giovedì 28 aprile 2011
La crisi ha peggiorato le prospettive della finanza pubblica; non è più rinviabile un duraturo riequilibrio dei conti pubblici e "data l'elevata pressione fiscale, è inevitabile un significativo contenimento della spesa", che può essere quantificato nel 7%. Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi.
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"La crisi ha peggiorato le prospettive della finanza pubblica; non è più rinviabile un duraturo riequilibrio dei conti pubblici" e "data l'elevata pressione fiscale, è inevitabile un significativo contenimento della spesa". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nel suo intervento di apertura nell'ambito del Convegno "Le infrastrutture in Italia: dotazione, programmazione, realizzazione", svoltosi oggi a Palazzo Koch.Il Documento di finanza pubblica recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, ricorda Draghi, punta a un sostanziale pareggio nel 2014, da un disavanzo pari al 4,6 per cento del PiL nel 2010. "Una tale correzione - sottolinea - effettuata solo dal lato delle spese, implica una loro riduzione del 7 per cento in termini reali. L'obiettivo è conseguibile solo se vi concorreranno tutte le principali voci di spesa".
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