lunedì 26 giugno 2023
Tra le nuove norme l'abolizione entro il 2030 della pesca a strascico. Il ministro Lollobrigida: pronti a tutelare il settore, chiederemo verifiche sul testo
Il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida

Il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida - Fotogramma

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Il Consiglio agricoltura e pesca Ue ha adottato le conclusioni della presidenza sul pacchetto pesca che tra le altre misure prevede lo stop definitivo alla pesca a strascico a partire dal 2030.. Il testo è stato approvato con il solo voto contrario dell'Italia.

"Sono 26 i Paesi che appoggiano la proposta - ha detto il presidente di turno del Consiglio agricoltura, il ministro svedese Peter Kullgreen - quindi lasciatemi riassumere così: il Consiglio ha adottato le conclusioni con il sostegno di tutti gli Stati membri eccetto l'Italia".

"La contrarietà dell'Italia al Piano d'Azione Ue sulla pesca nasce dalla consapevolezza che abbiamo il dovere di tutelare un settore strategico per la nostra nazione" ha detto il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida dopo il voto contrario nel corso del Consiglio Europeo di questa mattina a Bruxelles. "Gli interessi del comparto vanno difesi, anche alla luce della posizione unanime della Commissione XIII Agricoltura della Camera dei deputati, che nei giorni scorsi aveva espresso il suo 'no' alla proposta della Commissione europea sulla pesca. L'Italia - sottolinea il titolare del Masaf - chiede che vengano valutate, tra le altre, le ripercussioni socio-economiche ed occupazionali delle misure, che sia verificata l'introduzione di misure di contrasto della pesca; che venga incentivato l'utilizzo di motori termici con emissioni ridotte e che siano verificate le aree precluse alla pesca a strascico".

"Ora la Commissione europea dovrà tenere conto di questa posizione ed adeguare la proposta secondo gli indirizzi emersi". Così in una nota Alleanza Cooperative Italiane Pesca (Agci Agrital, Fedagripesca/Confcooperative, Legacoop Agroalimentare), Federpesca, Coldiretti Impresa Pesca, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca, dopo il voto contrario dell'Italia alle conclusioni presentate dalla presidenza di turno svedese, sulla pesca, "non sufficientemente critiche sul piano d'azione e con pericolosi richiami alla tassazione dei carburanti". "Il piano - ribadiscono le organizzazioni italiane - rischia di mettere fuori gioco gran parte della pesca italiana e con essa le migliori produzioni dei nostri mari".

Molte e pesanti, infatti, le novità: reti dalle maglie più ampie, obbligo di pescare più lontano dalla costa, una diversa composizione delle attrezzature e taglie "minime" dei pesci. Il settore operante con reti da traino, quello maggiormente colpito dalle nuove misure rappresenta il 60% della flotta nazionale in termini di stazza e impiega direttamente circa 10mila addetti, per un volume di affari di circa 600 milioni di euro, pari a quasi il 40% dell’intero fatturato.

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