venerdì 20 aprile 2012
​Nei primi mesi del 2012 le vendite sono cresciute del 4,7%. Ogni italiano ne consuma 26 chili l'anno. Da una collaborazione Coldiretti-Coop nasce la prima pasta "autarchica" dal campo allo scaffale.
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La pasta torna a essere, nel pieno della crisi, un prodotto di punta nella nostra alimentazione tanto che nel 2012 si è registrato un aumento nelle vendite pari al 4,7 per cento. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti, Legacoop Agroalimentare e Coop diffusa in occasione della presentazione della "prima pasta tutta italiana dal campo allo scaffale".Gli italiani sono i maggiori consumatori mondiali con circa 26 chili per persona nell'ultimo anno, quantità tre volte superiore a quella consumata da uno statunitense, da un greco o da un francese, cinque volte a quella mangiata da un tedesco o uno spagnolo e sedici volte da un giapponese. Seguono l'Italia i "mangiatori di pasta" del Venezuela (13 chili) e della Tunisia (12 chili). In Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi. L'Italia è leader anche nella produzione con 3,2 milioni di tonnellate superiore a quella di Stati Uniti (2 milioni), Brasile (1,3) e Russia (858mila tonnellate). Un piatto di pasta su quattro consumato nel mondo è fatto in Italia. Nel corso del 2011 sono aumentate dell'8 per cento leesportazioni in valore di pasta italiana e un aumento record (+ 60%) si è verificato in Cina, dove comunque la domanda resta contenuta.I consumatori più appassionati di pasta italiana sono i tedeschi, seguiti da francesi, inglesi, statunitensi egiapponesi. La riscossa della pasta ha trainato anche le semine di grano duro in Italia, che avrebbero fatto segnare nel 2012 un incremento di circa 150mila ettari (+13% su base annua), ammontando complessivamente a 1,35 milioni di ettari, sulla base di una indagine Ismea. A livello regionale si stimano aumenti consistenti in Puglia e Marche (+15 per cento circa) e Sicilia (+20) mentre in controtendenza sarebbe la Basilicata dove gli ettari avrebbero subito una contrazione di circa il 10 per cento.L'italianità della pasta è considerata il vero valore aggiunto del prodotto secondo un sondaggio online condotto dalla Coldiretti. Arriva la prima pasta autarchica, italiana al 100%, dal campo allo scaffale. Unacollaborazione inedita Coldiretti-Coop porta sulle tavola una pasta a marchio garantito e alta qualità, che valorizza territorio e grano italiani.Una sorta di "compromesso storico" della tavola tra soggetti spesso antagonisti lungo la filiera agroalimentare, i quali hanno però deciso di mettere insieme le risorse migliori del Bel Paese: italiano al 100% è il grano, italiani al 100% sono i produttori e la rete della distribuzione. Non solo, il nuovo prodotto veicola anche un forte valore aggiunto ambientale, economico e nutrizionale: il grano arriva tutto dal cuore della Sicilia, dalla zona di Enna, salvando così dall'abbandono interi territori in zone difficili, garantendo occupazione e reddito a lavoratori in una fase di forte crisi. Tra i protagonisti del progetto Coldiretti-Coop c'è infatti il pastificio Cerere del Consorzio agrario Lombardo Veneto, situato in provincia di Enna. In base all'accordo - spiegano Il presidente di Coldiretti Sergio Marini e il presidente di Coop Italia Vincenzo Tassinari - il grano sarà pagato agli agricoltori a un prezzo premiante. L'origine del grano è un vantaggio anche per i consumatori, come insegnano i nutrizionisti. Per la maggiore qualità e il minore contenuto di aflatossine (classificate potenzialmente cancerogene), che aumentano a causa dei lunghi trasporti del cereale importato e la sua conservazione in ambienti umidi. I cinque formati di pasta di grano duro trafilata al bronzo, a essiccazione lenta, no Ogm, arriverà negli scaffali degli oltre 1.400 punti-vendita Coop con il marchio unico 100% Italia.
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