lunedì 12 settembre 2016
​L'anticipo pensionistico (Ape), potrà essere chiesto dall'anno prossimo a partire dai 63 anni di età e quindi a 3 anni e 7 mesi dal pensionamento di vecchiaia. Lo hanno riferito i sindacati dopo l'incontro con il governo.
Anticipo della pensione (63 anni), ecco come
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L'anticipo pensionistico (Ape), potrà essere chiesto dall'anno prossimo a partire dai 63 anni di età e quindi a 3 anni e 7 mesi dal pensionamento di vecchiaia. Lo hanno riferito i sindacati dopo l'incontro con il governo, spiegando che questa è una "mediazione arrivata oggi". Il periodo di sperimentazione del sistema dovrebbe essere di 2 anni. Potrebbero chiedere lo scivolo pensionistico circa 350 mila persone. Una platea potenziale, stimata dal Governo per il primo anno di attivazione. Ma per conoscere i numeri reali, tutto è rimandato alla prova dei fatti. E il fattore che determinerà o meno il successo della nuova misura sta in una parola: convenienza. Ad oggi i parametri sui cui esprimere un giudizio non sono ancora completi, di certo c'è l'anticipo, 3 anni e sette mesi, e lo sdoppiamento: gratis per categorie in difficoltà e costosa per il resto dei lavoratori.   LE FINESTRE PER UOMINI E DONNE, SPUNTANO DIFFERENZE Gli interessati sono tutti coloro che hanno già compiuto 63 anni o li compieranno nel 2017. In pratica si tratta degli uomini nati tra le fine del 1950 e il 1954 (per quest'ultima classe la porta si aprirà in corsa). Per le donne invece il discorso è più complesso, perché per il 2017 è prevista ancora l'uscita per vecchiaia a 65,7 anni e perché le nate nel '52 possono già uscire quest'anno con 64 anni di età. Per cui, a fronte di uno scivolo ridotto, anche la platea in 'rosa' rischia di essere più contenuta. A meno che, per il 2017, la pensione sia consentita a partire dai 62 anni di età.  COSTO ZERO O BONUS PER LAVORATORI IN DIFFICOLTÀ. L'anticipo non avrà oneri, ci penserà lo Stato, per disoccupati senzaammortizzatori, disabili, parenti di disabili (non è ancora esplicitato se a prescindere dalla legge 104) e lavoratori occupati in attività particolarmente rischiose e pensanti, come gli operai edili. Non basta, il costo zero è riconosciuto solo a chi ha un assegno sotto i 1.500 euro lordi mensili (1.200 netti). Chi invece supera l'importo dovrebbe essere chiamato a restituire solo quanto ottenuto in anticipo, senza pagare interessi o premi assicurativi.  POSSIBILE INTERVENTO AZIENDALE SE IMPRESA DICHIARA ESUBERI.L'Ape potrebbe essere anche uno strumento nelle mani delle imprese che decidono di riorganizzarsi e così facendo dichiarare esuberi. In quel caso, ma il meccanismo è ancora da chiarire, l'imprenditore potrebbe utilizzare lo scivolo, ma dietro un esborso da calcolare.  COSTI FINO A 25% PER CHI NON RIENTRA IN CATEGORIE 'PROTETTE'L'Ape di sicuro non sarà gratis per il lavoratore che non ha particolari problemi, se non quello di andare in pensione il prima possibile. Per ogni anno di anticipo pagherà circa il 5% o il 6% dell'assegno, da restituire sempre in 20 anni. Se si è utilizzato appieno lo strumento, andando via 3 anni e 7 mesi prima, la quota oscillerà tra il 15% e il 18%. E poi c'è anche l'interesse alla banca e il premio assicurativo contro la premorienza. Ecco che si arriva al 20-25%.COME CHIEDERE L'APE, ALL'INPS LA REGIAChi richiederà l'anticipo dovrà andare all'Inps. Sarà l'Istituto di previdenza a fare il calcolo, un prospetto da cui ognuno capirà se avrà convenienza o meno. Probabilmente chi può ottenerla gratis non ci penserà due volte, gli altri invece dovranno interrogarsi sul cosiddetto costo-beneficio e molto dipenderà dalle situazioni singole.
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