli aumenti, che rimangono ancora separati per i tre comparti, prevedono - a parametro medio - per il lapideo un aumento di 94,50 euro, per il cemento di 88,90 e per i laterizi e manufatti di 72,50 euro, aumenti che saranno suddivisi in tre tranche, 1 settembre 2020, 1 febbraio 2021 e 1 gennaio 2022. Per ridurre il ricorso al lavoro precario - proseguono i sindacati - il contratto prevede una percentuale unica al 20% di contratti a tempo determinato e di quelli in somministrazione (a tempo determinato e indeterminato) migliorando la legge, mentre, sul versante dei diritti, viene previsto quello al part-time reversibile di un anno per lavoratori con familiari con patologie gravi, con figli fino a 13 anni con gravi disabilità e con figli fino a tre anni, quest’ultimo prorogabile per un massimo di tre anni. Vengono poi introdotti elementi migliorativi su maternità e paternità, congedi per le donne vittime di violenza, formazione sulla sicurezza con 16 ore di ingresso, linee guida per codici etici per le aziende e sviluppo del benessere organizzativo».

Importanti risultati sono stati raggiunti anche sul fronte del welfare contrattuale, con l’istituzione dell’adesione contrattuale per tutti i lavoratori in forza al Fondo di previdenza complementare (Fondapi) con il versamento di 5 euro a parametro 100 a partire da gennaio 2022 e aumenti delle aliquote contributive dal 1 giugno 2021 per coloro che aderiscono al Fondo a tale data. Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee nei posti di lavoro per illustrare e mettere in votazione l’ipotesi di accordo. «In tempo di Covid – dichiara Salvatore Federico, segretario nazionale della Filca – l’aver accorpato tre contratti in uno, tra l'altro in tre settori molto importanti, è davvero un grandissimo risultato, che premia il nostro lavoro svolto negli ultimi anni. A dispetto degli oltre 900 contratti depositati presso il Cnel, noi abbiamo dimostrato con i fatti di volere davvero una riduzione del numero dei testi, con un occhio particolare alla rappresentatività dei soggetti firmatari, a tutto interesse dei lavoratori. Il nostro auspicio è che tutte le controparti, Confindustria in testa, si prodighino per l'adozione di questo modello di contratto, così come previsto dall’accordo interconfederale del 2018».

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