giovedì 14 aprile 2022
L'imprenditore di Tesla e uomo più ricco del mondo offre 40 miliardi di dollari per il 90,9% delle azioni del social per arrivare al 100% e ritirarla dal listino. Lo fa, dice, per la libertà di parola
Elon Musk all'inaugurazione della Gigafactory in Texas, lo scorso 7 aprile

Elon Musk all'inaugurazione della Gigafactory in Texas, lo scorso 7 aprile - Ansa

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Elon Musk ha lanciato un’offerta da 40 miliardi di dollari per prendere il controllo del 100% di Twitter e ritirare la società da Wall Street.

Il primo azionista di Tesla, nonché uomo più ricco del mondo alle attuali quotazioni di mercato (ha un patrimonio stimato da Forbes in 273 miliardi di dollari), è già il primo azionista di Twitter, con una quota del 9,1%. Un pacchetto di azioni che ha iniziato a costruire lo scorso 31 dicembre e che ha incrementato fino al primo aprile:in due mesi Musk ha comprato circa 73 milioni di azioni di Twitter spendendo 2,6 miliardi di dollari.

Raggiunta quella soglia, l’imprenditore sudafricano ha comunicato le sue mosse alla Sec, l’autorità di regolazione della Borsa americana. Twitter a quel punto lo ha invitato a prendere posto nel consiglio di amministrazione, a patto però di non salire oltre il 14,9% delle azioni. Musk ci ha pensato qualche giorno e alla fine, sabato scorso, ha rifiutato. Dopodichè, martedì, ha ha inviato una lettera a Bret Taylor, presidente del consiglio di amministrazione di Twitter, comunicando le sue intenzioni: vuole comprare il 100% di Twitter, cioè le circa 727 milioni di azioni non ancora in suo possesso, per 54,20 dollari ad azione, un prezzo superiore del 54% al giorno in cui ha iniziato a investirci e del 38% rispetto al primo aprile, quando ha scoperto le carte.

«Ho investito su Twitter perché credo nel suo potenziale per essere la piattaforma per la libertà di parola nel mondo e credo che la libertà di parola sia un imperativo sociale per il funzionamento della democrazia – ha scritto Musk nella sua lettera –. Tuttavia, da quando ho effettuato il mio investimento, ora mi rendo conto che l'azienda non prospererà né servirà questo imperativo sociale nella sua forma attuale. Twitter ha bisogno di essere trasformato in un'azienda privata» cioè non quotata sul mercato. Tra le considerazioni che Musk ha aggiunto, via messaggio, a Taylor: non sta giocando a fare avanti e indietro, il prezzo proposto è elevato «e gli azionisti lo ameranno», se l’offerta non avrà successo Musk potrebbe cedere le sue quote perché non ha fiducia nel manager e non crede che Twitter possa cambiare o essere un buon investimento come azienda quotata.

Difficilmente Musk incontrerà resistenza negli attuali grandi azionisti di Twitter, che sono fondi di investimento e banche d’affari: a partire da Vanguard e Morgan Stanley (entrambe con l’8,8% delle azioni), seguite e Blackrock (6,5%) e State Street (4,5%). Soci che sono entrati con obiettivi finanziari più che sociali o imprenditoriali.

La passione di Musk per Twitter era cosa nota. L'imprenditore ha pubblicato più di 17mila tweet da quando si è iscritto sulla piattaforma, nel giugno del 2009. I suoi interventi sul social gli hanno anche creato problemi con la Sec, perché Musk tende a "twittare" ai suoi 81,6 milioni di follower anche informazioni rilevanti per il mercato, al di fuori da ogni regola di trasparenza finanziaria.

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