mercoledì 24 giugno 2015
Si tratterebbe di circa tre miliardi di euro. Lo dicono Marina Calderone, presidente nazionale dei consulenti del lavoro, e Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi della categoria.
«Per le assunzioni agevolate potrebbero mancare i fondi»
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Le assunzioni agevolate funzionano, ma, stimando le possibili assunzioni di qui a fine anno, potrebbero mancare all'appello circa tre miliardi di euro. Lo dicono Marina Calderone, presidente nazionale dei consulenti del lavoro, e Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi della categoria."Prendendo in esame gli effetti degli sgravi contributivi previsti dalla legge di Stabilità - spiegano - nel primo bimestre 2015 i dati del ministero del Lavoro hanno confermato le nostre stime: sono stati stipulati 303.124 contratti agevolati (di cui 278mila contratti agevolati di stabilizzazione, pari al 92%), con un costo di esonero contributivo per quest'anno di 1,250 miliardi di euro"."I consulenti del lavoro - hanno detto - adesso stimano che nel periodo marzo-dicembre 2015 saranno stipulati 569mila contratti agevolati (senza stabilizzazioni) e che a fine 2015 potrebbero contarsi complessivamente 1.150.124 contratti agevolati (di cui l'87% stabilizzazioni e appena il 13% nuove assunzioni) con un costo di esonero contributivo pari a 4,74 miliardi, a fronte di unostanziamento complessivo della misura di 1,8 miliardi. Secondo questa stima, dunque, a fine anno si verrebbe a determinare una scopertura finanziaria di 2,94 miliardi". "Gli effetti concreti di una norma si misurano nel medio periodo - ha sottolineato Rosario De Luca - ma è probabile che ci saranno due velocità nel Paese. La vecchia legge 407 del '90, l'unica utilizzata per le assunzioni, non aveva tetto di risorse e di durata e assegnava la maggior parte dei fondi alle piccole e medie imprese del Sud. La nuova norma non solo pone un limite temporale, ma ha esteso i benefici in eguale misura a tutto il territorio nazionale e anche alle grandi imprese, quasi tutte ubicate al Centro-Nord"."Credo che un sistema provato dalla crisi come quello meridionale - ha aggiunto - avrà parecchie difficoltà. Aziende deboli e non organizzate utilizzeranno gli sgravi per ridurre un costo del lavoro che non potrebbero sostenere, ma allo scadere dei tre anni che faranno? È per questo che gli sgravi hanno senso se si interviene anche sull'economia e sulle infrastrutture. Nasce lavoro dove le autostrade non crollano, dove arriva l'Alta velocità. Insomma, a un'impresa occorre aumentaregli introiti per assumere e mantenere l'occupazione nel tempo".Uno degli strumenti che potrebbero dare risposte a questo problema è Garanzia giovani che, ha dichiarato Marina Calderone, "può agganciarsi agli sgravi della legge di stabilità e dispone di 1,5 miliardi, ma è poco utilizzato". "Al problema non si può rispondere con un irrigidimento contrattuale in ingresso: per intercettare la domanda di lavoro dei giovani l'unica via è utilizzare strumenti flessibili. Quanto agli ammortizzatori sociali, il tentativo in atto è di passare da un sistema di tipo assistenziale a un investimento sulle politiche attive, con un travaso di risorse dalla cassa integrazione alle misure di riaccompagnamento al lavoro. Ma occorre crederci: inItalia gli addetti al collocamento sono 9mila, in Germania sono 120mila e l'investimento su questo settore è di quattro miliardi".
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