venerdì 24 marzo 2023
Nei primi due mesi dell'anno creati oltre 100mila posti di lavoro, al netto delle cessazioni. L'indice Pmi composito dell'Eurozona balza al top da 10 mesi
Occupazione in aumento e Pil in positivo: primi segnali di ripresa

Ansa

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Arrivano dati positivi per l’Italia dall’occupazione e dalla variazione del Pil, oltre a un discreto andamento dell’indice Pmi composito dell’Eurozona. Dopo la frenata dell'ultima parte del 2022, nel nostro Paese l'occupazione cresce nel primo bimestre del 2023 con ritmi superiori a prima della pandemia. Stando all'ultimo Rapporto Bankitalia-ministero del Lavoro e Anpal, infatti, dopo il forte calo nella seconda metà del 2022, nei primi 2 mesi del 2023 la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo è tornata a crescere a ritmi sostenuti: sono stati creati oltre 100mila posti, al netto delle cessazioni. L'incremento è maggiore di un terzo rispetto agli stessi mesi del 2019, precedenti la pandemia e ha riguardato esclusivamente la componente a tempo indeterminato.

La crescita dell'occupazione, evidenzia l'analisi, si è finora concentrata nella componente a tempo indeterminato, grazie anche alle numerose trasformazioni di contratti a termine. Nei prossimi mesi la ricomposizione della forza lavoro verso impieghi stabili potrebbe essere meno intensa: la quota dei contratti a tempo determinato, sul totale delle assunzioni, sta lentamente aumentando. La crescita della domanda di lavoro, evidenzia l'analisi, è stata complessivamente più marcata nelle regioni centro-settentrionali, dove nei primi due mesi del 2023 si è concentrato oltre l'80 per cento dei posti di lavoro creati. Le regioni meridionali hanno tuttavia superato il sostanziale ristagno della seconda metà del 2022, registrando una dinamica occupazionale in lieve espansione. Dopo essere state più penalizzate rispetto agli uomini durante la crisi pandemica, dalla fine del 2021 l'occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati. A questa dinamica ha contribuito l'alta incidenza nel biennio 2021-22 della domanda di lavoro nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alla persona, dove la quota di donne impiegate è maggiore. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato. Le donne hanno contribuito per quasi il 40 per cento alla creazione di posti di lavoro, un valore superiore di 2,5 punti percentuali rispetto al biennio 2018-19.

Sotto il profilo dei contratti, la tipologia a termine è rimasta sostanzialmente stabile e l'apprendistato ha registrato un calo di circa 8.000 unità. La domanda di lavoro è stata trainata soprattutto dai servizi, che avevano registrato tassi di crescita complessivamente contenuti nell'ultima parte del 2022. In particolare nel turismo si sono osservati 22.000 nuovi posti di lavoro, pari a un quinto del totale delle posizioni create nel primo bimestre del 2023. Nell'industria in senso stretto, dopo il rallentamento della scorsa estate, la dinamica dell'occupazione ha continuato a rafforzarsi, anche per la ripresa dei settori a maggiore intensità energetica che, nell'ultima parte del 2022, hanno beneficiato del calo dei prezzi dell'energia. Le costruzioni fanno registrare andamenti sostanzialmente stabili.

Torna intanto positiva, a febbraio, la variazione del pil. L'aggiornamento della stima del prodotto interno lordo reale mensile di febbraio indica infatti un recupero dell'attività economica, a 0,2% m/m, dopo tre mesi di lieve di contrazione. Il tasso di variazione tendenziale resta all'1,4%, invariato rispetto a gennaio. A rivelarlo è l'analisi elaborata per l'Adnkronos dalla Fondazione Tor Vergata attraverso il suo Osservatorio Faini. Dopo la contrazione della produzione industriale in gennaio (-0,7% m/m) a seguito del marcato aumento in chiusura d'anno, la crescita del pil in febbraio rispecchia il miglioramento degli indicatori più recenti. In un quadro di riduzione dei prezzi dell'energia, infatti, all'incremento della produzione elettrica si è accompagnato un aumento dei consumi elettrici industriali. Le prospettive di graduale ripresa del settore troverebbero conferma anche nell'andamento degli indicatori qualitativi. Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere si stabilizza dopo tre mesi di incrementi, sostenuto dal nuovo miglioramento delle attese di produzione e dei giudizi sugli ordini; ad esso si accompagna l'incremento dell'indice Pmi (52,0 da 50,4). Anche sul fronte dei servizi si registrano indicazioni positive.

Secondo S&P Global, l'indice Pmi composito dell'Eurozona balza al top da 10 mesi a marzo, trainato dal settore dei servizi. Resta però in difficoltà il comparto manifatturiero, con l'indicatore di settore che scivola al minimo da 4 mesi. In particolare, l'indice generale calcolato da S&P Global si è collocato a 54,1 punti, contro i 52 di febbraio e 51,9 attesi dal mercato. L'indice dei servizi è risultato pari a 55,6 punti, contro i 52,7 del mese precedente e i 52,5 previsti dagli analisti. Anche in questo caso si tratta del livello più alto da maggio 2020. "Dai dati flash raccolti a marzo dall'indagine Pmi", commenta S&P Global, "la crescita dell'economia dell'eurozona è accelerata al record in dieci mesi, consolidando i segnali di una ripresa dopo il calo registrato alla fine dello scorso anno. Nel frattempo, le pressioni inflazionistiche continuano a diminuire. Anche la crescita dell'occupazione ha accelerato e la fiducia sulle prospettive economiche ha resistito, nonostante i timori causati dalle recenti tensioni del settore bancario e i costi di finanziamento più elevati”.

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