mercoledì 17 giugno 2009
Rapporto sulla situazione economica. Bene il risparmio dei privati, il deficit pubblico cresce meno che in altri Paesi. Rinnovato appello per una riforma in campo previdenziale e istituzionale.
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L'Italia sta attraversando una fase di recessione profonda che si protrarrà per tutto il 2009. Il prossimo anno il paese registrerà una «lenta ripresa», ma si troverà a dover affrontare un debito pubblico in aumento verso 120% del Pil e un tasso di disoccupazione intorno al 10%. Lo sostiene l'Ocse che oggi pubblica uno studio monografico sul nostro Paese, dedicando un capitolo all'istruzione pubblica e sottolineando l'importanza che l'Italia riprenda il sentiero di disciplina fiscale una volta superata la fase acuta della crisi.Stime riviste: crisi più «nera», ripresa più forte Rispetto alle previsioni pubblicate lo scorso 31 marzo, oggi l'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica rivede le stime sul Pil a -5,3% nel 2009 (da -4,3%) e +0,4% nel 2010 (da -0,4%).Minori cambiamenti per il quadro di finanza pubblica con il deficit indicato in rialzo al 6% (da 5,9% stimato a fine marzo) e il debito/Pil visto in aumento fino sfiorare quota 120% e fine 2010.Strategie per il rilancio«La contrazione del prodotto continuerà probabilmente nel corso di quest'anno e per il prossimo è lecito attendersi solo una lenta ripresa» si legge nella sintesi del documento. «Quando l'economia inizierà a riprendersi, il governo dovrà impegnarsi in un serio programma di medio termine per la riduzione del debito basato sul controllo delle spese e, probabilmente, ulteriori riforme dei sistemi pensionistico e sanitario».L'organismo parigino riconosce che il sistema bancario italiano ha retto meglio alla crisi, ma sottolinea che gli istituti potrebbero aver bisogno di «ulteriore capitale». Altra nota dolente la disoccupazione che «salirà con decisione nel corso del 2009 e potrebbe raggiungere il 10% entro la fine di quest'anno».Situazione italiana «vantaggiosa» per risparmi e meno deficitQuesti svantaggi saranno però attenuati dall'alto tasso di risparmi italiano e dalla relativa tenuta del settore finanziario alla crisi globale. Tra i fattori di incertezza l'Ocse cita anche il rallentamento dell'export e l'incertezza sui conti pubblici. Su questi ultimi comunque l'Ocse rileva che l'aumento del deficit pubblico «è più basso che in altri Paesi e a livello ciclico destagionalizzato potrebbe mostrare dei miglioramenti». Inoltre l'Ocse ricorda che l'Italia sconta i «lenti progressi nell'introduzione delle riforme strutturali per migliorare la competitività dei servizi e l'efficienza della pubblica amministrazione».
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