martedì 19 gennaio 2021
Serve una visione a 10/20 anni che immagini nelle linee della transizione verde e digitale e nella sempre maggiore equità del sistema
Nel 2020 turisti più che dimezzati nella città d'arte

Nel 2020 turisti più che dimezzati nella città d'arte - Ansa

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Caro direttore,
i dati resi noti da Bankitalia sul crollo delle spese e dei flussi turistici ci consegnano un quadro drammatico. C’è il concreto rischio di assistere alla dissoluzione di parte del patrimonio socioeconomico e culturale del nostro Paese, rappresentato soprattutto dalle micro, piccole e medie imprese, una dissoluzione che mette a rischio il principio della libertà imprenditoriale, grazie al quale l’Italia è arrivata ad eccellere nel mondo nei più svariati settori produttivi, dissoluzione che porta il concreto pericolo di perdita della italianità di molte imprese e insinua l’ulteriore pericolo di sempre maggiori infiltrazioni della malavita organizzata. Viviamo un momento talmente eccezionale che riteniamo impensabile affrontarlo con rimedi ordinari. Difronte a noi abbiamo due priorità: salvare il salvabile e agire su investimenti che aiutino la trasformazione di un sistema che comunque doveva trasformarsi e che attualmente non regge più. A momento eccezionale serve una risposta eccezionale. Consapevoli che il fenomeno che stiamo vivendo non ha precedenti nella storia non è possibile applicare le consuete categorie di valutazione e le normali strategie di soluzione. È evidente che allo stato attuale è difficile, se non impossibile, prevedere cosa accadrà alla fine delle ondate epidemiologiche, come cambieranno i meccanismi di produzione, di circolazione merci e persone, nonché le attività relazionali e come quindi ne derivi una altrettanto chiara incapacità di fare adeguate programmazioni per la sopravvivenza economica delle imprese.

Per affrontare tale situazione serve per tutte le imprese che hanno subito radicali diminuzioni del fatturato e restrizioni allo svolgimento delle proprie attività, una terapia d’urto innanzitutto con misure finanziarie adeguate alla gravità della situazione che permettano a queste imprese di sopravvivere con prestiti ventennali o trentennali, prestiti irredimibili fruttiferi o interventi di equity, senza ingerenza nella governance delle imprese; quindi con l’introduzione di misure atte a diminuire il forte impatto delle perdite subite, riconoscendo un credito d’imposta commisurato alle perdite conseguite se collegate a incisive riduzioni del fatturato connesse alle restrizioni nello svolgimento delle attività subite a causa della pandemia, misura che, differentemente dai contributi a fondo perduto a pioggia, aiuterebbero le imprese che cercano proprio di mantenere in vita la propria attività e i conseguenti posti di lavoro. A queste due forti misure dovrebbero aggiungersi misure per le imprese del settore turistico tese all’eliminazione di ogni possibile tributo locale ( TARI, IMU ecc.); all’estensione del bonus 110% alle imprese e alle persone giuridiche che sostengono gli interventi specifici di cui all’art. 119 L. n. 77/2020 su strutture ricettive o comunque su beni strettamente strumentali all’attività turistica e di somministrazione di alimenti e bevande (anche al fine di salvaguardare l’immenso patrimonio artistico la cui conservazione si è resa possibile attraverso una utilizzazione turistico-ricettiva di beni culturali). Contemporaneamente alla messa in campo delle misure sopraindicate indirizzate a mantenere in vita le imprese, è fondamentale la messa a punto di un Piano Paese con visione a 10/20 anni che immagini nelle linee della transizione verde e digitale e nella sempre maggiore equità del sistema, investimenti che portino effettivamente un rafforzamento dell’attrattività del sistema turistico e culturale incentivando un’offerta di servizi turistici che prediliga un’esperienza di 'viaggio e di conoscenza', quindi di maggior durata e più alta qualità. Una visione che permetta al sistema economico di ricreare condizioni di prosperità e resilienza a medio termine per tutti gli operatori e per il territorio di riferimento. Nell’ultima versione del Recovery plan le risorse destinate a cultura e turismo sono passate dai 3,1 miliardi delle prime bozze agli 8 miliardi previsti nell’ultima versione, proprio per incrementare il livello di attrattività del sistema turistico e culturale del Paese attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici. Auspichiamo che i progetti ipotizzati siano davvero coerentemente coordinati e indirizzati verso una visione prospettica del Paese che veramente superi integralmente il sistema che è appena imploso e non siano viceversa la continuazione o la riesumazione di progetti costruiti su criteri di un sistema che non c’è più ed a cui non possiamo più tornare!

* Presidente nazionale Aidda * Coordinatrice nazionale Aidda for Tourism

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