venerdì 26 giugno 2015
Si rafforzerà nella seconda metà del 2015, riportandosi ai livelli di fine 2012, per consolidarsi nel 2016, registrando un aumento in termini di posti di lavoro rispettivamente del +0,5% e del +1%.
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Occupazione in risalita di pari passo al recupero del Pil: si rafforzerà nella seconda metà del 2015, riportandosi ai livelli di fine 2012, per consolidarsi nel 2016 registrando un aumento in termini di posti di lavoro rispettivamente del +0,5% e del +1%. Ma il calo occupazionale causato dalla crisi non si riassorbirà rapidamente; il biennio si chiuderà comunque con un vuoto occupazionale scavato dalla crisi di un milione e 333mila posti di lavoro in meno rispetto a fine 2007. È il Centro studi Confindustria (Csc) a certificare, nel documento di previsione presentato oggi gli effetti e l'impatto della risalita economica in atto. Il vuoto occupazionale più ampio continuerà a registrarsi nell'industria trattandosi, dicono ancora gli economisti di viale dell'Astronomia, di un fenomeno "strutturale". Nei primi tre mesi 2015, infatti, sempre rispetto alla fine del 2007, l'industria ha perso 858mila posti di lavoro, circa il 50% di quanto registrato nell'intera economia.Ma l'occupazione aumenterà. Nel settore privato, infatti, il cui miglioramento è già iniziato nel 2014, si sostanzierà in circa 440mila posti in più entro il 2016, grazie anche, dice ancora Confindustria, alle misure varate dal Governo su contributi sociali e maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Un miglioramento che trova un riscontro generale anche nel progressivo "sgonfiamento" del ricorso alla cassa integrazione: tra gennaio e maggio 2015, infatti, spiegano gli economisti di viale dell'Astronomia, le unità di lavoro a tempo pieno equivalenti, complessivamente coinvolte, sono state mediamente pari a 190mila, un livello simile al primo trimestre del 2009. In calo anche il tasso di disoccupazione che a fine 2016 scende all'11,8% , dal picco del 13% toccato nel novembre 2014; il dato comprensivo dei cassintegrati cala al 12,3%, dal 14% raggiunto nel primo trimestre 2014. Nonostante la risalita dell'attività economica, però, nel mercato del lavoro italiano permarrà un ampio bacino di persone a cui manca lavoro (in tutto o in parte): ai circa 3,2 milioni di disoccupati nel primo trimestre 2015 (+95,2% rispetto a sette anni prima) bisogna aggiungere gli occupati part-time involontari (2,6 milioni, +107,9%) e i non-occupati che sarebbero disponibili a lavorare ma non hanno compiuto azioni di ricerca attiva perché scoraggiati (1,6 milioni, +65,0%) oppure perché stanno aspettando l'esito di passate azioni di ricerca (705mila, +121,8%).In totale, dicono gli economisti di Viale dell'Astronomia, si tratta di 8,3 milioni (+94,4%) di persone. Resterà molto alto anche lo stock di disoccupati di lunga durata e la disoccupazione giovanile.La risalita dell'economia dunque, dice ancora il Csc, "sarà job-rich come si vede dai primi segnali, ma non basterà a far rientrare la disoccupazione in tempi socialmente accettabili".
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