mercoledì 6 maggio 2015
​Al volante del modello con cui Nissan torna nel segmento delle berline tradizionali: spazio, solidità e tecnologia. Ma l'estetica convince meno
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Diciamolo subito, non è una vettura emozionante. Il che non è detto che sia per forza un difetto se da un'auto cercate soprattutto solidità e sostanza. Del resto Nissan con la Pulsar si inserisce nel segmento C tornando nella nicchia delle berline tradizionali dieci anni dopo aver mandato in pensione la Almera, altro modello che non faceva strappare i capelli per la sua estetica. Trattandosi di una “media” comunque è difficile attendersi slanci particolari: l'intero mercato non ne offre, anche per la clientela alla quale si rivolge, più attenta a prezzo e comodità che all'originalità delle forme e alle prestazioni.

Giapponese atipica, progettata completamente in Europa e per gli europei, la Pulsar ha debuttato sul mercato a fine ottobre scorso con l'ambizione di erodere qualche numero alla concorrenza in un segmento dominato dalla Golf, che francamente, sembra davvero ancora più di un gradino sopra a tutte. Bagagliaio ampio (da 385 litri in su) il pregio. Visibilità posteriore ridotta, il difetto. Per il resto, una vettura che non spicca, ma che resta una buona scelta per una famiglia non numerosa, specie per il discreto rapporto qualità/prezzo.
Com'è. Muso appuntito, parafanghi prominenti, fiancate muscolose: la Pulsar nasce sulla stessa piattafoma della Qashqai, condivisa con Renault, e si fa apprezzare subito per la spaziosità degli interni. Tra le sue armi migliori c'è sicuramente l'abitabilità, in particolar modo per i passeggeri posteriori che beneficiano del passo di 2,70 metri - misura massima che si trova tra le concorrenti - davvero notevole in relazione alla lunghezza di 4,38 m. Come tutte le Nissan, la nuova due volumi si vuole distinguere per i contenuti innovativi, che però diano un vantaggio reale ai clienti. Ecco, quindi, il pacchetto Nissan Safety Shield, che integra una serie di sistemi di assistenza alla guida evoluti, come il rilevamento degli oggetti in movimento, l'allarme di abbandono corsia e dell'angolo cieco; c'è anche l'Around View Monitor che consente di visualizzare sulla plancia un'immagine a 360° della realtà esterna all'auto, risultando molto utile nelle situazioni di parcheggio per verificare i dintorni.
 
Come va. Sotto il cofano, in gamma ci sono il 1.2 DIG-T a benzina e il 1.5 dCi diesel; in futuro dovrebbe arrivare anche la bi-fuel a GPL, che è ancora in fase di sviluppo. La gamma è declinata negli allestimenti Visia, Acenta e Tekna: già dal primo sono di serie 6 airbag, il climatizzatore, il cruise control e lo Start/Stop.
Il 1.5 dCi che abbiamo provato eroga 110 CV e 260 Nm tra i 1.750 e i 2.500 giri: la silenziosità non è tra le sue doti migliori, ma in compenso si accontenta di consumare 3,6 L/100 km, con 94 g/km di emissioni di CO2. Su tutte le motorizzazioni è di serie un cambio manuale a 6 rapporti peraltro molto lunghi. In ogni caso, la Pulsar se la cava bene in tutte le situazioni, sfoggiando una stabilità apprezzabile e un comportamento stradale sincero. Merito delle buone regolazioni delle sospensioni (McPherson all'anteriore e ponte interconnesso al posteriore) e della rigidità del telaio che è basato sulla piattaforma modulare CMF e, come detto, sfrutta diversi elementi della Qashqai.
 
Quanto costa. Il listino parte da 17.900 euro per il 1.2 benzina e da 19.900 per il 1.5 diesel. Per il top di gamma in entrambi i casi, occorrono 4.000 euro in più.
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