Arrivano la Cartella sociale e il Piano per i non autosufficienti

La nuovo infrastruttura informatica conterrà tutti gli interventi attivati per le persone. Per il Piano triennale 3 miliardi, valutazione unica della disabilità e progetti personalizzati
December 5, 2025
Arrivano la Cartella sociale e il Piano per i non autosufficienti
Percorsi assistenziali personalizzati e tracciabili sono al centro della Cartella sociale informatizzata appena varata dal Governo
Si aggiungono due tasselli importanti alla riforma del welfare. Il primo è il varo della Cartella Sociale Informatizzata, la base fondamentale del fascicolo sociale personale che dovrebbe racchiudere tutti gli interventi sociali di cui gode o potrebbe godere un cittadino grazie alla raccolta delle diverse certificazioni. Il secondo è l’approvazione del Piano nazionale della non autosufficienza 2025-2027 da parte della Rete della protezione e dell’inclusione sociale del Ministero del Lavoro e della Protezione sociale, . La viceministra del Lavoro, Maria Teresa Bellucci, che ha coordinato entrambe le elaborazioni, li definisce «due strumenti centrali e strategici, per rendere il welfare più vicino ai bisogni delle persone, in un’ottica di inclusione, integrazione, digitalizzazione e presa in carico unitaria. In coerenza con gli obiettivi di riforma del Governo Meloni».

Cosa è la Csi

La Cartella Sociale Informatizzata (CSI) è una infrastruttura digitale nazionale pensata per modernizzare il sistema dei servizi sociali italiani, che permette a operatori sociali, Ambiti Territoriali Sociali (ATS), Regioni e Stato di condividere dati, coordinare gli interventi, costruire percorsi assistenziali personalizzati e tracciabili. In sostanza, facendo dialogare sistema diversi e riunendo tutti i dati in un’unica cartella informatica, appunto, sarà possibile evitare sovrapposizioni di interventi ma soprattutto agevolare una presa in carico complessiva della persona, mettendo in campo tutti gli strumenti di supporto esistenti. A livello tecnico permetterà di «supportare la riforma dei servizi sociali orientata ai LEPS (i Livelli essenziali di prestazione sociale), garantire l’interoperabilità con il SIUSS (l’anagrafe presso l’Inps delle prestazioni sociali) e le principali banche dati nazionali, rendere i servizi sociali più efficienti, coerenti, trasparenti e centrati sulla persona, promuovere una governance dei dati orientata all’ottimizzazione della spesa sociale». Più in generale, la viceministra Bellucci la definisce una misura che, secondo la visione antropocentrica del Governo, utilizza la tecnologia come leva per migliorare la vita delle persone e garantire un uso più efficiente e trasparente delle risorse pubbliche, con lo sguardo rivolto ai bisogni concreti di cittadini e famiglie».
La viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci 
La viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci 

Il Piano nazionale per la non autosufficienza

Questo Piano nazionale per la non autosufficienza (PNNA) è dedicato alle persone con disabilità fino a 70 anni, mentre per i più anziani è in via di approvazione un altro piano specifico, nell’ambito del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (CIPA) presieduto sempre dalla viceministra Bellucci. Il PNNA 2025-2027 si rivolge dunque a persone con disabilità non autosufficienti o parzialmente non autosufficienti fino ai 70 anni che siano titolari di riconoscimenti in base alla legge 104/1992 o dell’indennità di accompagnamento. Ancora, gli individui che, secondo la nuova classificazione, presentano un bisogno elevato o molto elevato di sostegno. Le principali innovazioni introdotte sono anzitutto «la Governance istituzionale affidata all’INPS che diventa progressivamente soggetto gestore esclusivo della valutazione della condizione di disabilità e di non autosufficienza». Poi il «Progetto personalizzato» secondo il principio della «presa in carico individualizzata, con percorsi costruiti sulla base della valutazione multidimensionale». Percorsi che comprendono diversi interventi, tra cui i «Progetti per la vita indipendente, il Progetto assistenziale individualizzato, il progetto per il Durante e Dopo di noi e quelli dedicati all’inclusione lavorativa». I nuovi processi di accertamento e valutazione, avviati dal 1° gennaio 2025 in via sperimentale in alcune province, saranno quindi progressivamente estesi fino al 2026 e diventeranno a regime su tutto il territorio nazionale dal 1° gennaio 2027. È prevista poi una survey (un sondaggio-ricerca) sui Progetti per la vita indipendente sulla piattaforma SIOSS, per monitorare periodicamente lo stato di attuazione della misura e le modalità organizzative adottate dalle regioni. Per tutto questo vengono stanziati complessivamente 3 miliardi nel triennio: da 919 milioni per il 2005 a 1,108 miliardi per il 2027. Gli obiettivi strategici sono quelli di «rafforzare il sistema integrato sociale e sociosanitario; garantire equità territoriale; il passaggio verso il nuovo modello di welfare della disabilità e mettere al centro autonomia, dignità e partecipazione delle persone non autosufficienti».
Sempre il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana sta concludendo l’elaborazione delle Linee guida sul «senior cohousing» e sul «cohousing intergenerazionale» per abitazioni condivise tra anziani e tra giovani, famiglie e anziani. Quanto agli anziani non autosufficienti (over 70) resta però da potenziare l’assistenza domiciliare, uno dei pilastri fondamentali della riforma prevista dalla legge delega approvata quasi all’unanimità nel 2023. E così pure, rispetto alle disabilità, sono molti i fronti ancora aperti come ad esempio la transizione scuola-lavoro, una migliore inclusione lavorativa, il supporto dei caregiver familiari, per fare qualche esempio. Altri tasselli di una vasta riforma del welfare che è certamente complessa e onerosa, ma non di meno necessaria e attesa.

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