martedì 13 giugno 2017
I dati sull'occupazione segnano un ritorno ai livelli pre-crisi ma in Italia il tasso sfiora a stento il 50%
Crescono le diseguaglianze, Italia bocciata sul lavoro
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Crescono le diseguaglianze ma cresce anche, tornando ai livelli pre-crisi il tasso di occupazione. L'Ocse fotografa lo stato di salute dell'economia mondiale. E segnala un pericoloso aumento del divario dei redditi che non ha precedenti, e mette a rischio la
tenuta sociale. Il grido di allarme arriva da Berlino: il segretario generale dell'organizzazione economica, Angel Gurria, segnala che lo scarto non è mai stato così forte da 50 anni a questa parte. Il reddito medio del 10% più ricco della popolazione nell'area Ocse è nove volte più alto rispetto a quello del 10% più povero, ha spiegato Gurria. Venticinque anni fa era sette volte maggiore. Il segretario generale dell'Ocse ha fornito inoltre un altro dato preoccupante: il 9% dei posti di lavoro nell'area Ocse potrebbe essere automatizzato nei prossimi anni. Le condizioni del mercato del lavoro però continuano a migliorare e il tasso di occupazione medio è tornato ai livelli di dieci anni fa, attestandosi al 61,2%. I dati dell'Employment Outlook dell'Ocse 2017 dicono che il tasso di disoccupazione medio continua la sua lenta discesa, ma rimane leggermente al di sopra il livello pre-crisi, attestandosi al 6,1% nei primi tre mesi del 2017, circa 39 milioni persone. L'occupazione però non è aumentata abbastanza per compensare completamente l'aumento del tasso di partecipazione al lavoro.

In Italia però la situazione è più preoccupante nonostante gli effetti positivi delle riforme. Il tasso di occupazione è tornato ai livelli pre-crisi ma è appena al di sotto del 50% (solo Grecia e Turchia stanno peggio) e di conseguenza la percentuale di disoccupati è maggiore (l’11%, stanno peggio solo Grecia e Spagna). Il mercato del lavoro italiano è carente sotto molti punti di vista: in particolare il divario di reddito tra uomini e donne e la mancata tutela di categorie a rischio come madri con figli a carico, lavoratori anziani, stranieri e disabili. Solo il parametro del reddito è leggermente al di sopra della media Ocse mentre preoccupa l’insicurezza del mercato del lavoro. Nei prossimi anni la tendenza è quella di uno sviluppo positivo. Ma per evitare il rischio di un ulteriore aumento della quota di disoccupati di lunga durata il paese «deve continuare nella
strada intrapresa con il Jobs Act e rafforzare le politiche attive» e con la creazione «dell'Agenzia nazionale per le politiche attive».

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