martedì 2 novembre 2021
Determinante la carenza di vetture prodotte a causa della cronica crisi dei microchip, che allunga i tempi di consegna e rallenta le vendite. Prezzo dell’usato in crescita
Più clienti che auto, mercato in caduta libera
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Continua senza sosta la caduta del mercato dell’auto, condizionato negativamente dalla crisi dei componenti elettronici e dalla concessione "a singhiozzo" degli incentivi, e ancor più dalla mancanza di offerta pur in un momento di domanda piuttosto sostenuta. Dopo il -32,7% di settembre, nel mese di ottobre le nuove immatricolazioni sono state 101.015, con un calo del 35,74% rispetto a ottobre 2020. Il dato complessivo dei primi dieci mesi dell’anno indica ancora un certo vantaggio (+12,7%) rispetto allo stesso periodo del 2020, che fu caratterizzato però dagli effetti della pandemia.

L’ennesimo forte calo di ottobre è determinato dal sovrapporsi di due pesanti crisi congiunturali: da un lato la prosecuzione della carenza delle forniture legate alla cronica crisi dei microchip, che allunga i tempi di consegna di moltissimi veicoli e rallenta le vendite in tutti segmenti; dall’altro il ritardo della ripresa della campagna di incentivazione che ha interessato lo scorso mese solo per gli ultimi tre giorni. In particolare però ora risulta determinante la mancanza di vetture sul mercato, che disorienta chi si sente proporre da sei mesi a un anno di attesa per mettersi al volante di quasi tutti i modelli a listino e di qualunque marchio. «Per la prima volta negli ultimi 40 anni ci sono più clienti che auto disponibili», ha spiegato al mensile "Quattroruote" Alberto Di Tanno, presidente del Gruppo Intergea di Torino. «È un fatto inedito rispetto alle ultime decadi caratterizzate da una sovracapacità produttiva che ha indotto le Case a forzare il mercato con campagne promozionali e vetture a chilometri zero. Adesso invece sembra di essere negli anni ’60, quando bisognava pregare il concessionario per farsi consegnare un’auto nuova, e di sconti non si parlava».

L’unico effetto positivo di questa situazione paradossale è che i concessionari in questi ultimi mesi hanno svuotato i parcheggi dove stazionavano migliaia di vetture invendute che pesavano sui loro bilanci. Molto più gravi le conseguenze negative, a partire dal mercato dell’usato, che in termini di volumi in Italia nel 2020 ha interessato 2,6 milioni di vetture di seconda mano acquistate a fronte dei 1,4 milioni di auto nuove. Per l’ovvia legge della domanda e dell’offerta, i prezzi delle vetture d’occasione sono già segnalati in crescita, per alcuni modelli anche del 20%.

Tornando alle cifre del mese, in controtendenza la solita Tesla (+39% a ottobre e +90% da gennaio a oggi), male Alfa Romeo (rispettivamente -52% e -31%), Skoda (-68%, ma con un +8% nei dieci mesi), Opel (-59,3% e +5,55), Ford (-56,3% - 2,7%) e Seat (-58,4% e +5,3%).



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