martedì 1 dicembre 2020
La ripresa registrata nel terzo trimestre frenata dalla seconda ondata. Per l'Istat il 2020 si chiuderà a -8.3%, Standard & Poor's prevede un -8,7%. E il rimbalzo del 2021 sarà meno forte del previsto
Stabilimento Fca a Torino

Stabilimento Fca a Torino - Ansa

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La seconda ondata della pandemia frena la ripresa e cristallizza la flessione del Pil nelle stime annuali. Secondo l'Istat la variazione acquisita del Pil italiano per il 2020 è del -8,3%. Una previsione fatta alla luce della revisione al ribasso del terzo trimestre (passata dal 16,1% al 15,9%). Il dato è quello che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale pari a zero nel quarto trimestre. Nel terzo trimestre 2020 tutti i principali aggregati della domanda interna risultano in crescita rispetto al trimestre precedente, con un aumento del 9,2% dei consumi finali nazionali e del 31,3% degli investimenti fissi lordi. La spesa delle famiglie sul territorio ha registrato un aumento del 15%. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 15,9% e del 30,7%.

Previsioni più negative per Standard Poor's che stima una flessione dell'8,7% per il 2020, leggermente migliore rispetto a quella formulata a ottobre (-8,9%). Nel 2021 ci sarà un rimbalzo del 5,3% del Pil e nel 2022 una crescita del 3,2%, secondo il rapporto dell'agenzia di rating. Il Pil dell'Eurozona registrerà una flessione del 7,2% quest'anno per poi rimbalzare con un +4,8% nel 2021.

Crescita più lenta secondo l'Ocse. Dopo il brusco calo nel 2020, il Pil dell'Italia "dovrebbe crescere al 4,3% nel 2021 e al 3,2% nel 2022": si legge nelle Prospettive Economiche pubblicate oggi a Parigi. il Pil dei 37 paesi dell'Ocse crescerà del 4,2% nel 2021 e del 3,7% nel 2022. Nel complesso - precisa l'Ocse - entrola fine del 2021, il Pil globale tornerebbe "ai livellipre-crisi, sostenuto dalla forte ripresa in Cina.

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