venerdì 21 settembre 2018
Più del 46% delle autovetture nuove in Italia sono acquistate da società o destinate al renting. Ma ora il mercato teme le conseguenze della parziale mancata proroga del super-ammortamento fiscale
Noleggio e aziendali tengono in piedi l'automobile
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Nei primi sei mesi di quest’anno, più di 46 autovetture nuove su cento sono acquistate da aziende e società o destinate al noleggio. Che le flotte stiano tenendo in piedi il sistema-auto non è una novità assoluta, mentre la diminuzione progressiva della quota degli acquirenti “privati” – che in passato è sempre stata interpretata come un sintomo della scarsa salute del mercato – può essere oggi considerata in maniera diversa poichè si stanno facendo largo formule di utilizzo della vettura che dirottano anche i non possessori di partiva Iva dalla proprietà all’uso della vettura.

Il mercato in Italia ha realizzato un milione e 970.497 immatricolazioni nel 2017 (il 7,9% in più del 2016), e totalizzato la quota più alta degli ultimi dieci anni di vendite nel canale società/flotte aziendali, noleggio, leasing e km zero. Per la prima volta lo scorso anno l’acquisto da parte dei privati (cioè della famiglie) è sceso sotto la soglia del 60% attestandosi al 56,4, in calo dell’1,8% sul 2016. Da un lato dunque l’Italia si allinea ai principali mercati europei – in Germania le vendite alle società incidono al 64%, in Spagna al 49%, in Gran Bretagna il 55,3% –, dall’altro registra una forte crescita del canale, sulla spinta degli ammortamenti che hanno favorito le vendite destinate in particolare a noleggio e flotte aziendali.

Le prospettive in questo senso dovrebbero essere meno positive per l’anno in corso, visto che l’ultima Legge di Bilancio ha prorogato per il terzo anno consecutivo il “super-ammortamento” per i beni strumentali d’impresa, escludendo però per la prima volta le autovetture aziendali non strettamente necessarie alle attività ad essa connesse e mantenendo l’alleggerimento della pressione fiscale solo per i veicoli commerciali. Secondo Romano Valente, direttore generale dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere che operano in Italia, «sarebbe auspicabile invece un intervento in grado di armonizzarci al resto d’Europa. Avevamo già richiesto che il super-ammortamento diventasse strutturale e fosse anticipato, passando da 5 a 3 anni per le imprese e da 4 a 2 per artigiani e professionisti. Saremmo favorevoli all’innalzamento della quota ammortizzabile dal 20 al 40% (rispetto al 100% degli altri principali mercati europei) e all’aumento del tetto della deducibilità, fermo a 18.076 euro, mentre in Germania e Spagna è illimitato».

Le flotte aziendali comunque pesano sempre di più sui bilanci dei costruttori che continuano a rafforzare l’offerta dedicata canale business. Dall’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility, emerge che Audi realizza il 39% delle sue vendite nel canale noleggio, seguita da Alfa Romeo (33%), Nissan (32) e Bmw (31), Fiat (29), Citroën (28), Mercedes (27), Volkswagen (24), Ford, Peugeot e Land Rover (23), Jeep e Renault (20), Opel (19) e Toyota (13).

Per quanto riguarda l’impatto ambientale va sottolineato che, malgrado le motorizzazioni diesel siano ancora le più adottate, auto aziendali e noleggio inquinano molto meno del resto del parco circolante italiano, grazie al fatto che la loro flotta (sia a breve che a lungo termine) è composta per l’87% da vetture Euro6, con una minoranza residua di Euro5 (dati Aniasa). Tutte auto di ultima generazione cioè, che dispongono degli accorgimenti tecnologici per limitare al minimo l’impatto degli scarichi nell’aria, dal filtro anti-particolato al common rail.

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