giovedì 24 marzo 2016
Due anni di lavori, una rete di contatti con le imprese, un ampio ventaglio di campionatura di professioni diverse, un’area test tra Torino il suo hinterland e il biellese per sperimentare politiche ed azioni concrete a favore del passaggio di competenze.
Opportunità tra le generazioni in Piemonte
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Due anni di lavori, una rete di contatti con le imprese, un ampio ventaglio di campionatura di professioni diverse, un’area test tra Torino il suo hinterland e il Biellese per sperimentare politiche e azioni concrete a favore del passaggio di competenze.In questo si è impegnato Ciofs-Fp Piemonte – Centro Salesiano Opere Femminili Salesiane per la Formazione Professionale – a partire dal febbraio 2014 sino a oggi con il progetto Open ovvero OPportunità tra le gENerazioni, in cui ha creduto fortemente, e finanziato, la Presidenza del Consiglio dei Ministri con un budget di circa centomila euro.Silvana Rasello, presidente del Ciofs-Fp Piemonte, spiega così le motivazioni dell’iniziativa "è indubbio che la fascia di lavoratori tra i 50 e i 65 anni abbia accumulato una solida competenza e questo sia un valore aggiunto per le imprese e per il tessuto sociale, pensare di far sì che queste capacità non vadano perse con il pensionamento, ma vengano gradualmente trasferite ai giovani è di grandissima importanza. Abbiamo quindi analizzato e progettato un affiancamento consapevole con un gruppo di esperti che han lavorato a stretto contatto con aziende, professionisti e ragazzi". Nobili i principi, alte le ispirazioni da cui prende il via Open; infatti già nel 2002 il World Health Organizzation si occupa di 'invecchiamento attivo' un’espressione che sintetizza una serie di processi tesi ad ottimizzare tutti gli aspetti della qualità della vita delle persone in termini di salute, sicurezza, opportunità e lavoro. Il Parlamento europeo ha spronato gli stati membri e le regioni a mettersi in gioco coinvolgendo la società civile e le imprese per mobilitare, in modo costruttivo, il potenziale degli ultra-cinquantenni coinvolgendo le fasce di giovani della popolazione in iniziative comuni. Una situazione occupazionale generale su cui è necessario agire per tempo e con una visione prospettica: si parla a livello mondiale di Life-design, un costruzionismo sociale che considera una serie di parametri molto ampi per progettare un disegno cosciente della propria vita in tutte le fasi, personali e professionali. Il fine ultimo è il bene dell’individuo e quello della società in cui vive.Tra i vari aspetti, ad esempio, è spesso sottovalutato l’ingresso di nuove risorse nei luoghi di lavoro: si lascia l’apprendimento del mestiere, delle dinamiche comportamentali, delle pressi operative e relazionali, più all’intuito che a un chiaro percorso di crescita.Nello specifico quindi, il progetto si è concentrato sull’interazione con sette aziende e organizzazioni, 20 lavoratori senior, over 50, e 42 ragazzi neo lavoratori guidati nel passaggio di competenze professionali tra generazioni da tutor. Partendo dalle metodologie che Ciofs-Fp ha sviluppato in cinquant’anni di attività di formazione e orientamento si è organizzato un percorso con obiettivi precisi, attività di laboratorio pratico, formazione specifica per l’adulto che deve trasformarsi in mentore, learning club per far propri i saperi del saper fare, sezioni di coaching, utilizzando anche kit per bilancio delle competenze e, per i ragazzi, una piattaforma web ePortfolio (www.eportfoliobilco.it) in cui organizzare una vetrina della propria evoluzione professionale a portata di click per le imprese. Si è visto che questi strumenti, uniti ad un percorso guidato, hanno dato una grande autoconsapevolezza sulla propria potenziale occupabilità e un senso di responsabilità matura dei lavoratori senior e imprese nei confronti dei ragazzi come loro stessi raccontano in un video collage di interviste pubblicato su www.ciofs.net.Sintetizza così i benefici dell’esperienza Silvana Rasello: "Il primo effetto che abbiam colto è la soddisfazione di chi ha preso parte all’esperienza e ciò gratifica anche noi che abbiam lavorato per due anni. Ma il vero dato da rilevare è il fatto che, le realtà imprenditoriali coinvolte hanno espresso l’intenzione di ridefinire prassi e linee guida interne all’azienda per usare i metodi Open. Si apre quindi una nuova fase di collaborazione concreta a più livelli sia con noi, che all’interno delle imprese stesse in cui anche i giovani avranno voce in capitolo".Insomma dagli esiti risulta che le dinamiche del mondo del lavoro sono molto più Open di quanto ci si aspetti. Ora l’obiettivo è mutuare il case history anche in altri contesti territoriali e su grandi numeri.
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