sabato 21 giugno 2014
Per il ministro è urgente ridurre il prelievo e ridistribuirlo. Napolitano: evasione minaccia potente e globale che frena lo sviluppo.
Lupi: «Semplificazione giusta, ma sull'evasione in alto mare»
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Un Paese che mette in campo sforzi straordinari nel drenare risorse per lo sviluppo non può permettersi il lusso degli attuali livelli di evasione e corruzione.  «In un momento in cui molti italiani affrontano una fase di difficoltà è urgente intervenire per contenere l’elevata pressione fiscale e l’onere del prelievo deve inoltre essere distribuito in modo più equo», sottolinea il ministro Carlo Padoan. E lo richiama con forza anche il presidente della Repubblica in occasione dei 240 anni della Guardia di Finanza, al centro di inchieste molto gravi esplose nelle ultime settimane, ma anche intestataria di tante operazioni che hanno recuperato cifre importanti per le esangui casse dello Stato. L’evasione, produce «effetti economici negativi molto rilevanti», sottolinea il ministro dell’Economia, all’indomani del provvedimento messo in campo dal governo per aun fisco più equo e accessibile. «È indubbio - dice Giorgio Napolitano nel suo messaggio al comandante Generale Saverio Capolupo per l’anniversario della fondazione del Corpo, a proposito dei segnali di ripresa evidenziati dal governatore della Bce Mario Draghi -, ora c’è più fiducia, ma l’evasione, le frodi fiscali, la corruzione sono minacce subdole, potenti e globali che attentano allo sviluppo economico e sociale degli stati».La strada indicata dal governo per venire incontro ai cittadini onesti è un fisco più equo e comprensibile. «L’evasione - denuncia Padoan - determina effetti distorsivi sull’allocazione delle risorse e interferisce con il normale funzionamento della concorrenza nel mercato; accresce l’onere fiscale per i contribuenti onesti; esaspera le disuguaglianze; è legata in modo simbiotico alla corruzione e alla criminalità organizzata». Non meno temibile, per Padoan, è il fenomeno dell’elusione fiscale. Con l’effetto che «l’erosione delle basi imponibili mina la sovranità impositiva degli Stati, mette a repentaglio la corretta competizione tra imprese, discriminando quelle che rispettano le norme fiscali».

La Guardia di Finanza, oltre le ombre, mette in vetrina i risultati ottenuti nei primi cinque mesi del 2014. Oltre 10 miliardi di evasione fiscale internazionale recuperati a tassazione; frodi, truffe e sprechi di denaro pubblico per 2,1 miliardi; appalti irregolari per 1,1 miliardi; 1.435 responsabili di reati contro la P.A. individuati; 3.070 evasori totali scovati. «È urgente intervenire per contenere l’elevata pressione fiscale che è ostacolo al ritorno a ritmi di crescita in linea con i partner internazionali», richiama Padoan ribadendo che «un fisco più equo aiuta i cittadini onesti». In piena sintonia il messaggio del Quirinale: «L’evasione, le frodi fiscali, la corruzione - sottolinea Napolitano - penalizzano i cittadini e privano i giovani di fiducia e opportunità per il futuro».

L’altro fronte su cui si è concentrata l’attività della Gdf è la lotta agli illeciti nella spesa pubblica. Negli oltre 10.500 interventi eseguiti, sono state scoperte frodi allo Stato e all’Ue per 550 milioni, con sequestri per 195 milioni. Il danno erariale segnalato alla Corte dei Conti ammonta invece a 1,6 miliardi. Per quanto riguarda le frodi realizzate attraverso "scatole vuote" create per emettere fatture false, sono stati inoltre denunciati 193 responsabili e scoperta un’evasione Iva di oltre 235 milioni. Sono invece 460 i milioni sequestrati agli evasori fiscali. Quanto ai controlli su scontrini e ricevute, i dati del 2014 sono in linea con quelli dell’anno precedente: su 163.280 controlli effettuati, sono state riscontrate irregolarità nel 32,5 per cento dei casi.

Tutti fenomeni che «penalizzano i cittadini e privano i giovani di fiducia e opportunità per il futuro». Fenomeni, dà atto Napolitano, che le Fiamme Gialle «fronteggiano con impegno e indubbi successi». Ma la strada da percorrere è ancora lunga.

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