mercoledì 9 dicembre 2009
Secondo l’annuncio del partito ambientalista, sarebbero otto le località individuate per il ritorno all’atomo: oltre ai quattro impianti chiusi nel 1986, ci sarebbero Montalto di Castro e tre «sorprese».
COMMENTA E CONDIVIDI
È giallo sui siti scelti dal governo per realizzare quattro centrali nucleari. I Verdi rendono pubblica una lista di otto località che l’Enel avrebbe individuato, contenuti in un dossier inviato all’esecutivo. Ma l’Enel nega tutto: la localizzazione delle aree, giura, avverrà solo dopo che Palazzo Chigi e l’Agenzia per la sicurezza nucleare avranno fissato i criteri per l’individuazione. Solo qualche giorno fa, però – ricordano i Verdi – l’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti ammetteva in tivù che «la lista esiste» ma non l’avrebbe rivelata «neanche sotto tortura». Dai diretti interessati cominciano ad arrivare i primi «No, grazie».Degli otto siti che l’Enel avrebbe già individuato, quattro ospitano centrali nucleari dismesse: ovvero Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza). Poi c’è Montalto di Castro (Viterbo), dove doveva sorgere una centrale nucleare che il referendum antinuclearista del 1987 fece riconvertire in centrale a gas. Gli altri tre siti – Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia) – sono invece del tutto nuovi.«Le aree – spiega il presidente dei Verdi Angelo Bonelli – sono idonee secondo Enel perché vicine a zone costiere e ai fiumi: le centrali necessitano di un gran quantitativo di acqua per funzionare». Il partito che ha nel simbolo il sole che ride, antitetico all’atomo, annuncia battaglia: «Chiamiamo alla mobilitazione democratica le popolazioni. Il governo sta portando l’Italia in una pericolosa avventura che porterà alla militarizzazione dei territori e a far aumentare la bolletta elettrica perché i 20 miliardi di euro per la costruzione delle centrali li pagheranno gli italiani. In tutto il mondo infatti i programmi nucleari sono pagati dallo Stato. Berlusconi ammazza le energie rinnovabili e finanzia la speculazione del costoso nucleare».Immediata la smentita: «Enel precisa di non aver inviato al Governo alcun dossier che indica i siti per la realizzazione delle centrali nucleari in Italia». I siti, afferma il comunicato dell’Enel, «saranno individuati solo successivamente alla definizione da parte dell’esecutivo e dell’Agenzia per la sicurezza nucleare dei criteri per la localizzazione».Angelo Bonelli contrattacca: «L’Enel mente sapendo di mentire. Che esista una lista di siti per le centrali nucleari lo ha dichiarato anche l’amministratore delegato Conti in un’intervista a La 7 di qualche giorno fa». Sabato 5, alla trasmissione Effetto Domino, l’ad dell’Enel diceva: «I siti dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia li abbiamo già individuati, ma non li dico neanche sotto tortura. Aspettiamo l’imprimaturdel governo». Le eventuali proteste, spiegava ancora il numero uno dell’Enel, verranno disinnescate «parlando con gli abitanti e spiegando il progetto con tanto di documentazione tecnica. Farei giocare mia nipote a fianco di una centrale».Tra i possibili interessati il primo a farsi sentire è il sindaco di Latina. Dice Vincenzo Zaccheo a proposito di Borgo Sabotino: «Latina ha già dato. Non credo che la centrale possa essere riattivata o, peggio, ricostruita. Ho avuto rassicurazioni dal governo, gli enti locali si sono già espressi e così anche la Regione Lazio». Alessandro Mazzoli, segretario del Pd laziale, parla di «grande preoccupazione» visto che due siti sono nella regione. «Il governo dedichi risorse e professionalità allo sviluppo di forme alternative di energia – ribatte – come stanno facendo già tanti paesi, a partire dagli Usa».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: